- Can't remember to forget you -

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L'Argo II iniziò piano la sua discesa verso la terra ferma, facendosi spazio tra le nuvole e l'immensità del cielo.
Chiunque avesse alzato lo sguardo verso l'alto avrebbe sicuramente notato la gigantesca triremi greca che proiettava la sua gigantesca ombra sulla città romana.
Da lassù, invece, Nuova Roma sembrava minuscola, delle dimensioni di una noce.
Il vento che sventolava la vela dell'albero maestro, i campi sottostanti, verdi e rigogliosi, le nuvole bianche in contrasto al blu intenso del cielo.
Dall'esterno, quella era senza dubbio una visione afrodisiaca.
Dall'interno della nave... non così tanto.

••••

<<Ascoltatemi, e se...?>>
<<Per la barba di Efesto, smettila con questi "e se", mi stai fondendo il cervello!>>
<<Che scoperta! Non sapevo avessi un cervello! Hai contattato il Mago di Oz prima di partire?>>
<<Almeno il mio è di dimensioni normali!>>
<<Va' al diavolo, Valdez!>>
Se le parole fossero gesti, sull'Argo II volerebbero delle sedie.
<<BASTA! Finitela, tutti e due!>>
La potenza della lingua ammaliatrice riuscì a mettere i due al loro posto.
Piper — con la treccia scompigliata dal vento e un'esaurimento nervoso in corso — lanciò un'occhiataccia a Leo e dopo si rivolse ad Annabeth, addolcendo il tono della voce, in previsione di quello che aveva da dirle.
<<Lo so che non sapere le cose è stressante per una Figlia di Atena, ma tutte queste domande non ti faranno sentire meglio.>>
Annabeth incrociò le braccia sul petto, per niente colpita da quelle parole. Anzi, se possibile, ancora più irritata. <<Quindi stai dando ragione a Leo? E da quando?>>
Lui si atteggiò in una smorfia di superiorità. <<Da quando non ho un Disturbo Ossessivo Compulsivo per il controllo!>>
Lo ignorarono. Per la quinta volta in un'ora.
E non era nemmeno un record.
Piper provò a mascherare la sua frustrazione, ma senza riuscirci.
Prese le mani dell'amica e le strinse tra le sue. <<Andrà tutto bene, Annabeth.>>
<<E invece no, è quello che sto provando a dirti da un'ora!>> sbottò <<è una pessima idea, tutto questo è una pessima idea!>>
Dal ponte di comando, Leo gemette, sofferente, mentre ruotava il joystick senza entusiasmo <<Ed eccola che ricomincia...>>
<<Leo>> Finalmente Jason si degnò di prendere parte al dibattito. <<Chiudi. La. Bocca.>>
<<All'inizio mi sembrava una buona idea — e anche l'unica — ma adesso sento che la nostra visita diplomatica finirà con un bagno di sangue. Il nostro sangue! Appena ci vedranno, i Romani non perderanno tempo e ci bombarderanno...>>
<<Leo ha mandato un ologramma.>> le ricordò pazientemente Piper. <<Non ci colpiranno.>>
Annabeth indicò il timone, con un'espressione alquanto scettica. <<Oh, andiamo Piper, te prenderesti sul serio uno con quella faccia?>>
Leo alzò di scatto lo sguardo dai comandi. <<Ehy! Questa faccia ha costruito la tua nave da guerra! Porta un po' di rispetto!>>
Jason gettò la faccia tra le mani, disperato.
<<io e te sappiamo che non è questo il vero problema.>> fece Piper, per poi indicare dietro la sua spalla con il pollice. <<E poi abbiamo Jason a bordo, non ci bombarderanno>>
Jason e Leo avevano discusso a lungo perché quest'ultimo aveva insistito a lungo per affiggere un cartello sulla fiancata della nave: "ATTENZIONE: TRASPORTO DI JASON GRACE; CARICO FRAGILE".
Secondo lui i Romani avrebbero steso un tappeto rosso al loro passaggio.
Per fortuna l'avevano fermato prima che riuscisse nella sua idea.
<<Di cos'è che hai realmente paura?>> continuò Piper.
Annabeth sbuffò e distolse lo sguardo.
Sentì la gola seccarsi.
<<E se... e se, una volta arrivati lì, Percy non si ricordasse di me?>>
Tre secondi e mezzo di silenzio dopo arrivò l'ennesimo commento pungente del capitano.
<<Per favore, uccidetemi. Preferisco finirla qui che stare a sentire queste stronzate un secondo di più.>>
Leo, a volte, poteva essere davvero cattivo anche senza volerlo, ma Annabeth sapeva sempre cosa rispondergli per rimetterlo in riga.
Stavolta non aveva idea di cosa dire, perché aveva ragione. Inaspettatamente, Leo Valdez aveva fatto centro.
L'espressione di Piper si addolcì. <<Non esiste che non si ricordi di te. Jason ha recuperato tutti i suoi ricordi, lo stesso sarà successo a Percy.>>
<<E se avesse conosciuto un'altra ragazza, più carina e intelligente di me?>>
<<Dubito che una tale persona possa esistere davvero.>>
Annabeth utilizzò le mani per enfatizzare il concetto del suo discorso. <<E se avesse deciso che questa ipotetica ragazza è migliore di me?>>
<<E' impossibile che...>>
<<Cosa ne sai?>> ribattè Annabeth, mentre qualcosa che doveva essere panico iniziò farsi spazio nel suo petto. <<Magari è esattamente quello che è successo a Jason. Magari Jason era felicemente fidanzato con una brava Romana, ma poi ha conosciuto te e ora... oh, cielo, ora la sua ex ragazza sta aspettando che scendiamo per poterti piantare un coltello in gola.>>
Piper la fissò, sconvolta e a bocca aperta, non sapendo bene se sgridarla per quelle macabre insinuazioni o se iniziare ad averne paura.
Senza staccarle gli occhi di dosso, scandì piano le successive parole:
<<Jason, tesoro.>>
<<Si, Pip?>>
<<Eri fidanzato prima di me?>>
Jason scosse vigorosamente la testa. <<No. Il mio ideale di ragazza era un po', come dire, complesso.>> E lasciò cadere l'argomento come se fosse una motivazione più che sufficiente.
Piper ebbe un sospiro di sollievo, anche se la questione dell'ideale complesso la inquietò.
Tornò a rivolgersi ad Annabeth.
<<Ascolta, sono stata al Campo per sei mesi. Ho visto le registrazioni degli Stoll e ho ascoltato i racconti sulle vostre avventure e, anche se ancora non lo conosco, so dirti per certo che Percy è pazzo di te. Non ti sostituirebbe mai.>> fece spallucce. <<Ma se vuoi possiamo sempre mandare prima Jason, in ricognizione, a sondare il terreno, e vedere se c'è un'ipotetica Figlia di Venere che vuole pugnalarmi alla gola.>>
Jason rabbrividì nel mantello viola. <<Per favore, no.>>
<<Sacrifichiamo il Romano biondo? Io ci sto.>> ridacchiò Leo, senza staccare gli occhi dalla console.
Piper perse interesse quando Jason e Leo iniziarono a battibeccare su chi dovessero sacrificare per primo.
Si accorse che anche Annabeth aveva smesso di ascoltarli — e sicuramente non aveva intenzione di intervenire per placare gli animi.
Si portò una mano alla gola, alla collanina con le perline del Campo Mezzosangue. Aveva questa strana abitudine di giocherellare con il piccolo corallo quando era pensierosa o in ansia, solitamente per qualcosa che non poteva controllare.
<<Lo so che hai paura. Ma devi ammettere che Leo non ha tutti i torti. Tutti questi "e se" non faranno che demoralizzarti.>> tamburellò l'indice sulla sua fronte, in parte coperta dai riccioli biondi. <<La verità è che non so cosa accadrà. Non so se Percy abbia conosciuto un'altra ragazza e non so quale sarà la nostra prima impressione sui Romani. Ma finché siamo insieme andrà tutto bene. Riusciremo a superare qualsiasi ostacolo.>>
Annabeth rilasciò uno sbuffo che aveva trattenuto per troppo tempo. Si era arresa.
Una piccola vittoria... momentanea, ovviamente.
Lanciò un'occhiatina oltre le spalle di Piper e la sua espressione irritata le disse che non tutti i problemi erano stati risolti.
<<Non possiamo proprio liberarci di Leo? Tipo, gettandolo fuori dalla nave?>>
Piper rise, alzando gli occhi al cielo. <<E poi come facciamo a pilotarla?>>
Una scossa improvvisa — una sorta di brusca frenata d'emergenza — li buttò tutti e quattro in avanti. Piper e Annabeth rischiarono di volare oltre il parapetto.
<<Leo! Ma che diavolo è stato?>> domandò la Figlia di Atena, rizzandosi subito in piedi.
Leo tornò di corsa al timone. <<Non eri tu quella che aveva le risposte a tutte le domande?>>
<<Leo!>>
<<Va bene, va bene.>> borbottò lui, premendo qualche bottone sulla console. <<Sembra una specie di... campo di forza? Jas, maledizione, hai blaterato per due ore di questo posto — a detta tua "meraviglioso" — e ti sei dimenticato di dirmi che aveva un campo di forza?!>> Aveva alzato la voce di un'ottava nel pronunciare la parola meraviglioso e sarebbe stato ironico se solo non fossero stati in una situazione di emergenza.
Jason si affacciò dal parapetto, e diede una rapida occhiata sotto di loro. <<Non me ne sono dimenticato, non abbiamo mai avuto un...>> si interruppe a metà frase e tornò dritto, qualcosa simile all'esasperazione era dipinto sulla sua faccia. <<Terminus>> ringhiò.
<<Che diavolo è un Terminus?>>
<<Io, razza di idiota!>>
Leo non fu l'unico a sobbalzare.
Una statua di mezzo metro senza braccia gli aveva appena dato dell'idiota.

ᗴᖇOI ᗪᗴᒪᒪ'OᒪIᗰᑭO ᵒⁿᵉ ˢʰᵒᵗ Where stories live. Discover now