- La guerra di Troia: il Musical -

517 27 12
                                    

- maledette attività extra curricolari - brontoló Leo, mentre insieme ai suoi amici si dirigeva verso il teatro.
- che poi noi facciamo di tutto: ci alleniamo 24 ore su 24, scaliamo pareti di lava bollente e sopportiamo il Signor D - disse Percy esasperato - ma ovviamente non è abbastanza rischiare di morire ogni giorno - concluse sarcastico
- abbiamo anche bisogno di saper recitare - sbuffò Piper, tirando un calcio un ad una pietra
- Annabeth, te che sei l'unica con un po' di buon senso, potresti dire a questi idioti che imparare una nuova disciplina è come fare una nuova esperienza?- domandò pazientemente Will che era l'unico favorevole alla nuova disciplina
Lei annuí poi si voltò verso gli altri - smettetela di lamentarvi perché tanto dobbiamo farlo per forza -
Will sospirò - non intendevo in questo modo...-
- santo Ade, perché è importante saper recitare? - domandò Nico mentre si tratteneva dal aprire un baratro e di buttarci dentro il teatro.
- suppongo sia per cultura generale - ipotizzò Hazel, piuttosto positiva
- cultura generale un tubo! - replicò Leo - questa è più una specie di tortura -
- è come la matematica - aggiunse Percy - non serve a niente -
Annabeth si voltò a guardarlo - la matematica serve nella vita, Percy. Siamo letteralmente circondati dalla matematica -
- no, Annabeth - la corresse Jason - noi siamo circondati da mostri -
- che vogliono ucciderci - concordò Frank.
- il più delle volte - concluse Piper
- perché esistono veramente mostri che non vogliono ucciderci? - domandò Nico scettico
- come siamo arrivati a parlare di questo? - chiese Will. Poi sbuffò - sentite, secondo me sarà divertente -
- divertente per te - si lamentò Leo - sei il maledetto  figlio di Apollo. Quel tipo è nato per stare sotto i riflettori -
Will lo fulminò con lo sguardo - la volete piantare di lamentarvi? Secondo me, invece, potrebbe essere una cosa costruttiva -
Nessuno disse niente per un po', troppo occupati a lamentarsi in silenzio, poi Percy si voltò verso Frank
- c'è una cosa che ancora non riesco a capire...-
- soltanto una? -
- taci, Valdez - disse Percy, tornando poi a rivolgersi al figlio di Marte - tu sei pretore, no? -
- a quanto pare si - rispose Frank, guardandosi addosso e ricordandosi solo in quel momento di non indossare il suo mantello.
- quindi, se sei pretore non dovresti essere al Campo Giove insieme a Reyna, invece di essere qui? -
Alla fine quella di Percy si rivelò essere una domanda interessante. Non intelligente, solo interessante.
Frank sbuffò - sai me lo sto chiedendo anche io. Dovevo essere al campo Giove per seguire i lavori di ristrutturazione dei templi, e invece mi hanno mandato a subire la tortura insieme a voi -
- e io dovrei seguire la Quinta Coorte - aggiunse Hazel - e invece, eccomi qui -
- oh, ma un corso di teatro non è la fine del mondo! - insistette Will
- il naso sanguinante di Percy, lo è - ribattè Leo, sghignazzando
Percy alzò le braccia al cielo, pregando che un asteroide passasse e lo schiacciasse - non è stata colpa mia! -
- si ricorderà per decenni la seconda grande guerra dei giganti e il risveglio di Gea, scatenato dal naso sanguinante di Percy Jackson - rise Jason
- come siamo arrivati a parlare della distruzione del mondo? - domandò Nico
- me lo chiedo tanto anche io - rispose Annabeth esasperata
- eccoci arrivati - cinguettó allegramente Will, indicando il teatro che si stagliava su una delle colline del campo - andiamo, ragazzi, ci divertiremo! - poi Will dovette tornare in fondo al gruppo per ripescare Nico che stava cercando di svignarsela con un viaggio nell'ombra.

Percy spalancò le enormi porte di ferro battuto che si aprirono con un cigolio sinistro - c'è nessuno? - la sua voce riecheggiò nel teatro.
- se avessi chiesto "c'è nessuno?" in ogni posto inquietante in cui siamo stati, a me quest'ora saresti morto - osservò Jason, avanzando dietro di lui e incoraggiandolo ad entrare
Annabeth si voltò verso di lui - per quale altro motivo credi che gli serva io sennò? -
- torna tutto - disse Piper, accanto ad Annabeth
- il vostro rapporto si basa su un "io impedisco che ammazzino te e tu impedisci che ammazzino me" -
- guardate che anche io ho un po' del senso del pericolo - replico Percy
- si, certo - lo prese in giro Hazel - e io sono un pesce gatto -
Percy si voltò a guardarli tutti - credete tutti che io sia un tipo avventato? -
- no, Percy, non lo crediamo - cercò di risollevargli il morale Nico - noi sappiamo per certo che sei avventato -
Will si guardò bene dallo scoppiare a ridere.
- possiamo concentrarci su quello che stavano cercando di fare? - domandò Frank, riportandoli tutti alla realtà
- aspettate un attimo - disse Jason, guardandosi attorno - dov'è Leo? -
All'improvviso furono tutti colti dal panico, dal momento che Leo non si vedeva da nessuna parte.
Poi qualcosa si aggirò furtivo alle spalle di Hazel, ma nessuno se ne accorse.
Poi si tirò in piedi e.... - BAH! -
Hazel gridò e tirò un pugno sul naso di Leo.
Lui si accortocció, gemendo, tenendosi il naso tra le mani
- oh dei, Leo, scusa! - disse preoccupata lei - ti ho fatto tanto male? -
- hai un ottimo destro. Hai mai provato la boxe? - si limitò a rispondere lui, con voce nasale
Will si accostò a loro e esaminò il naso del ragazzo
- non è rotto, ma Leo ha ragione. Hazel ha un ottimo destro -
Hazel arrossí - mi ha spaventata. È stata autodifesa -
Frank rise - diciamo che te la sei cercata, Valdez -
Jason gli diede un colpetto di gomito, ma anche lui stava cercando di non ridere.
Quando Will riuscì a sistemare il naso di Leo in modo che non sanguinasse più e dopo che Hazel si fu scusata un centinaio di volte, finalmente tornarono ad avvicinarsi al palco scenico.
- non dovrebbe esserci qualcuno? - domandò Piper
- guardate qui - disse Jason, sedendosi sul palco e afferrando un pacco di fogli, legati insieme
- "L'Iliade: la guerra di Troia" - lèsse
- Jason! - lo sgridò Leo - queste parole -
- Troia è una antica città in Asia Minore, idiota - lo rimproverò Frank
- perché c'è scritto "copione"? - domandò Annabeth, che nel frattempo si era accostata a Jason
- non vorranno mica che... - iniziò a dire Nico, ma si fermò di botto
- no - disse Percy, che aveva capito tutto - no, no, no e no io mi rifiuto! Non intendo fare il fenomeno da baraccone! -
Hazel saltò sul palco scenico dove trovò un bigliettino giallo - guardate - lo portò agli altri
Will lo prese e lo lèsse ad alta voce - "sono dovuto andare a sbrigare una commissione a Las Svegas, voi nel frattempo iniziate a provare. Apollo" - Will sbuffò - dei, papà! -
- che vada a farsi fot...- borbottò Leo ma Percy gli tappò la bocca appena in tempo.
- l'idea di creare un club di teatro è stata di Apollo - osservó Annabeth
- sai che felicità - commentò Nico, spaparanzato su due poltroncine rosse della platea
- e il tema è "la guerra di Troia" - continuó lei
- dobbiamo recitare l'Iliade? - domandò Piper, nella speranza che fosse tutto un sogno
- suppongo di sì -
Nico si alzò di scatto - io mi tiro indietro! - gridò
- sono un figlio di Ade! Io comando gli scheletri, sono spaventoso! Io non recito! -
Will alzò un sopracciglio e lo guardò del tipo "dici sul serio?" - scordi che è di mio padre che stiamo parlando. Il dio delle pestilenze. Potrebbe lanciarti addosso una maledizione -
- ma sono il tuo ragazzo! Quale padre incendierebbe il fidanzato del proprio figlio? -
Nessuno rispose.
- credo che ci convenga farlo - disse Jason - se non vogliamo morire tutti di ebola -

ᗴᖇOI ᗪᗴᒪᒪ'OᒪIᗰᑭO ᵒⁿᵉ ˢʰᵒᵗ Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora