- Sveglia! -

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Ogni tanto, i ragazzi, organizzavano delle gite di un giorno per uscire dai confini del campo e andare a prendere un po' d'aria. Quel giorno sarebbero dovuti andare a Philadelphia (un posto casuale sulla mappa) e avrebbero dovuto fare quasi tre ore di macchina per arrivarci.
Ogni volta che decidevano di uscire e si davano appuntamento la mattina presto ai piedi della collina Mezzosangue, riscontravano sempre il solito problema: Percy Jackson.
Il figlio di Poseidone era il più entusiasta di partire ma la mattina era una vera e propria palla al piede.
Riusciva a stroncare i piani di Annabeth, facendola arrabbiare e imprecare contro il ragazzo, blaterando cose sulla responsabilità e sul modo corretto di usare la sveglia.
Quel giorno non fu diverso dagli altri:
Leo ed Hazel erano seduti ad un tavolo da pic nic e stavano consultando Google Maps
("cos'è questa linietta azzurra?"
"È la strada che dobbiamo fare, Hazel"
"Oh, e queste gialle?"
"sono le altre autostrade, Hazel"
"Capito. E questi rettangolini bianchi con su scritto wi-ci?"
"Sono i gabinetti!")
Jason e Frank stavano caricando gli zaini nel bagagliaio del furgoncino di Leo; Nico era seduto sull'erba mentre Will gli sistemava il cappello scuro alla Dora l'Esploratrice che gli aveva prescritto da indossare per evitare che gli si bruciasse la faccia.
Piper e Annabeth stavano ancora aspettando che Percy uscisse dalla cabina tre.
È già.
Erano le 7.30, l'orario predefinito per il ritrovo, e si stimava che Percy fosse ancora a letto.
Annabeth pestó, frustata, un piede a terra. Più Piper la guardava, più si complimentava con sé stessa per l'ottimo lavoro che aveva fatto nel vestirla: la biondina indossava degli stivali neri (stile cavallerizza), dei pantaloncini corti di jeans e una felpa con la zip che le lasciava scoperto il collo e le ricadeva sotto le spalle, appena sopra il seno. Piper si era data, mentalmente, un cinque con sé stessa e ringraziava sua madre per averle trasmesso un minimo di senso dello stile. All'inizio la figlia di Atena aveva protestato, ma Piper l'aveva messa a tacere.
Per quanto riguardava lei, Piper indossava una canottiera verde e un paio di jeans scoloriti con una penna d'aquila dello stesso colore che le pendeva dalla treccia scura.
- ma si può sapere cosa sta facendo quell'idiota? - domandó Annabeth, continuando a camminare irrequieta su e giù per il prato.
- a che ora gli avete detto ci saremmo incontrati? - brontoló Nico, allontando Will per l'ennesima volta mentre gli spalmava la crema solare
- L'orario era giusto. L'unica cosa che non funziona è il cervello di Percy -
- okay, okay - Leo aveva finito di consultare Google Maps - che sia funzionante o no, non mi interessa. Io voglio partire e Acquaman me lo sta impedendo. Quindi facciamo qualcosa -
- Lo lasciamo qui? - propose il figlio di Ade.
Will gli diede un pugnetto sul braccio
- Nico! Non lasceremo indietro nessuno -
Frank e Jason chiusero il bagagliaio - fatto! - e si scambiarono il cinque.
- svegliamolo - propose Hazel - così si prepara e possiamo partire -
- ottima idea, Hazel - si congratuló Leo - peccato che non possiamo sfondargli la porta -
Jason alzó una mano - non vedo perché no -
Piper lo fulminó con lo sguardo
- Jason! Non sfonderemo la porta di Percy -
- anche perché poi ci tocca ripagargliela - borbottó Nico di Angelo.
Il ragazzo abbassó, sconfitto, lo sguardo. Annabeth tentó di coprirsi le spalle ma la forma larga del modello della felpa non glielo permise
- aspettate un momento. Ho un idea - poi si diresse verso il furgoncino e aprì il bagagliaio.
Dalla tasca esterna del suo zaino estrasse un mazzo di chiavi dal quale pendeva un portachiavi a forma di civetta, poi tornó da loro. Frank indicó l'oggettino scintillante che teneva in mano - dove le hai prese tutte quelle chiavi? -
Annabeth sorrise: sollevó una chiave scura e rovinata - questa è dell'appartamento di mio padre e della mia matrigna - cambiò chiave e ne mostró una grigia - questa è della cabina di Atena - ne prese un'altra - e questa bianca apre lo studio sull'Olimpo con tutti i miei progetti. Poi ce ne sono altre di cui non ricordo nemmeno l'utilità - fece cenno agli altri di seguirla. Salì il portico della cabina tre ed estrasse dal mazzo una chiave blu, che poi infilzó nella toppa. Jason si fece avanti - aspetta, aspetta, aspetta - le indicó la chiave - vuoi dirmi che hai una copia della chiave della cabina di Poseidone? -
Annabeth si voltó e gli sorrise - Jason, vuoi davvero sapere perché ho una copia della chiave che apre la cabina del mio ragazzo? -
Jason spalancó gli occhi, mandando una scarica elettrica a Nico che gli stava accanto - ecco cosa facevate voi due, ieri sera mentre... -
Piper gli tappó la bocca con una mano - ti ringraziamo, Jason, per aver riesumato questo ricordo. Adesso, per favore, che ne dite se andassimo a svegliare il nostro Bell'addormentato Nel Bosco? -
Annabeth giró la chiave azzurra nella toppa e fece scattare la serratura. Prima di entrare, si portó un dito alla bocca per dire agli altri di fare silenzio. Poi entrarono.
Come avevano immaginato, Percy era sempre a letto. Era ancora addormentato a pancia sotto e stava abbracciando il cuscino.
Poi era a petto nudo.
Questo particolare costrinse Jason e Leo a coprirsi la bocca per non scoppiare a ridere. I ragazzi restarono indietro mentre Annabeth si avvicinava verso il letto. Si sedette sul materasso e scosse delicatamente Percy per una spalla nuda - Percy -
Il ragazzo mugoló dentro il cuscino, muovendosi leggermente.
La figlia di Atena ritentó - Percy, devi alzarti -
Lui non diede segni di vita.
Annabeth cominciava a perdere la pazienza - ti do un'ultima possibilità, poi passerò alle maniere forti: alzati -
Niente.
Piper si schiarì la voce - Beth, non mi sembra il caso di scaldarsi tanto... -
Leo la zittì, sorridente - io voglio vedere come va a finire -
- pure io - aggiunse Nico, con un sorrisetto da sadico.
Annabeth sorrise sarcastica - Bene. Vuoi la guerra, Testa D'alghe? E guerra sia - poi uscì dalla cabina tre.
I ragazzi la videro marciare verso lo sgabuzzino della Casa Grande e uscirne con un secchiello di dimensioni smisurate.
- Oh no - mormoró Will, intuendo le sue intenzioni.
Annabeth afferró il tubo dell'acqua e inizió a riempire il secchio.
- qui si mette male - disse Frank.
Annabeth tornó da loro con il pesante secchiello tra le braccia.
- Annabeth, non mi sembra una buona idea - cercó di avvertirla Hazel.
Leo zittì anche lei - Oh, si, fallo -
Jason contrasse la bocca in una smorfia - non lo farà-
Annabeth si accostó al letto del figlio di Poseidone - a mali estremi, estremi rimedi -
- Si, che lo farà - esclamó eccitato Leo.
Annabeth gettó il secchio con l'acqua gelata addosso a Percy.
Leo inizió a ridere a crepapelle.
Il povero ragazzo vittimizzato, spalancó gli occhi, gettandosi indietro i capelli bagnati. La figlia di Atena posó il secchio a terra.
- ma che problemi hai?! - gridó il ragazzo, completamente fradicio. Per lui non sarebbe stato un problema asciugarsi.
Annabeth incroció le braccia sul petto
- in macchina. Fra 10 minuti - detto questo uscì dalla cabina tre.
- non ci credo che l'ha fatto veramente - disse Will.
- lei è Annabeth - rispose Nico, ridendo - che cosa ti aspettavi? -

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