- Veleno -

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Quella misteriosa missione si stava rivelando più complicata del previsto.
Nico li aveva condotti a nord dell'isola ma la mappa di Piper era cambiata all'improvviso e la X si era spostata nell'altro lato della carta, esattamente dalla parte opposta a quella dove si trovavano loro. All'inizio avevano pensato che la maga che gliela aveva data fosse una pazza squilibrata ("una mappa non dovrebbe cambiare ogni tre secondi, dico io" aveva commentato acidamente Percy) ma quando Jason aveva provato a ucciderla, lei si era semplicemente trasformata in un uccello ed era volata via.
E, considerando tutto ciò che avevano visto in passato, una vecchietta che si trasformava in un pennuto non era niente di troppo straordinario. Eppure, grazie al medaglione magico di Lou Ellen, Nico li aveva teletrasportati tutti e quattro su una misteriosa isola avvolta da una fitta nebbiolina bianca.
Appena avevano visto dove erano arrivati, avevano pensato che il medaglione della figlia di Ecate fosse rotto.
Ma la piccola lancetta all'interno della collana indicava proprio il centro dell'isola. Le temperature erano scese precipitosamente (ed erano su una spiaggia. Una spiaggia!).
Jason disse di aver pure visto della neve e che c'era della brina sulla depositata sulla battigia. Poi, man mano che procedevano all'interno della giungla, avevano dovuto togliersi i giubbotti perché c'era un'afa terribile.
"non c'è clima migliore per una missione suicida una strana isola con qualche problema di riscaldamento globale" Percy era di pessimo umore da quando erano arrivati. Sembrava nervoso e piuttosto agitato. Sentiva che qualcosa sarebbe andato storto e i suoi amici avevano imparato, a loro spese, che era meglio dargli ascolto quando si parlava di istinto.
Erano partiti in quattro (Percy, Jason, Piper e Nico) e secondo i loro calcoli non avrebbero dovuto impiegarci più di tre giorni. Ma quell'isola era davvero molto bizzarra e non sarebbe stato per niente strano se lì il tempo scorresse diversamente. Ormai erano una calamita per le stranezze. La maga che gli aveva dato la mappa non era da meno: il fatto che quella mappa cambiasse direzione ogni volta lasciava poi a desiderare.
Ormai l'avevano girata tutta quella maledetta isola.
Da est a ovest, da nord a sud e la cosa particolare era che non c'erano mostri.
Ovviamente avevano avuto una buona dose di stranezze: uccelli assassini che avevano provato a trucidare sanguinosamente Piper, strani ippopotami che avevano quasi ingoiato Nico, e quando Percy aveva provato a comunicare con i pesci di un ruscello, avevano scoperto che quelli erano piranha e che non avevano assolutamente buone intenzioni.
Erano tutti abbastanza stufi.
La mappa continuava a cambiare la sua posizione e sembrava che la X godesse nel vederli vagabondare senza meta. Eppure, nonostante tutte le stranezze che avevano incontrato, Percy continuava a sentire che qualcosa sarebbe andato storto quel giorno e no, non era per gli ippopotami.
Era abbastanza sicuro che si sarebbero trovati nei guai tra non molto. Se non altro, quella era la loro specialità.
Chi meglio di quattro semidei avrebbe potuto andare incontro alla morte? La risposta era già nella domanda.
Jason sollevò la spada per tranciare a metà una fitta pianta che impediva loro il passaggio - odio questa isola -
Piper procedeva dietro di lui - a chi lo dici. Quegli uccelli demoniaci stavano per uccidermi -
Nico si fermò per togliersi delle spine dal giubbotto da aviatore - parla per te. Da oggi avrò la fobia degli ippopotami -
Percy era in fondo al gruppo - Pipes, cosa dice la mappa? -
- per adesso siamo sulla via giusta - rispose lei senza staccare gli occhi dalla carta.
- strano - commentò Jason, tagliando un'altra pianta con il suo gladius - è già tanto se riusciamo a seguirla per due minuti di fila - stava per tagliare un'altra pianta dal colore violaceo, quando Nico scansò improvvisamente Piper e frenò Jason - non farlo! - gli indicò la pianta - è la taxus baccata -
Percy, a spada sguainata, si avvicinò a loro - taxi che? -
Nico alzò gli occhi al cielo - taxus baccata, Percy. È una pianta estremamente velenosa e molto rara. Non esiste cura al suo veleno e non cresce ovunque ma soltanto in posti con un'escursione termica molto elevata. Con questa pianta si ricava anche un veleno molto diffuso tra le popolazioni che vivono nei villaggi selvatici. L'ho incontrata una volta molto tempo fa ma non credevo che l'avrei rivista su quest'isola -
- però - commentò Percy, colpito - non credevo fossi un esperto di botanica. Da quando ti sei dato alla piantologia? -
- quali sono gli effetti collaterali di questa pianta? - domandò Piper, ignorando lo stupido commento di Percy
- se vieni anche solo sfiorato dal suo veleno ti rimangono poche ore di vita. Il veleno attacca il sistema circolatorio e in particolare il cuore e i polmoni - rispose Nico.
- come sai tutte queste cose? - chiese stupito Jason
Nico sospirò - ti basta sapere che ho avuto la possibilità di vedere i suoi effetti da vicino e posso assicurarti che non sono affatto piacevoli -
- allora cerchiamo di non farci pungere - concluse Percy, facendosi avanti - qualcosa mi dice che questa maledetta isola ne è piena. Anche se non sono un vero esperto come il professor Di Angelo -
- taci, Jackson -
Così ripartirono ma deviando la foresta di taxus baccata. Dopo un po' arrivarono in una specie di piazzetta del tutto libera dagli alberi.
L'erbetta cresceva ma era giallastra, come poteva essere l'erba della savana, e l'atmosfera che era ricreata dagli alberi incurvati verso l'interno era inquietante.
Jason rafforzò la presa sula spada - non mi piace questo posto -
Nico mise una mano sull'elsa della spada di ferro dello Stige - nemmeno a me. Andiamocene da qui - stava per tornare nella giungla ma Jason lo fermò
- aspetta. C'è qualcosa che non va qui -
Percy lo intercettò per primo. La freccia era indirizzata a Piper e la mira era perfetta.
L'avrebbe uccisa.
Il figlio di Poseidone non fece in tempo ad avvertire l'amica che la freccia partì dall'arco.
Percy scattò - Piper! - le andò bruscamente addosso e la spostò appena in tempo. Entrambi ruzzolarono sull'erba e la freccia andò a conficcarsi nell'albero dietro di loro.
La misteriosa persona che aveva scoccato la freccia, sentendosi minacciato, scappò a gambe levate nella foresta.
Ma Jason non era della stessa idea - fermo! - con una mano comandò ai venti di mettere al tappeto la persona che stava scappando. Il tipo cadde a terra ma non riuscì a rialzarsi grazie ai venti di Jason che lo tenevano stretto - stai bene, Pipes? -
Lei intanto si stava rialzando con l'aiuto di Percy - si, sto bene - si spolverò i pantaloni - quella cosa mi avrebbe uccisa -
- ma non l'ha fatto - disse Percy
- approposito grazie -
- quando vuoi -
Nico si avvicinò alla freccia ancora conficcata nell'albero - la punta era imbevuta di taxus baccata. Se avesse preso Piper le sarebbe stato fatale -
Jason rafforzò la presa sui venti - adesso vediamo chi c'è dietro questo improvviso attentato alla mia ragazza -
Alla fine scoprirono che il famoso "terrorista" era un semplice ragazzo che doveva appartenere a una tribù nomade che abitava l'isola.
Non parlava la loro lingua ma il suo comportamento, i suoi vestiti fatti di pelli di animale e il linguaggio composto da versi, parlava da sé. Decisero di lasciarlo andare. Secondo loro non voleva davvero uccidere Piper. Ai suoi occhi apparivano come invasori e sicuramente era perfino spaventato. Appena Jason ordinò ai venti di lasciarlo andare e lui scappò a gambe levate. Non lo videro mai più.
- è un tipetto di poche parole - commentò Percy.
- già - concordò Jason
- il sole sta calando - notò Piper - dovremmo accamparci. Non ci conviene attraversare la giungla di notte -
Fecero proprio così.
Trovarono un'altro spazio con molti alberi e si accamparono lì. Mentre Jason e Piper accendevano un fuoco ("quando ci serve Leo non c'è mai") Percy, con la scusa di dover fare pipì, andò dietro una pianta e, dopo essersi assicurato che nessuno lo stesse spiando, si alzò leggermente la maglietta e quel gesto gli procurò una fitta di dolore lungo l'addome.
- quanto è grave? -
Percy sobbalzò e alzò lo sguardo su Nico che se ne stava in piedi a qualche metro da lui.
- come hai fatto a sapere che...? -
- nel momento in cui hai salvato Piper ho sentito la tua forza vitale fare un balzo - rispose lui - e poi non ci voleva un genio per capire che stavi zoppicando -
Percy non rispose e tenne lo sguardo basso.
Nico guardò dietro di sé, accertandosi che Jason e Piper non li stessero ascoltando e infatti erano accanto al fuoco che stavano parlando.
Il figlio di Ade si avvicinò a Percy - dai, fammi vedere -
Percy si sganciò la felpa e alzò la maglietta proprio sopra l'addome: nello scansare Piper, la freccia lo aveva preso di striscio lasciandogli una ferita sanguinante più o meno profonda, ma non era quella la cosa grave. Dalla ferita si aprivano delle linee scure simili a rami che si allungavano verso l'alto, verso l'area dei polmoni. Nico la esaminò in un silenzio che diceva già molte cose.
- quanto mi resta? - domandò il ragazzo
- qualche giorno, al massimo una settimana  - rispose gravemente Nico - Percy avresti dovuto dirmelo subito -
- non volevo che vi preoccupaste - si giustificò lui - e mi basta aver salvato Piper -
- ma adesso sei te quello che sta morendo -
- oh, grazie amico. Adesso mi sento molto meglio -
Nico tornò in piedi - sai cosa volevo dire -
- sei sicuro che non esista una cura? -
Nico sembrò prendere la cosa più in considerazione del dovuto. Prima aveva detto che non esisteva cura al veleno della taxus baccata, ma sembrava che stesse cercando qualcosa che invece sarebbe stato in grado di curarlo - se ci fosse stato Will avrebbe saputo rallentare l'espansione del veleno e magari saresti potuto resistere fino al ritorno al campo, ma ho paura che non esista davvero una cura - ma non sembrava convinto nemmeno lui. Percy ricoprì la pancia scoperta con la maglietta.
- devi dirlo a Piper e Jason - disse Nico - meritano di saperlo -
- così fermerebbero la missione per il ritrovamento del gioiello e ci costringerebbero a tornare al campo. No. Quel gioiello è più importante della mia vita e se lasciassimo l'isola prima del dovuto non sappiamo se il medaglione possa funzionare una seconda volta-
- Ma Percy... - ma anche Nico sapeva che non sarebbe servito a nulla continuare a protestare.
Percy aveva fatto una scelta e non avrebbe cambiato idea. In quel momento Nico ripensò al giorno della loro partenza.
Ad Annabeth non era andato a genio il fatto che il suo ragazzo partisse senza di lei e sarebbe volentieri partita con loro se solo non si fosse slogata una caviglia durante un allenamento il giorno precedente.
Quando Percy non era vicino a loro, Annabeth gli si era avvicinata e gli aveva detto una frase che non era riuscito più a dimenticare "promettimi che lo riporterai da me"
E in quel momento Nico capí che non avrebbe potuto mantenere la promessa - va bene, farò come vuoi te ma quando gli morirai sotto gli occhi, allora avranno il diritto di sapere che sei stato avvelenato -

ᗴᖇOI ᗪᗴᒪᒪ'OᒪIᗰᑭO ᵒⁿᵉ ˢʰᵒᵗ Kde žijí příběhy. Začni objevovat