Quarantacinquesimo capitolo.

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Una volta in sala grande, Winter si avvicinò ai gemelli. "Seguitemi" disse ai due, che lasciarono insieme a lei la sala. Prima di uscire dalla sala, Winter guardò il fratello e gli sorrise, era più nervoso di lei. Insieme ai due gemelli arrivò al Platano Picchiatore, che aveva addobbato per le feste e ci erano entrati. Quando i due ragazzi entrarono nella stanza rimasero a bocca aperta. "Hai fatto tutto tu?" chiese Fred guardando una palla sospesa in aria che emanava diversi fasci di luce rossa, che illuminavano il letto che era stato allestito con lenzuola di seta rosse e nere. "Esatto, vi piace?" chiese mentre si stendeva sul letto e li guardava. "Molto" risposero insieme e la raggiunsero sul letto. "Ne sei sicura?" chiese Fred mentre gli accarezzava la pancia da sotto il vestito. 

"Si, sono sicura" rispose e poi baciò George lentamente, mentre Fred gli baciava il collo andando a tirare giù la zip del vestito, che venne poi lanciato altrove. Winter divaricò le gambe non appena George si mise tra esse e le baciasse il petto, il seno, la pancia. "Dio" ansimò e sentì le labbra di Fred catturare le sue e baciarla con passione. George gli sfilò gli slip e sparì tra le sue gambe. Mentre baciava, leccava e succhiava la parte intima della ragazza -che ansimava- Fred si sfilava i pantaloni e la maglia. La ragazza portò una mano sulla patta dei boxer di Fred e massaggiò l'evidente erezione che pulsava. La ragazza guardò il rosso che gli accarezzò i capelli e la travolse in un bacio carico di passione, come se volesse divorarle la bocca. George intanto aveva preso a succhiare il clitoride della ragazza senza sosta, facendola avere delle convulsioni in preda al piacere, pregava di continuare ancora, mentre muoveva la mano sul membro di Fred, che ansimava il nome della ragazza.

Poi, venne copiosamente sul viso di George, che restò fermo lì a prendersi tutto il liquido della sua ragazza e si leccò le labbra, tornando a leccarle l'intimità sempre più vorace ed eccitato. Fred, che voleva di più, tolse la mano della ragazza e prendendo i capelli di essa tra le mani, le fece inglobare l'erezione nella cavità orale calda e la ragazza succhiò senza vergogna il suo membro, che pulsava eccitato, pronto a venire. La ragazza prese coraggio e cercò di farsi arrivare il membro del ragazzo quanto più possibile in gola, e al terzo tentativo ci riuscì. Fred gemeva come un pazzo, e bastarono pochi minuti prima che venisse copiosamente nella bocca della ragazza, che in preda all'eccitazione ingoiò e lo baciò con foga. Poi le posizioni dei due fratelli si invertirono, Fred prese il posto di George e George quello di Fred, la notte i tre la passarono ad esplorare quel mondo che aveva tanto da offrire, nella pace dei sensi. 

Più in là, Harry aveva preso coraggio e aveva preso per mano Ron portandolo via dalla sala grande, e quindi dai festeggiamenti. Ron lo seguiva senza capire dove volesse portarlo, ma quando vide il settimo piano, e una porta apparire dal nulla, un piccolo dubbio si fece spazio nella sua mente. Iniziò ad essere nervoso mentre entravano nella stanza e l'ansia aumentò quando vide un letto a baldacchino farsi spazio al centro della stanza. Harry lo guardò e attese prima di fare qualsiasi passo, non volendo spaventarlo e si chiedeva se già non l'avesse fatto. "Ron..." lo chiamò a bassa voce e vide il rosso guardarlo come se fosse in stato in trance. "Non é necessario, possiamo anche solo coccolarci...non voglio spingerti a fare una cosa se non sei ancora pronto." lo rassicurò e Ron sorrise impaciato. "Non é che io non voglia, anzi...ma ecco vedi.." Harry all'improvviso capì e gli sorrise.

"Ron, anche io sono inesperto, ero molto nervoso all'idea di farti questa sorpresa, non vorrei mai farti del male. Ho chiesto consiglio a zio Sirius, e lui mi ha dato delle dritte, ma ha anche detto che ognuno ha il suo modo e mi chiedevo se ti andasse di provare. Non voglio fare nulla che tu non voglia, quindi dimmi tu se vuoi provare o meno." lo rassicurò avvicinandosi e sorridendogli. Ron lo guardò e si perse nel suo sorriso, che lo rendeva sempre di buon umore. Si avvicinò anche lui e gli prese la mano. "Proviamo, non voglio perderò quest'occasione, e poi si vede che ti sei dato da fare, non sprechiamo il tuo tempo." e prendendo l'iniziativa lo spinse sul letto mettendosi poi a cavalcioni su di lui. 

Harry lo lasciò fare, avrebbe fatto condurre lui, non sapendo cosa potesse piacere o meno al rosso. Lo vide sfilarsi la camicia e incurvare la schiena verso di lui, catturando le labbra in un bacio carico di passione, a cui rispose con altrettanta passione. Poi, Ron passò a baciargli il collo, scendendo verso il petto. "Posso?" chiese mentre prendeva con entrambe le mani la maglia del corvino, che annuì e venne poi sfilata via. Quando il corvino rimase a petto nudo,  il rosso guardò il fisico asciutto e sentì i pantaloni stringersi. Harry, vedendo il tentennamento del rosso, il corvino lo guardò. "Ron, se non te la senti va bene così." disse e Ron dovette ammettere a se stesso che era insicuro di fare qual passo, così annuì e si sedette accanto. Harry lo raggiunse e lo strinse a sé. I due poi si addormentarono lì. Il giorno dopo, tutti i ragazzi si incontrano in sala grande e Winter va ad abbracciare il fratello. "Giorno Harry" il corvino sorrise alla sorella e la strinse a sua volta.

Poi la colazione iniziò, ma Winter venne richiamata dal preside che si trovava fuori dalla porta della sala grande. Winter andò dal preside curiosa di sapere il motivo per cui l'avesse chiamata. Quando uscì dalla sala, la prima cosa che vide furono i suoi genitori adottivi, e corse senza pensarci due volte tra le braccia di Carlisle, che la prese in braccio e la strinse. Esme si unì all'abbraccio felice di rivedere la sua figlioletta. "Cosa ci fate qui?" chiese scendendo dal padre e salutando i fratelli e le sorelle, che non volevano lasciarla. "Siamo venuti qui per parlarti di una cosa importante, e ci mancavi" rispose il padre stringendole la spalla. Winter guardò il padre curiosa. "Qualcosa di negativo?" "Dipende da come la prendi." rispose Edward e Winter si incuriosì sempre di più. "Prima fate colazione insieme a noi, o meglio fateci compagnia." intervenne il preside e la famiglia Cullen si sedette al lungo tavolo, dopo aver salutato gli altri. Winter si sedette accanto al padre, che gli era mancato molto.

Carlisle, sorrise alla figlia. "Allora, pronta a ricevere i tuoi regali?" gli chiese e la ragazza annuì. Alice e Rosalie gli passarono una piccola scatola in oro. Curiosa l'aprì e ci trovo un medaglione, lo aprì e vi trovò la foto di tutta la famiglia al completo a sinistra e a destra una frase in latino. "Per averci con te sempre." aggiunse Alice e la ragazza abbracciò le due sorelle. Poi passò al regalo dei tre fratelli che si trattava di tre biglietti per il Messico, in una località di mare. "Questi puoi usarli in estate, magari ci porti loro due" disse Emmett indicando i due gemelli che seguivano la scena. "Ottimo regalo, ma io il Messico non lo conosco." "Tranquilla, troverai una guida che ti aiuterà." rispose Jasper dopo che la sorella l'abbracciò. "Ora manca il nostro regalo, non abbiamo potuto portarlo qui, ma quando prenderai le vacanze estive lo troverai a casa. Intanto ti diamo queste" disse Carlisle e gli posò poi un mazzo di chiavi sulla mano. "Non mi dire che é un auto" disse prendendo le chiavi. "Esatto, prima però prenderai delle lezioni." aggiunse la madre e i due genitori si trovarono la ragazza che li stringeva non finendo di ringraziarli. "Ma io vi adoro." continuava a dire mentre guardava il mazzo di chiavi. 

Poi, dopo i regali, i Cullen parlarono con gli altri, mentre Winter continuava a girarsi il mazzo di chiavi nelle mani. "Quindi" iniziò Fred "La piccola Winter guiderà." concluse George e la ragazza annuì. "E vi sarete i primi a salirci." "Non pensavamo che ti volessi liberare di noi così presto." scherzò Fred e Winter sorrise. "Dai prendendo delle lezioni saprò guidarla" rispose mentre appoggiava la testa sulla sua spalla. "Stanca?" chiese George con un pizzico di malizia. "Idiota" rispose diventando rossa, i ricordi della sera prima erano ancora vividi. I due risero battendosi il cinque. "Fate così voi, che poi starete in bianco a vita" sussurrò e i due la guardarono. "Certo, come se tu potessi stare lontano da noi." rispose George e Winter sospirò. Avevano ragione, non avrebbe mai potuto stare lontano da loro. Poco dopo, Carlisle chiamò la sua attenzione. "Winnie, andiamo a fare due passi, ti va?" chiese e la ragazza annuì. Salutò i gemelli ed uscì con il padre fuori dalla sala, sotto lo sguardo di tutto. 

Winter lo portò verso la foresta e si fermò. "Cosa devi dirmi papà?" Carlisle guardò la figlia e gli passò una mano nei capelli. "E' una cosa seria" e lì Winter si preoccupò.

La figlia segreta.Where stories live. Discover now