- Il ritratto -

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Leo aveva provato a far colpo su moltissime ragazze, ma nessuna di loro aveva dimostrato anche il minimo interesse nei suoi confronti, e anche se non voleva ammetterlo ci restava sempre male quando lo rifiutavano.
Ci aveva provato con le ragazze di Apollo, Afrodite, Ermes, Demetra, e perfino con Chione, la nemica giurata di Piper, ma tutte loro o lo consideravano un idiota o un "tipetto divertente ma non da prendere sul serio"
In un momento di disperazione aveva anche pensato di provarci con Piper per poi ricordare che era follemente cotta di Jason.
Un tipico giorno di primavera, quando i lavori per la costruzione dell'Argo II erano ancora in corso, era andato a trovarla nella sua cabina "Piper, qual'è il mio problema?"
"beh, Leo, se fai a gara con gli Stoll per vedere quante ali di pollo riesci a metterti in bocca, è ovvio che poi ti senti male"
"parlo del mio problema con le ragazze!"
Piper lo guardò di traverso "non hai nessun problema con le ragazze"
"e allora perché tutte non fanno che evitarmi?"
"e vieni a chiedere consigli di questo tipo a me?"
"scusa, devo aver sbagliato figlia di Afrodite, magari Drew..."
"okay, okay, scusa" si affrettò a dire Piper "ti ripeto che non hai nessun problema con le ragazze. Se non le piaci vuol dire che non è quella giusta, tutto qui"
"e quando arriverà quella giusta?"
"quando sentirai le farfalle nello stomaco e il cuore accelerato, saprai che è quella giusta"

Eppure continuava a ripetersi che presto sarebbe arrivata quella giusta, doveva solo continuare ad aspettare. Ma lei non arrivava mai e Leo iniziava a perdere le speranze.
Fino a quando non aveva incontrato Calipso. Parlare con lei lo rendeva nervoso, gli faceva venire voglia di starle sempre accanto e ogni cosa che vedeva gli ricordava lei.
Se non altro quella era la sua isola, ma quando si è innamorati non si capisce più niente.
Leo però temeva che Calipso fosse l'ennesima ragazza che lo guardava storto e lo rifiutava, dato che aveva ricevuto segnali molto chiari da parte sua.
Non voleva avere niente a che fare con lui, una sorta di elfo bassino con i capelli ricci appassionato di meccanica.
Così si era fatto forza e si era buttato sull'unica cosa che era in grado di fare: costruire.
Voleva trovare un modo per lasciare Ogigia, anche se gli doleva il cuore dover lasciare Calipso, l'unica ragazza per cui avesse provato davvero interesse. 
Ma nonostante lo trovasse irritante, Calipso tornava e gli dava una mano nei lavori. Stavano insieme per ore, parlando di meccanica e cose varie e a Leo piaceva davvero tanto starle vicino.
Quando era arrivato il giorno della sua partenza, aveva pensato che Calipso fosse contenta di aver di nuovo pace e tranquillità e che sarebbe stata contenta di vederlo andare via.
Invece aveva fatto una cosa inaspettata: lo aveva baciato.
Leo non aveva mai baciato una ragazza e rimase sospeso dall'odore inebriante che la ninfa avrebbe lasciato su di lui nei giorni a venire.
Da quell'evento inaspettato un pezzetto del suo cuore era rimasto su Ogigia insieme alla promessa che le aveva fatto.
"tornerò a prenderti Calipso. Lo giuro sullo Stige"

Giorni dopo la partenza dall'isola, Leo Valdez è nella sala macchine, sotto un gigantesco motore che cigola sdraiato sulla schiena su una sorta di carrellino con le ruote.
Lavorare sulle sue creazioni riusciva a distrarlo da tutti i suoi pensieri e dai Drammi di Corte, che si tenevano nella parte alta della nave.
Odia doverlo ammettere ma quando ci si mettevano, i suoi amici riuscivano a dargli proprio sui nervi. Sono tutti così fidanzati e così innamorati.
Mentre Leo si china a prendere una chiave inglese, sente dei passi risuonare sul pavimento di legno
"Leo?"
Nel sentire il suo nome, il ragazzo alza la testa di scatto ma sbatte contro il soffitto metallico procurandosi un bernoccolo lí dove ha sbattuto.
Impreca e poi si tira fuori da sotto la macchina.
Il carrellino cigola sotto il suo peso.
Appena fuori vede Hazel a testa in giù "ehy, che ci fai quaggiù nei sotterranei del palazzo? Non dovresti essere lassù a goderti le danze e i drammi di corte?"
Hazel - capovolta lo fissa con un sguardo imperscrutabile, come se stesse decidendo se fosse pazzo o no "per caso è una di quelle tue battute del XXI secolo che non posso comprendere?"
Leo si libera del carrettino e si gira su un lato, in modo che potesse ricapovolgere Hazel "che ci fai qui?" decide di tagliare corto.
Hazel e il suo sarcasmo sono e resteranno sempre due mondi separati.
"sono venuta a vedere come stai" dice lei, sedendosi a gambe incrociate sul pavimento di legno, senza che l'abbia invitata a farlo.
Leo decide di darsi un contegno e tirarsi a sedere, tastandosi il bernoccolo fresco tra i ricci scuri "e perché credi che io non stia bene?"
Hazel sospira come se la sua domanda fosse ovvia "è da quando sei magicamente ricomparso che ti comporti in modo strano. Non sei più il Leo fastidioso che conosciamo tutti"
La conversazione si è spostata su un tasto dolente e Leo deve alzarsi e fingere di star cercando qualcosa nella sua cassetta degli attrezzi per non far vedere all'amica che gli stavano tremando le mani "non so di cosa tu stia parlando. Sono sempre il solito"
"oh, andiamo Leo. Anche mio fratello ha notato che non sei odioso come al solito, e me lo ha fatto presente dicendomi che dovevi aver sbattuto la testa da qualche parte"
"che carino che tuo fratello si preoccupi per me"
A quel punto Hazel si alza e gli si para davanti pronta a fronteggiarlo "so che non ci conosciamo da tanto, che sono romana e che fai fatica a parlare con me perché conoscevo tuo nonno, ma puoi fidarti, Leo. Per me c'è stato Sammy e adesso io ci sono per te" fa una pausa per decidere se continuare o meno "quindi sputa il rospo"
Leo smette di frugare a caso nella cassetta degli attrezzi e alza lo sguardo negli occhi color nocciola di Hazel. Si convince che parlarne gli farà bene.
"beh... c'è questa ragazza..." inizia a dire scandendo piano le parole.
"una ragazza, dici?" domanda Hazel con un ghigno soddisfatto stampato in faccia "ci avrei scommesso"
Leo riprende a parlare non molto colpito da quella affermazione "è una ninfa, si chiama Calipso e abita su un isola che non compare sulle carte nautiche. Mi ha aiutato a costruire la zattera che mi ha riportato qui, ed è da quando me ne sono andato che non riesco a smettere di pensare a lei. A questo punto ti chiedo, Levesque, perché? Perché adesso che lei non c'è mi sento così... così inutile?"
Hazel ascolta tutto il seguente riassunto della permanenza di Leo su Ogigia e quando lui finisce di parlare, dice "tu mi chiedi perché non smetti di pensare a lei. È perché sei innamorato, Leo. Si, sei palesemente cotto di questa Calipso"
Il ragazzo sente il suo cuore esplodere in fuoco e fiamme e arriva a domandarsi se non stesse veramente bruciando "e non è la parte peggiore. Le ho promesso che sarei tornato a prenderla. L'ho giurato sullo Stige" aggiunge un po' in imbarazzo.
Il sorriso di Hazel si affievolisce "Leo, i giuramenti sullo Stige se infranti possono portare a gravi conseguenze e lo sai. Perché lo hai fatto se sapevi che andandotene non l'avresti più rivista?"
Leo riflette sulla domanda in silenzio, mentre il ronzio del cuore di metallo dell'Argo II gli entra nelle orecchie "forse perché una parte di me voleva sperare che non fosse vero, che un giorno l'avrei rivista" poi si rianima "ed è quello che succederà. Quando sconfiggeremo Gea, se non saremo morti tutti, troverò il modo di tornare da lei"
Hazel lo guarda come se fosse un cucciolo di cerbiatto appena nato che non riesce a reggersi sulle proprie zampe "l'amore a volte ci fa fare cose assurde, Leo. Sei sicuro di riuscirci?"
"se sono sicuro? Per niente, ma devo provarci ugualmente" prende una pinzetta dalla cintura degli attrezzi e ritorna a lavorare sulla sua macchina "ma cosa succederebbe se passassero anni? Ci abbiamo messo solo un mese per arrivare a Roma, poi dobbiamo ancora salvare Percy e Annabeth..." evita di aggiungere se sono ancora vivi, perché teme di apparire pessimista "... senza contare che abbiamo ancora un sacco di strada da fare prima di arrivare a Gea. E se mi dimenticassi il suo viso? Faccio già fatica a ricordarmi i suoi delicati lineamenti, cosa succederebbe se mi dimenticassi com'è fatta, se non riuscissi più a evocare il suo ricordo nella mia mente?" Leo si accorge di essersi fatto prendere dallo sconforto più profondo e decide di darci un taglio dato che non vuole influenzare Hazel con la sua negatività.
Lei resta in silenzio mentre osserva Leo lavorare in silenzio. Probabilmente non sa cosa dire per farlo sentire meglio "che ne dici se dopo che hai finito di sistemare questo" dice indicando il motore con un gesto vago della mano "non vieni nella mia cabina e mi aiuti a fare un ritratto di Calipso?"
Leo smette di maneggiare con le pinzette ma rimane voltato di schiena "dici sul serio?"
Hazel sorride "certo, sciocco. Non me la cavo per niente male con i ritratti e se mi descrivi per bene l'aspetto di Calipso, di sicuro riuscirò a disegnartela. Allora, ci stai?"
Leo non ha bisogno di pensarci "certo che ci sto" risponde con troppo entusiasmo "ehm... grazie Hazel. Davvero, nessuno ha mai fatto niente del genere per me"
Lei si alza in piedi "allora posso considerarmi fortunata. Ma non farci l'abitudine, Valdez, d'accordo? E togliti quel muso lungo dalla faccia, abbiamo bisogno di qualcuno in grado di alleggerire la tensione sulla nave e non so cosa succederebbe se anche tu diventassi come mio fratello" e detto questo, Hazel ritorna sui suoi passi e esce dalla sala motori.
Leo riprende a lavorare sulla sua macchina e per la prima volta da molti giorni, riesce a sorridere.

ᗴᖇOI ᗪᗴᒪᒪ'OᒪIᗰᑭO ᵒⁿᵉ ˢʰᵒᵗ Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora