- Quella stupida regola -

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Ps: forse qualcuno ricorda che agli albori di questa raccolta ho pubblicato un capitolo del genere ma l'ho eliminato quasi subito perché era troppo orrendo (quasi osceno), così ho provato a riscriverlo rendendolo un po' meno, ehm, imbarazzante e un po' più divertente.

Urla. Urla agghiaccianti degne di un film dell'orrore ruppero il placido silenzio della notte.
Erano tutto quello che riusciva a sentire.
Urla di terrore.
Fu questo a svegliarla di soprassalto e a metterla in stato di allarme.
Scrutò la stanza avvolta nel buio della notte, con un unico raggio di luna che filtrava dalla finestrella e si allungava sulle assi del pavimento.
Non fu la figura fatta di ombre a spaventarla. Sapeva già a chi apparteneva, o almeno ne aveva già una mezza idea.
Sbattè le palpebre più volte, per abituare gli occhi alla penombra della stanza.
<<Piper?>> la voce era rotta dal pianto e bastò solo quello a stritolarle il cuore.
La ragazza si tirò su a sedere, ancora mezza addormentata <<cosa...? Va tutto bene?>>
Lei scosse la testa, spostando il peso da un piede all'altro, non sapendo bene cosa fare.
La ragazza spostò le coperte e diede un paio di colpetti sul materasso accanto a se <<vieni qui>>
Lei non replicò e si stese al suo fianco <<scusa. Non riesco a stare da sola e non so cosa mi prenda...>>
<<ehy, è tutto apposto>> la rassicurò, prendendole le mani fredde tra le proprie, dandole una tregua del loro costante tremolio. Sapeva che sarebbe successo solo che... non si aspettava di vederla comparire davanti alla sua porta alle 2 di notte <<non azzardarti a chiedere scusa, non è colpa tua. Ne riparliamo domani quando saremo più lucide. Ora cerca di riposare>>
Non sapeva quanto effettivamente avesse dormito nei giorni precedenti ma, a giudicare dalla rigidità con cui stava distesa, non più di una notte.
Ma si addormentò quasi subito.
Almeno avrebbe chiuso gli occhi per paio di d'ore prima di svegliarsi di soprassalto un'altra volta.

Jason uscì dalla sua cabina in punta di piedi e chiuse delicatamente la porta dietro di se.
Non voleva assolutamente rischiare di svegliare il suo nuovo coinquilino, dato che aveva dormito per un totale di 3 ore e mezza quella notte. E anche Jason aveva fatto le ore piccole.
Ecco perché sbadigliò liberamente non appena mise piede fuori dalla sua stanza.
La prima cosa che fece fu stiracchiare le braccia e stropicciarsi gli occhi. Poi avanzò verso la cabina della sua ragazza.
Bussò un paio di colpetti e aprì la porta, sicuro che lei sarebbe già stata in piedi e pronta ad affrontare la giornata <<ehy, Pip, devo parlarti di una cosa urgente...>>
Si bloccò sul posto quando Piper si mise un dito davanti alla bocca, facendogli segno di fare silenzio.
Jason impiegò pochi secondi a capire in che situazione si trovasse. Rimase sulla porta, osservando Piper che, con movimenti lenti e calcolati, sfilava il braccio da sotto il cuscino, attenta a non svegliare lei.
A quanto pare Jason e Piper avevano avuto lo stesso problema la scorsa notte. Due intrusi.
La Figlia di Afrodite, sempre in pigiama, si alzò e prese al volo i vestiti abbandonati sulla sedia.
Si diresse verso Jason, e lui notò che anche lei aveva il viso stanco e segnato dalle occhiaie. Abbassò lo sguardo e — per Giove — dovette trattenersi dal ridere <<carino>> fece, accennando col mento al suo pigiama con la stampa dei Power Ranger.
Piper gli soffiò sul viso, fingendosi offesa <<è un pigiama originale, Scintilla. Dammi 5 minuti>> e si diresse verso il bagno nel corridoio.

Mantenne fede alla sua parola.
Dopo esattamente 5 minuti Pip uscì dal bagno perfettamente vestita e tornò da Jason, che nel frattempo si era seduto sul pavimento con la schiena appoggiata alla parete e le gambe allungate difronte a se.
<<nottataccia anche per te?>>
Jason rilasciò uno sbadiglio. Fu sufficiente come riposta.
<<come sta Percy?>>
<<non hai una domanda di riserva?>>
<<Jason>>
<<è distrutto. Completamente a pezzi.>> rispose Jason, assumendo un cipiglio preoccupato nel ricordare la notte passata <<non so nemmeno da cosa: se da quello che hanno passato laggiù o dalle notti insonne che non hanno dormito. È venuto da me e mi ha chiesto se poteva restare. Ovviamente l'ho fatto restare, non potevo lasciarlo solo nel mezzo del corridoio in quello stato>> scosse la testa abbattuto <<e la parte peggiore è che non sapevo come aiutarlo. E, come se non bastasse, è evidente che non ha dormito. Continuava a rigirarsi nel sonno, inquieto. Non mi sono mai sentito così impotente in tutta la mia vita>>
Lo sgomento che provava era reale ed era tangibile.
Una delle cose peggiori che potessero infliggergli.
Vedere il suo amico annegare nell'abisso dei suoi incubi e annaspare disperatamente in cerca d'aria.
Un assaggio di quello che aveva passato nel Tartaro.
Era la prima notte che passavano sull'Argo II dopo che ne erano usciti, ed era stata come vivere un altro giorno in quell'Inferno.
Jason alzò lo sguardo sulla ragazza, che si era inginocchiata di fronte a lui e gli teneva le mani tra le sue, in un gesto confortante <<e Annabeth? Ti prego, dimmi che almeno lei sta meglio>>
Sul volto di Piper passò un'ombra <<potrei dirti che sta meglio ma sarebbe una bugia. Ha tremato per tutto il tempo e l'ho sentita piangere, Jason, piangere. Non l'avevo mai vista piangere. La mia lingua ammaliatrice non è riuscita a calmarla. Non so se riuscirei a vederla di nuovo in quello stato>> lanciò un'occhiata alla porta della sua cabina, chiusa <<per adesso dorme, ma non so quanto resisterà. Jason, dobbiamo fare qualcosa. Non possiamo stare fermi a guardare mentre si autodistruggono pian piano. Questa è stata solo la prima di molte altre volte e tu lo sai>>
Si, Jason lo sapeva <<ma cosa possiamo fare? Anche io odio vederli in questo stato ma noi non eravamo lì con loro, non sappiamo cosa hanno affrontato. L'unica cosa di cui hanno bisogno è del loro reciproco supporto>>
Semplice, no?
Risposta errata.
C'era una regola molto rigida sulla nave, istituita dal Coach Hedge, la stessa che vigeva anche al Campo Mezzosangue e al Campo Giove: un ragazzo e una ragazza non poteva stare soli nella stessa camera.
Non c'è alcun bisogno di esplicitarne il perché.
Doveva essere quello il motivo per cui Percy non era andato a cercare Annabeth o viceversa. Perché l'ultima volta che avevano infranto quella regola, il Coach li aveva sgridati per bene e poi spediti in due missioni diverse.
Okay, il Coach non era lì al momento — era con Nico e Reyna e quella maledetta statua di Atena — ma la regola restava impressa nelle loro coscienze.
E Jason avrebbe tanto voluto trovare un modo per liberarsene.
Piper sbuffò, abbassando lo sguardo sulle loro mani intrecciate <<già>> poi un lampo passò nei suoi occhi caleidoscopici <<già!>> esclamò <<Jason, pensi quello che penso io?>>
<<che passeremo le prossime notti in bianco?>>
<<cosa? No! Beh, si, se non risolviamo questo problema>> gli prese una mano, trascinandolo in piedi <<e si da il caso che io sappia cosa fare. Coraggio, Scintilla, riunione di emergenza. Raccattiamo il resto della squadra>>

ᗴᖇOI ᗪᗴᒪᒪ'OᒪIᗰᑭO ᵒⁿᵉ ˢʰᵒᵗ Tahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon