- La promessa -

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What if...#1
(libro n°5: lo scontro finale; capitoli 11 e 12)

<<Percy>> intervenne Annabeth <<lasciami venire con te>>

<<è troppo pericoloso>> replicai <<e poi, mi servi qui. Devi aiutare Micheal a coordinare la difesa. Io distrarrò i mostri. Voi riunitevi e togliete di mezzo i mortali addormentati. Poi potete attaccare i mostri mentre io li tengo concentrati su di me. Se c'è qualcuno che può fare tutto questo, sei tu>>

Micheal sbuffò <<grazie mille>>

Io non staccai gli occhi da Annabeth. 

Lei annuì con riluttanza <<e va bene. Muoviti>> 

E giuro che era quello che stavo per fare ma, inspiegabilmente, mi bloccai. Accidenti, se solo non ci fosse stata quella fastidiosa vocina nella testa che mi imbottiva di rimproveri. Quella volta mi stava dicendo che c'era una cosa che dovevo fare prima. Beh, sapete... prima che i mostri mi uccidessero e banchettassero con le mie viscere.

Scossi la testa, mormorando tra me e me che era una pessima idea. Avevo avuto un sacco di pessime idee nel corso degli anni ma quella le batteva tutte di mille punti di vantaggio.
Tolsi il tappo di Vortice e impugnai la spada, pronto a partire alla carica...

Eppure niente. Rimasi fermo con i piedi piantati nel cemento come radici, guardando il nemico con gli occhi ma con la testa ero da tutt'altra parte. Precisamente e pochi metri di distanza.

Qualcuno iniziò ad agitarsi e bisbigliare. Come biasimarli? Avevo appena messo appunto un piano quasi perfetto e invece me ne stavo immobile come un'ebete a pensare a cose che, con la guerra, non avevano niente a che fare.

<<ehm, Percy?>> 

Non mi voltai. Sapevo chi era stato a parlare e la mia testa non aveva bisogno di ulteriori conferme.
Piccolo indizio: quella voce mi provocò le farfalle nello stomaco.

<<maledizione>> imprecai tra i denti, quando il cuore iniziò a battere più forte. Mi portai una mano al petto, nel vano tentativo di farlo rallentare.

<<se ci hai ripensato, posso venire con te>> propose Annabeth, interpretando il mio strano comportamento come un'esitazione. 

<<no, non ci ho ripensato>> ma sapevo che lei non l'avrebbe accettata come unica spiegazione. 

E infatti riprese, irritata dal mio cambio d'umore brusco <<e allora che stai aspettando?>> 

Mi limitai a non rispondere perché sapevo che la mia motivazione non le sarebbe piaciuta. D'altronde non piaceva neanche a me ma, ehy, è questo il rischio che si corre quando si ha un cuore che concorre alle gare di corsa per le Olimpiadi. 

Questo mio lungo silenzio stava mettendo in ansia gli altri semidei. Se fossi stato uno di loro mi sarei preso a sberle.

<<Percy, noi apprezziamo il tuo coraggio>> intervenne Will Solace da una delle file indietro, per incitare a gettarmi nel braccio della Morte <<ma, ehm, non abbiamo tutto il giorno>>

Finalmente mi voltai, sempre stringendo l'impugnatura di Vortice in una presa micidiale fino a far sbiancare le nocche delle mani <<prima devo fare una cosa>> 

Annabeth non fu contenta di quella risposta. Con una mano impugnava il suo pugnale, con l'altra si pizzicò la base del naso, un chiaro segno di frustrazione. Forse stava prendendo in considerazione le decine di modi in cui poteva sbizzarrirsi ad uccidermi. C'era davvero l'imbarazzo della scelta <<ed è una cosa così urgente, Percy? Non può aspettare?>>

ᗴᖇOI ᗪᗴᒪᒪ'OᒪIᗰᑭO ᵒⁿᵉ ˢʰᵒᵗ Onde histórias criam vida. Descubra agora