Ventunesimo capitolo

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Il giorno dopo nella scuola c'era un via vai di studenti che salutavano gli amici prima di prendere il treno. Harry e Winter sarebbero andati a casa con la passaporta, quindi Winter passò il tempo a stare con i gemelli, non sapendo quando li avrebbe rivisti.

"Mi promettete che starete attenti e che non vi metterete nei casini?" -gli chiese prima che i due lasciassero il castello. Fred annuì e l'abbracciò. Gli sarebbe mancata. "Te lo promettiamo, e tu vedi di passare a trovarci, non possiamo stare troppo tempo senzaa di te" -concluse George abbracciandola a sua volta. Poi dopo un bacio sulla guancia, i due lasciarono il castello con un pezzo mancante. Winter andò dai genitori che le avevano dato il tempo per salutarli. 

"Odio dover star lontano da loro" -sbuffò e andò ad abbracciare Sirius, che la prese in braccio. "Dai che li rivedrai presto. Ora andiamo" -e tenendola in braccio, si avviò verso l'ufficio del preside con gli altri. Winter appoggiò la testa nell'incavo del suo collo e chiuse gli occhi. Non voleva piangere, l'aveva promesso ai suoi gemelli. 

Una volta arrivati nell'ufficio del preside, questi li salutò e con la passaporta, girarono in tondo prima di appoggiare i piedi sul prato di quella che doveva essere la sua casa. Scese da Sirius e rimase a bocca aperta, quella non era una casa ma un castello. 

"Benvenuta a villa Potter" -le disse il padre sorridendo vedendo la sua espressione. Villa? Quella era una riproduzione in miniatura di Hogwarts. Venne presa per mano dal fratello che la portò all'interno. Che era ancora meglio. La casa era stata arredata con dei mobili in legno d'acero, in salone c'erano due divani a isola bianchi, al centro un camino ad altezza umana con dei ricami lungo i bordi. Andò in cucina e la trovò magnifica. La cucina era molto alla babbana, aveva tutto quello che i cuochi avevano in una cucina professionale. Lì si sarebbe divertita un mondo. Uscì dalla cucina e salì le scale a chiocciola che portavano al primo piano, Harry gli indicò la sua stanza e quando aprì la porta rimase incantata. 

Al centro della stanza un letto formato king a baldacchino faceva la sua presenza, alla sua destra un comodino in legno bianco, alla sua destra una finestra enorme, che scoprì essere un terrazzo piccolino, ma che ci potevano stare dalle cinque alle dieci persone. Davanti al letto una scrivania con su un computer e accanto una libreria con dei libri già messi sugli scaffali. Il tutto era in legno bianco e nero. La madre gli indicò un armadio a tre ante e l'aprì. Si rivelò essere una cabina armadio con tanti scaffali per tutte le sue cose, notò che la metà delle sue cose che aveva a Forks erano state già sistemate. Si avvicinò all'angolo del trucco, dove aveva tutti i trucchi che Alice gli aveva comprato negli anni. Pensando alla ragazza, gli scese una lacrima, se fosse stata lì avrebbe amato quella cabina armadio. Uscì e chiuse le ante. 

"E' perfetta." -disse mentre abbracciava i genitori che ricambiavano felici nel sapere che alla figlia piaceva la stanza. Poi andò in quella del fratello che era della stessa grandezza ma con un arredamento adatto ad un ragazzo. Si tolse le scarpe e si buttò sul letto. "Sai vero che verrò qui ogni sera a darti fastidio?" -gli chiese mentre il fratello la raggiungeva e i genitori andavano a preparare il pranzo, dove sarebbero venuti anche gli zii.

"Puoi venire qui tutte le volte che vorrai." -e la strinse a sé, i due avevano ancora sonno così decisero di dormire, stretti stretti.

Ad orario di pranzo, James andò a chiamarli e si fermò a guardare i suoi figli dormire insieme, stretti l'uno nelle braccia dell'altro e memorizzò quella scena nella sua mente. "Pesti, é pronto il pranzo" -i due si svegliarono e dopo uno sbadiglio, seguirono il padre nel salone, dove Remus e Sirius erano già seduti. Winter andò da Remus e lo abbracciò, l'uomo sorrise e la fece sedere sulle sue gambe. 

"Allora, ti piace la stanza?" -le chiese mentre gli accarezzava i capelli scompigliati e li rimetteva in ordine. "Si, mi piace molto." -confermò e quando la madre portò i piatti in tavola, andò a sedersi al suo posto, ringraziò e iniziò a mangiare la pasta al pomodoro. 

La figlia segreta.Where stories live. Discover now