- I mostri che non ti uccidono - 2/2

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Abbiamo sconfitto Gea.
Non credevo che avrei potuto provare così tanto sollievo tutto in una sola volta.
La Madre Terra è tornata a dormire e non si sveglierà per molto, moltissimo tempo. Dopo tutto quello che ci ha fatto patire, il minimo che può fare è farsi un sonnellino per altri mille o duemila anni.
Appena dopo l'esplosione dorata nel cielo ho avuto una sensazione di deja vu.
Mi ha ricordato della nostra precedente vittoria, di Luke, di tutto quello che ne è seguito.
Non è stato piacevole scendere a patti con tutte quelle morti.
Pensavo che dopo la fine della guerra, sarebbe andato tutto bene, che finalmente avrei chiuso con le profezie e avrei vissuto una vita pressoché normale.
Ma non avevo preso in considerazione l'idea che avremmo dovuto accettarne le conseguenze.
Si, abbiamo vinto... ma a che prezzo?
Abbiamo perso Leo. Leo, che è stato un'idiota fino all'ultimo.
Ora capisco che l'aveva programmato fin dall'inizio. Forse avrei dovuto saperlo, o forse non potevo.
Leo che, alla fine, non era solo sorrisi e battute.
Quella notte dopo il Tartaro, aveva cercato di aiutarmi...
Sento gli occhi pungere e devo sbattere le palpebre tante volte prima di ricacciare indietro le lacrime.
Piangerò più tardi per Leo, adesso devo trovare gli altri, fare un bilancio dei caduti, devo...
Devo trovare Percy.
Dopo questa ultima considerazione tutto il resto perde importanza.
Scruto la folla, più e più volte, ma tra tutti questi corpi ammassati gli uni sugli altri è impossibile trovarlo.
Forse sarebbe meglio cercarlo alla vecchia maniera.
Procedo in una direzione, facendomi spazio a suon di gomitate. La caviglia è messa male e ogni passo è una fitta di dolore atroce ma questo non mi ferma. Ho sopportato cose ben peggiori di una caviglia slogata.
Zoppico finché ne ho la forza perché poi il dolore è così troppo forte che le gambe cedono e cado rovinosamente a terra.
Un'altra improvvisa sensazione di deja vu mi assale, ma in senso negativo.
Perché non sono più al Campo Mezzosangue, ma di nuovo nel Tartaro.

È lo stesso scenario della scorsa volta.
Morte. Distruzione. Sangue.
Non necessariamente in quest'ordine.
E poi ancora. Veleno. Arai. Fuoco.
Il paesaggio è lo stesso. Il caldo opprimente è lo stesso. I frammenti di vetro che mi lacerano la pelle sono gli stessi.
Dimentico che è solo un'allucinazione. È tutto reale.
Neanche questa volta riesco a muovermi quando sento i passi di Aracne dietro di me.
Non riesco a respirare.
Non. Riesco. A. Respirare.

Ho i polmoni in fiamme.
È l'unica cosa che riesco a sentire al momento.
Anche dopo che il Tartaro scompare, anche dopo che vedo la radura disastrata del Campo Mezzosangue, non riesco a muovermi, non riesco a tornare al presente.
Ho il tum tum del cuore che mi martella nelle orecchie.
È come se non sentissi più il mio stesso corpo ma solo un forte e intenso bruciore all'altezza del petto, che aumenta a ogni secondo che passa.
Sento che presto le fiamme mi inghiottiranno; la vista si oscura; colgo qualche parola qua e là, come "di nuovo" e "soffocando". Non sono parole molto confortanti neanche se separate.
Qualcosa mi strattona il mento verso l'alto.
Nelle ombre che sono i miei occhi vedo una chioma dorata <<...maledizione, Annabeth, guardami... devi respirare, hai capito? Fai come faccio io... inspira... ed espira, coraggio>>
Will.
<<...dai, Annabeth, avanti! Guarda come faccio io... puoi farcela>>
Forse è il suo calmo tono imperioso a darmi un briciolo di coscienza. Però lo metto a fuoco attraverso le ombre e faccio come dice.
L'aria mi graffia la gola, ma continuo.
<<... brava, vai così... inspira... ed espira>>
L'incendio si placa man mano che prendo l'aria e la butto fuori.
Percepisco di nuovo l'ossigeno; le ombre si ritirano; il cuore si sposta e torna al suo posto al centro del petto. Torno ad essere consapevole di ciò che mi circonda.
... e poi tossisco.
<<brava, stai andando bene... si, sta bene, si rimetterà>>
Per qualche motivo sento che l'ultima parte non è rivolta a me.... perché c'è una folla di semidei disposta in cerchio e io sono nel mezzo.
Il corpo torna finalmente ad essere mio.
Le ginocchia sono piantate nel terreno, i palmi delle mani sbucciati, e delle goccioline di sudore mi scendono dall'attaccatura dei capelli.
Tralasciando il sangue secco e la caviglia slogata, sto bene.
Se continui a ripeterlo, forse un giorno ci crederai davvero.
Sento un peso che mi grava sulla schiena, ma è piacevole e non mi dispiace. Sento due braccia che mi stringono, delicatamente, come se avessero paura di spezzarmi.
Percy.
Mi rilasso e nel frattempo continuo a respirare.
<<ti stavo cercando>> mormoro piano, perché farglielo sapere ha la precedenza su tutto <<avevo paura che fossi ferito>>
Lui mi stringe un po' più forte <<mi hai trovato, Ragazza Saggia>> non riesco a vedere la sua faccia, ma so che sta cercando di non piangere <<sto bene. Stiamo bene>>
E non so se lo stia dicendo per convincere più me o se stesso.
Finalmente vedo Piper e Jason. Sembrano stare bene, ma sono pallidi e disorientati. Stanno aspettando di veder comparire magicamente Leo in groppa al suo drago. Ma non accadrà e questo mi spezza.
Piper si inginocchia accanto a me e quasi mi strappa dalle braccia di Percy <<io non... dei, Annabeth. Non puoi morire proprio adesso>>
Io mi scosto da lei, perché ho bisogno di guardarla in faccia <<Pip, mi dispiace così tanto...>>
<<sta zitta>> dice lei <<non parlare>>
Capisco affronterà l'argomento "Leo" in un altro momento. Ma non adesso, ora abbiamo altro di cui occuparci.
Io cerco di tornare in piedi ma Percy mi dice di fare con calma e Will sta per avere una crisi di nervi.
Io rispondo che sto bene, più e più volte, e devo sembrare molto determinata perché mi lasciano fare.
Forse sanno anche loro che c'è del lavoro più importante di cui occuparsi.
Jason chiede a Percy di andare con lui, per fare un giro e vedere se ci sono feriti gravi.
Sono io che ce lo mando a forza, anche se non vorrei che si allontanasse da me e so che lui è della mia stessa idea.
Io e Piper decidiamo di cercare Frank, Hazel e Reyna. Ma prima che possa muovermi di un solo passo, Will mi tira vicino e mi dice <<quando le acque si saranno calmate, voglio che passi in infermeria. E non è una richiesta, Annabeth>>

ᗴᖇOI ᗪᗴᒪᒪ'OᒪIᗰᑭO ᵒⁿᵉ ˢʰᵒᵗ Where stories live. Discover now