- Una serata di gala -

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Annabeth voleva solo avere una giornata tranquilla. Si era già immaginata se stessa seduta alla sua scrivania che finiva di progettare il tempio di sua madre e poi, magari, sarebbe anche andata da Jason per chiedergli consiglio. Invece si ritrovó nella cabina tre, con un Percy sdraiato su di lei e che minacciava di travolgerla del tutto. Com'èra finita in quella situazione? Tutta colpa di Percy. La loro conversazione è stata un qualcosa del tipo:
"Ehy, Beth"
"Cosa vuoi, Percy?"
"Che fai?"
"Sto lavorando"
"Ed è una cosa importante?"
"Molto"
"Potresti smettere per qualche minuto?"
"No"
"Allora vieni a lavorare da me"
"Con te che mi distrai? No, grazie"
"Mi trovi affascinante e maledettamente irresistibile, eh?"
"Il tuo ego è maledettamente alle stelle"
Fu abbastanza chiaro come andó a finire: Annabeth si portó il computer dietro, ma Percy si lamentava costantemente del fatto che stava sempre appiccicata a quell'aggeggio, così si sedette sul letto con lui e alla fine si addormentarono. Non era così che doveva andare da programma, ma non rimpianse la piega che avevano preso gli eventi.
Si dimenticò, perfino, del tempio di sua madre. La pace non duró a lungo.
Bussarono alla porta. Annabeth mugoló qualcosa, ancora mezza addormentata. Sollevó leggermente la testa e vide che Percy era, praticamente, disteso su di lei; con il suo braccio che le cingeva la vita e con i suoi ciuffi neri che le sfioravano la fronte. Annabeth si voltó a pancia in sù con l'agilità degna di un bradipo.
Bussarono ancora, ma più forte.
Annabeth scosse il ragazzo per una spalla, ma priva di energia - Percy - lui seppellì la faccia nei suoi capelli - Percy, svegliati, c'è qualcuno alla porta -
Il figlio di Poseidone borbottó qualcosa in greco che risultó completamente incomprensibile.
Annabeth sbadiglió - Dai, non fare il bambino, hanno appena.... -
Questa volta, spalancarono direttamente la porta. La ragazza dovette mettere una mano davanti alla faccia per non restare accecata dalla luce che era entrata nella cabina. Percy balzó a sedere - ma cosa...? -
Quando Annabeth vide chi era, si sveglió completamente - oh, santo cielo -
- hh, no. Vi prego, no! - Percy si lasciò ricadere all'indietro - che ci fate voi due qui? -
In un primo momento, Annabeth credette che fosse una semplice allucinazione ma poi, man mano che passavano i secondi, capì che Poseidone e Atena erano davvero lì.
Dalla loro postura sembrava che non fossero contenti di essere venuti insieme: se ne stavano ad almeno un metro di distanza l'uno dall'altra.
Annabeth si mise seduta e cercò di sistemarsi quantomeno i capelli - ciao, mamma - di solito, salutare era un buon educazione. Non poteva dire lo stesso del suo ragazzo.
- quel tipo biondo con gli occhiali ci ha detto che eravate qui - rispose Atena con una punta di disgusto sulla lingua.
- tipo biondo con gli occhiali?... Dev'essere Jason - ipotizzó Annabeth.
- Io lo ammazzo quello sporco traditore - brontoló Percy - che ci fate qui? Insieme, per di più -
- abbiamo bisogno di un favore - taglió corto Poseidone, lisciandosi le maniche sgualcite della camicia hawaiana.
Il ragazzo tornó di nuovo seduto - se è un'altra missione suicida per salvare il mondo, io mi tiro fuori -
Annabeth lo fulminó con lo sguardo: erano pur sempre dei. Un'occhiata e potevano incenerirli seduta stante.
- Non è una missione, se serve a farti stare tranquillo - disse Atena - È più una questione... personale -
Percy e Annabeth si scambiarono uno sguardo teso: la rivalità dei loro genitori aveva sempre influito sulla loro relazione.
- Dobbiamo preoccuparci? - chiese cauta Annabeth.
Poseidone respiró a fondo - Ogni 400 anni, Zeus organizza un ballo sull'Olimpo a cui partecipano tutti gli dei. Ognuno di noi può portare uno dei loro figli, quello che ritiene il più forte - fece una pausa, Atena gli metteva soggezione - Insomma, per noi è un'occasione per fare invidia agli altri -
In poche parole, facevano a gara a chi aveva il figlio più potente.
Percy sbuffó - E, fatemi indovinare, voi due volete che vi accompagniamo-
- separatamente - si affrettarono ad aggiungere i due dei.
Il ragazzo prese in considerazione l'idea - secondo me, dietro c'è un tranello -
La dea della saggezza incroció le braccia - hai sempre fatto fatica a fidarti delle persone, non è vero Perseus? -
- Senti un po'chi parla, tu brutta... - Annabeth gli tappó la bocca prima che tra il suo ragazzo e sua madre scopiasse la Terza Guerra Mondiale - quello che Percy stava cercando di dire è che ci farebbe molto piacere accompagnarvi a questa festa-
Percy si imbronció - Ma non ne abbiamo neanche parlato -
- Ci saremo - garantì Annabeth, stringendogli il braccio per farlo stare zitto.
- domani sera. Siate puntuali - si raccomandó Atena, poi lei e Poseidone sparirono in una nuvoletta di fumo.
Percy la guardó con gli occhi di un cucciolo supplicante - Dobbiamo andarci per forza? -
Annabeth incroció le gambe - Eddai, Testa D'alghe, non ci hanno mica chiesto di scalare l'Everest. È solo una festa, andrà tutto bene -
Percy appoggió la testa sulla sua spalla - sono certo che sarà straziante-
- Sai cos'è straziante? - rise la figlia di Atena - sentirti lamentare -

ᗴᖇOI ᗪᗴᒪᒪ'OᒪIᗰᑭO ᵒⁿᵉ ˢʰᵒᵗ Where stories live. Discover now