Quarantesimo capitolo.

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Il resto dei giorni furono normali per Winter, aveva ripreso la sua vecchia routine e aveva sbloccato un nuovo livello insieme ai gemelli. Da quella volta in bagno, era più disinvolta quando si trattava di essere in intimità con i due, quando era tra le loro braccia dimenticava tutti i problemi che aveva avuto. Poi, un giorno la madre gli avvisò che quel giorno avrebbe avuto la sua prima seduta con lo psicologo. Una volta finito il pranzo, ed aver salutato il fratello, gli amici e i suoi fidanzati, raggiunse l'ufficio del Preside dove ad attenderla c'era una donna sulla trentina, con lunghi capelli biondi e due occhi verde acqua. Si presentò. "Ciao, tu devi essere Winter. Io sono Amelia, sono qui per ascoltarti e consigliarti." -disse allungando la mano. Winter sorrise e la strinse. "Si, piacere Winter. Iniziamo da ora?" -si presentò e domandò subito dopo. "Si, starete nella classe due al piano terra. Winter indicagli tu la strada" -disse il preside e le due uscirono dall'ufficio, Winter portò la donna nella classe e chiuse la porta.

"Allora, mettiti comoda, non voglio metterti pressione. I tuoi genitori mi hanno raccontato un po' della tua storia, ma voglio che sia tu a raccontarmela tutta." -iniziò a dire la donna mentre si sedeva difronte alla ragazza, che sentiva una certa tensione. "Beh, non ho molto da dire....i miei l'hanno chiamata perché ho degli scatti di ira che tendono alla violenza, e non va bene" -iniziò a dire la ragazza e la donna prendeva appunti. "Quando ti trovi a far parte di un litigio, quali sono le tue emozioni?" -chiese la donna. "Se è un litigio che riguarda me personalmente, mi sento piena di rabbia, come se volessi far mal del male alla persona. Più volte sono stata provocata e ho alzato le mani, so che non si dovrebbe fare, ma é più forte di me." -rispose mettendosi a suo agio. "Sei mai stata testimone di atti di violenza verbale o fisica nella tua permanenza dalla famiglia Cullen? O da quando sei entrata a far parte della tua famiglia biologica?" -chiese subito dopo. 

"Beh, non ho assistito a nulla di grave, no. Ma si, ci sono stati degli episodi che potrebbero avermi influenzato. Ma con loro non ho mai avuto scatti di ira, sono iniziati da quando ho messo piede in questo mondo, da quando ho saputo di avere una famiglia, da quando ho iniziato la scuola." -rispose cercando di essere quanto più sincera possibile. "Cosa ha scatenato in te, sapere che la tua famiglia biologica era viva?" "Delusione, rabbia. Pensavo perché mi hanno dato via, perché non mi hanno cresciuta. Penso che quello sia uno dei motivi per cui ho questo comportamento." "Si, lo penso anche io. Vedi quando veniamo a conoscenza di cose che credevano ormai chiuse e sepolte, il nostro corpo, automaticamente, si mette sulla difensiva. Diventiamo paranoici, pensiamo che tutti vogliono farci del male, quando non è così. Tutto ciò é dovuto al fatto che il nostro cervello ancora non ha metabolizzato le informazioni, quindi tendiamo ad aggredire quando veniamo provocati, scatenando così un maccanismo di difesa. I tuoi mi hanno detto che sin dal tuo arrivo qui hai subito atti di bullismo. " "Si, da una compagna di stanza. Mi ha rasato i capelli solo perché era gelosa, lì mi sono incazzata davvero tanto per la prima volta." -rispose.

"Poi ci sono stati altri litigi, giusto?" "Si, con persone diverse. Prima con Draco, poi con Angelina e Katie, poi quasi spesso con i gemelli." -rispose alla domanda della donna. "Proprio come detto prima, ti metti sulla difensiva e utilizzi ciò che sai utilizzare meglio, aggredire per non esser aggredita. Ma vedi Winter, la violenza non porta mai a nulla di buono, la violenza aumenta solo il desiderio di farne altra, e non va bene. Ti do un consiglio, quando vieni provocata, o qualcuno vuole litigare con te, ignora. Pensa a qualcosa di bello, a qualcosa che no faccia scatenare la rabia che è in te. Sei adolescente, questi anni sono gli anni in cui ti stai formando, e stai formando la tua persona. Nulla sarà facile, se cedi alla rabbia e alla violenza, ti complicherai solo di più la vita. Un altro consiglio, circondati di persone solari, persone che ti incitano ad essere serena, anche quando subisci un litigio." -disse la donna sorridendo alla ragazza. "Ora mi dispiace, ma l'ora è passata. Ci vediamo la settimana prossima, e scrivi su questa agenda ciò che succede, soprattutto se sei arrabbiata scrivi i tuoi sentimenti qui, aiuta come esercizio" -e gli porse una agenda nera. Poi, la donna salutò la ragazza, che rimase ancora nell'aula pensando a quella prima seduta.

Non era andata male, la donna gli infondeva fiducia e calma, con la sua voce lenta, quasi soporifera, l'aveva messa al suo agio e si era aperta. Dieci minuti dopo, uscì dalla classe e si diresse verso il campo di Quiddich, dove la squadra di Grifondoro si stava allenando. Raggiunse Hermione e Ron sugli spalti e li salutò. "Allora, tutto bene'" -chiese Hermione mentre le sorrideva. "Si, tutto okay. Tra quanto finiscono?" -rispose e chiese mentre rubava una cioccolata al rosso. "Dieci minuti, oggi Baston li ha messi al tappeto." -rispose Ron riprendendosi la cioccolata e diede così inizio ad una finta lotta. Dieci minuti dopo, sugli spalti vennero raggiunti da Harry, Fred e George. "Eccoti, allora andato tutto bene?" -le chiese il fratello mentre gli baciava la guancia. "Si, é una donna simpatica" -rispose ricambiando e poi si avvicinò ai due gemelli che stavano togliendo i guanti. "Allora, oggi Baston vi ha bastonato eh" -disse e i due la guardarono. "Si, ma stasera saremo tutti tuoi" -rispose Fred "E ci ha detto che io vi voglia?" -rispose ironica la ragazza.

"Non tu, ma qualcos'altro si" -rispose vago George e rise quando la vide arrossire. "Touché. Allora andatevi a fare una doccia che puzzate come maiali" -disse e i due finti offesi, l'abbracciarono sporcandola a sua volta. "Io vi uccido" -disse mentre li rincorreva giù dagli spalti e per tutto il campo. "Ora anche tu puzzi come un maiale" -la prese in giro Fred ridendo. Winter, si fermò e con la bacchetta mandò un forte getto d'acqua al rosso, che rimase fermo e tutto bagnato. "Non l'hai fatto davvero" -disse George bagnandola a sua volta con la propria bacchetta, poi si unì anche un fradicio Fred e diedero inizio ad una battaglia con l'acqua. Winter correva per tutto il campo cercando di seminarli, ma poi venne bloccata dai due. "Sei in trappola." -disse Fred avvicinandosi tenendo sempre la bacchetta puntata sulla ragazza, che indietreggiando finì contro il petto di George. "Ooops?" -disse fintamente innocente cercando una via di fuga. "Non puoi fare nulla, e questa situazione mi ricorda qualcosa, vero Georgie?" -disse Fred ridendo. 

Winter si ricordò di quel famoso giorno in cui aveva confessato i suoi sentimenti ai due, ed erano passati tre anni. "Si, ma ora se vogliamo cenare, dobbiamo darci una ripulita." -rispose George e la prese a mo' di sposa. "Dove mi porti?" "Negli spogliatoi, dobbiamo lavarci no?" -rispose ridendo vedendola arrossire. "Io non ne ho bisogno" "Invece si" -rispose Fred ed una volta negli spogliatoi, George la mise in uno dei tanti cunicoli del bagno. Winter si arrese e si appoggiò alla parete sbottonandosi la camicia. I due la guardavano rapiti e  l'aiutarono. Pian piano la situazione si fece sempre più eccitante. Una volta tutti e tre nudi, si buttarono sotto il getto d'acqua e la baciarono. Winter si fece insaponare e baciare dai due, ricambiando il favore. "Ragazzi, so cosa state pensando, ma dobbiamo andare a cena" -disse mentre Fred si inginocchiava e baciava le sue gambe, e George gli aveva portato una mano sul proprio membro. "Lascia che ti diamo da mangiare noi, non te ne pentirai" -sussurrò George al suo orecchio mentre la ragazza muoveva la mano sulla sua erezione.

"Riuscite sempre a convincermi" -rispose prima di ansimare non appena la lingua di Fred andò a contattato con la sua intimità e la divorava. Più Fred andava avanti, più lei muoveva la mano e baciava il rosso. Sentiva la sua intimità chiudersi intorno alle dita del rosso e alla sua lingua e venne, allo stesso tempo venne anche George che gli fece leccare via tutto il liquido bianco. Poi, fece lo stesso con Fred, mentre George prendeva il posto di Fred ed uscirono dagli spogliatoi soltanto quando l'eccitazione era scemata del tutto e lindi e pinti raggiunsero la sala grande per la cena. Quando si sedette accanto a Harry, sentiva le gambe cedere, ci erano andati forte e le sue gambe erano due caramelle gommose. Sbadigliò e dopo aver mangiato una coscia di pollo, poggiò la testa sulla spalla del fratello, sentendo il sonno impadronirsi di lei. "Non dormire qui, tra poco andiamo in stanza" -le disse il fratello, ma ormai la ragazza si era addormentata sulla sua spalla. Così Harry, a cena finita, l'aveva presa in braccio e portata nella sua stanza, non potendo entrare nel dormitorio femminile, l'avrebbe fatta dormire con lui. 

La figlia segreta.Where stories live. Discover now