- Nei suoi occhi -

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Annabeth non amava divertirsi.
Era questo il cruccio della sua esistenza.
In realtà ad Annabeth piaceva divertirsi, ma solo se a modo suo.
Non era una ragazza da feste dopo il coprifuoco, né da bigodini tra i capelli, e certamente non era una che spettegolava.
Non le interessavano le cose che solamente interessavano alle ragazze della sua età. Non era aggiornata sui pettegolezzi, di ragazzi ne aveva avuto abbastanza e non cambiava di certo abbigliamento a seconda dell'umore.
Tra le ragazze della sua età le sembrava di essere un'estranea, di venire da un altro pianeta, nonostante vivessero nello stesso posto con le stesse regole e le stesse abitudini.
Ad Annabeth non piacevano le feste, ad Annabeth piaceva il silenzio, la pace, la tranquillità.
Poteva sembrare un paradosso, ai semidei non era concessa pace ma quando aveva un momento — anche solo un momento chiudeva le enciclopedie della sua mente, spegneva le rotelle del suo cervello e lasciava che la sua anima vagasse tranquilla senza guinzagli o lacci che la tenevano incatenata alla realtà.
C'era chi per rilassarsi aveva bisogno di sfogare le proprie emozioni e a chi invece bastava sedersi e organizzare le idee.
Soprattutto adesso che la guerra si avvicinava sempre di più, cresceva il bisogno di vivere e fare quello che non si era mai fatto come se fosse l'ultima opportunità per essere giovani e spensierati. Nell'aria si percepiva la paura della guerra. Si evitava perfino di parlarne a volte come se già si considerassero spacciati.
E questi erano gli ultimi momenti in cui potevano comportarsi come ragazzi normali.
Ma Annabeth, nonostante desiderasse ardentemente poter essere una semplice mortale anche se solo per un giorno, non aveva mai sentito il bisogno di sfidare la morte per sentirsi viva.
Ci pensavano già le profezie per quello.
Per cui potete immaginare il suo sconcerto quando la invitarono un pomeriggio a scendere in spiaggia.
Annabeth, in tutta onestà, non voleva. Non si era mai sentita pienamente a suo agio all'interno di un gruppo.
<<dai, Annabeth, vieni con noi per una volta, te ne stai sempre qui al buio e... >>
E mentre cercava una scusa abbastanza credibile per declinare l'invito, Percy e Rachel le passarono davanti, unendosi al gruppo clandestino degli Stoll.
La voce di Silena si affievolì e scomparve nell'aria.
Annabeth tentò di distogliere lo sguardo ma non ci riuscì. Vederli insieme era come avere una lama piantata nel cuore, che ogni giorno spingeva sempre più a fondo. Ma non ce la faceva a strapparla via.
Sarebbe stato come strappare via un pezzo di sé.
E mentre lei se ne stava lì con l'anima ridotta a brandelli, lui rideva con un'altra.
Oh, se solo tu sapessi come mi stai riducendo forse a quel punto non rideresti più.
Ma non ci riesco a strapparti via da me quindi me ne sto qui in disparte a osservare da fuori come mi distruggi piano piano.
<<... e mi sembrano ottimi motivi per lasciare questo postaccio almeno per qualche ora... ma, Annabeth, almeno mi stai ascoltando?>>
Quando venne bruscamente strappata dal fiume dei suoi pensieri, rimase vuota a fissare l'amica come un'ebete non avendo capito una sola parola di quello che aveva detto. Ma finalmente riuscì a distogliere lo sguardo da Percy e Rachel <<io... come?>>
Silena si portò i capelli setosi su una spalla e alzò gli occhi al cielo <<è chiaro che hai altri pensieri per la testa>>
Annabeth abbassò lo sguardo e si mordicchiò distrattamente il labbro inferiore. Ovvio che aveva altri pensieri per la testa.
Tralasciando la questione Percy e Rachel, c'era una guerra all'orizzonte. E invece di prepararsi a dovere, intensificare gli allenamenti e cercare di scoprire i punti deboli del nemico, loro si preoccupavano di divertirsi, come se fosse davvero una questione di vita o di morte.
Quando tornò a sollevare lo sguardo sentí il viso andare in fiamme.
Percy, che fino a qualche secondo prima non sapeva nemmeno della sua presenza lì, adesso la stava fissando. Anche con Rachel appiccicata sul fianco che non la smetteva di blaterare come un'oca in calore, lui guardava lei.
Doveva aver capito quale fosse l'argomento di discussione, perché la sua espressione tradiva i suoi pensieri. Percy aveva uno strano luccichio negli occhi, una scintilla che non aveva mai notato.
Annabeth distolse lo sguardo in fretta prima che le venisse un attacco di cuore.
Tornò a rivolgersi a Silena, che ancora aspettava impaziente una risposta <<va bene>>
La ragazza sgranò gli occhi <<dici sul serio?>>
Questa sarà la mia rovina <<si, davvero>>
<<oh, sì ci divertiremo! Aspetta qui un attimo, vado a dirlo agli Stoll, non ci crederanno mai!>>
Ma Annabeth aveva già smesso di ascoltare, e sentiva solo il galoppare veloce del suo cuore. Non le interessava la spiaggia, o il mare. Le importava del suo amico.
Se non poteva avvicinarglisi almeno avrebbe potuto controllare che Rachel non gli saltasse addosso.
Ma quando Annabeth sollevò lo sguardo un'altra volta dopo aver raffreddato le guance, Percy stava già guardando altrove.

ᗴᖇOI ᗪᗴᒪᒪ'OᒪIᗰᑭO ᵒⁿᵉ ˢʰᵒᵗ Where stories live. Discover now