- Fallen -

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Più Piper lottava, più sentiva di finire verso il basso.
Un affondo, un passo indietro.
Una pugnalata, un passo indietro.
Quella coreografia stava diventando esasperante.
Arrivò alla conclusione di star indietreggiando contro la sua volontà, ma all'inizio non sembró badarci molto. Credeva fosse solo una sua sensazione. Uno strano giochetto che stava utilizzando Gea per distrarla e farle perdere la concentrazione.
Dovevano uccidere i giganti e non aveva tempo di pensare a nient'altro.
Poi i giganti finirono. Almeno una battaglia era vinta, ma non la guerra.
Stava per voltarsi verso i suoi amici e compagni per esultare, ma non ebbe il tempo.
Qualcosa le strattonó una gamba, facendola cadere in avanti e mise le mani davanti alla faccia prima che  quest'ultima si spiaccicasse al suolo. Aveva la gamba sinistra sospesa per aria, una forza invisibile la teneva ancorata: sembrava una strana posizione di yoga.
Doveva essere solo una sua sensazione. Poi la forza misteriosa la strattonó di nuovo. Stavolta Piper si convinse che non era la sua immaginazione.
Eppure quella scena era maledettamente familiare, anche se non riusciva bene a collocarla da nessuna parte.
- Jason.. - provó a chiamare l'aiuto del suo ragazzo ma la voce le morì in gola.
Fu strattonata ancora. Piper provó ad aggrapparsi a qualunque cosa, ma veniva trascinata via.
"Ti avevo detto che non sarebbe finita qui, Piper McLean"
La ragazza ringhió, una rabbia improvvisa le montò nel petto - Gea, maledetta! Lasciami andare e mostrati, codarda! -
La voce profonda della madre terra rise di gusto poi parló di nuovo
"Ogni cosa a suo tempo, cara. Prima voglio sbarazzarmi di te"
Gea la stava portando sempre più verso la scogliere a picco sul mare. Capì troppo tardi quello che stava per succedere.
Gea l'avrebbe affogata, nonostante le sue abilità da nuotatrice. Si aggrappava disperatamente alle rocce con il solo risultato di far sanguinare le unghie delle mani.
I suoi amici e i loro genitori non l'avevano ancora vista, presi com'erano in uno scambio di parole molto vivace.
Doveva farsi aiutare e alla svelta. Finalmente ritrovó la sua voce - JASON! - urlò il primo nome che le venne in mente.
Il biondo si voltó e strabuzzò gli occhi quando vide quella strana situazione. Capì in un lampo e si gettó al suo inseguimento seguito successivamente dagli altri - Piper! Non mollare, sto arrivando! -
Non era sufficientemente veloce, non sarebbe mai arrivato in tempo.
L'unica cosa che poteva fare era cercare di rallentare Gea. Cercava di tirare calci con l'altra gamba, gridava e si appigliava a qualunque cosa trovasse.
Gea riusciva a procurare danni anche senza essersi ancora svegliata del tutto.
Adesso Jason era vicino - Tieni duro! -
Si allungó verso di lui e il ragazzo lo fece nello stesso momento ma ad appena pochi centimetri da lei, Gea la tirò e la allontanó da Jason.
Piper era sull'orlo del dirupo: sotto c'era la morte.
Certo, c'era anche acqua ma non era sicura che sarebbe sopravvissuta a un tuffo del genere.
"Buon viaggio, figlia di Afrodite" e Gea la gettó di sotto, come un sacco di patate. La metafora non era delle migliori, ma Piper si sentiva proprio così, un sacco di patate inerte e del tutto inutile.
Gridò, come se potesse servire a qualcosa.
Ma prima che cadesse Jason si lanciò in avanti le afferró un polso. Cadde con lei.
Ma il figlio di Giove riuscì ad artigliarsi ad una sporgenza: con una mano impediva ad entrambi di cadere, con l'altra teneva Piper.
Ma Gea continuava a tirarla verso il basso "Eh, no, eh! Adesso mi avete stufato, piccoli sciocchi semidei. Vi darò una morte lunga e dolorosa"
Se continuava così le avrebbe staccato una gamba.
Sulla terra ferma, gli altri stavano provando a raggiungerli, ma non era facile: Gea li rallentava.
In quel momento, sospesa tra la vita e la morte, Piper capì perche quella scena le era stata familiare:
Perché due di loro c'erano già passati. Solo che non c'era stato il mare prima, ma il Tartaro.
Non fu l'unica ad accorgersene. Infatti, Percy e Annabeth si scambiarono un'occhiata di puro panico: pensavano entrambi la stessa cosa - no! -
Ma perfino loro erano troppo lontani. Non sarebbero arrivati in tempo. Piper e Jason erano definitivamente spacciati.
Gea aveva un gran senso dell'umorismo.
Il dolore pulsava forte lungo la gamba di Piper. Doveva essere lo stesso dolore che aveva provato anche Annabeth, in circostanze diverse - Jason, lasciami -
Oh santo cielo, l'ho detto veramente?, pensò la Figlia di Afrodite, odio questo copione.
- non pensarci nemmeno - anche Jason aveva avuto i suoi stessi pensieri perché storse il naso, infastidito.
- proponi una soluzione migliore? - gridò lei di rimando.
I venti non potevano aiutare, non da quella posizione.
Il biondo guardó giù. C'erano scarse probabilità di sopravvivenza. Favoloso.
Percy era vicinissimo al bordo: pochi metri e avrebbe afferrato Jason - Jas, resisti amico, ci sono quasi! -
A ruoli invertiti, sarebbe stato quello che Jason avrebbe detto a Percy se avesse fatto in tempo a raggiungere i loro due amici prima che cadessero nel Tartaro.
Maledetta sensazione di déjà vu!
Ma Gea era stanca di giocare e facilitó la cosa a tutti e tre: tolse la terra da sotto le dita di Jason un'attimo prima che Percy gli agguantasse la mano.
Lui e Piper caddero in mare, gridando.

- Jason! - gridare non servì a nulla. Non sarebbe servito a riportare Jason e Piper sulla terra.
Il tempo, nel frattempo, era tornato regolare. La terra non li rallentava più. L'unica cosa che era rimasta era l'eco della risata maniacale della Madre Terra che si faceva beffe di loro.
Hazel arrivò di corsa e venne afferrata da Frank prima che si sbilanciasse e cadesse pure lei.
- che diamine state aspettando?! - la ragazzina si rivolse a Frank e Percy, arrabbiata più che altro - salvateli, presto! -
Non se lo fecero ripetere due volte: Percy e Frank si scambiarono una sguardo di intesa, poi si gettarono anche loro giù dalla scogliera.
Passarono estenuanti minuti, e ancora dei quattro ragazzi non c'era traccia.
Leo camminava nervosamente in cerchio mentre cercava di tenere le mani occupate, Hazel piangeva e Annabeth teneva gli occhi fissi sull'acqua scrutando ogni singolo movimento e sobbalzava ad ogni increspatura delle onde del mare. Vedere Piper e Jason cadere com'era successo a loro era stato come perdere 10 anni di vita, ma vedere poi Percy buttarsi a sua volta fu talmente brutale che rievocò in lei i ricordi dei giorni passati nell'Abisso Eterno della Dannazione.
Poi si presentava anche un'altra questione: Percy e Frank potevano resistere così tanto sott'acqua, ma Piper e Jason no.
- ragazzi, guardate! - Leo indicò loro qualcosa.
Un'onda dalle dimensioni colossali investì il terreno proprio di fronte a loro, rivelando le sagome di quattro persone: Percy teneva in braccio Piper e Frank sorreggeva Jason. I due ragazzi non avevano una bella cera.
- oh dei - Annabeth corse al fianco del ragazzo e lo aiutó a posare a terra Piper. Aveva la pelle del viso pallida, le labbra spaccate e una brutta ferita sulla tempia - Piper! - la scosse ripetutamente per una spalla ma non mostrava segni di vita.
Allora Annabeth le posó due dita in un preciso punto del collo e dopo due secondi le ritrasse, spaventata - Percy, non respira - mormoró andando nel panico. Lui non aveva la minima idea di dove mettere le mani.
- Percy! - lui poteva aiutarla, ma sembrava terrorizzato più di quando lo fosse lei.
- tutto questo... è tremendamente familiare... -
Ma in quel momento Annabeth non si curò dei suoi sentimenti, dato che il terrore non la faceva ragionare lucidamente - Percy, ti giuro che se lei muore ...! -
Percy si svegliò - è ovvio che non respira! - sbottó, diventando paonazzo - ha i polmoni pieni d'acqua! -
Con un gesto improvviso, Percy posó una mano sul collo di Piper.
La ragazza inarcó la schiena e sputó un gettó d'acqua dalla bocca, che le ricadde sulla faccia già bagnata.
Poi Piper si voltó su un fianco e continuó a sputare acqua.
- Piper - Annabeth la aiutó a mettersi seduta mentre continuava a tossire - va tutto bene, Pipes, adesso sei salva - fece un cenno a Percy, che si allontanó e si inginocchió al fianco di Jason, che stava poco più in là.
Annabeth venne poi raggiunta anche da Hazel - ci hai fatto prendere uno spavento. Quello che è successo era lo stesso di... -
- lo so - Piper stava tremando, un po' per il freddo e un po' per lo shock - lo so -
La figlia di Atena si voltó per vedere come stava il suo amico.
Jason era già più cosciente e Frank lo stava aiutando a stare seduto, dato che da solo non ci riusciva; Percy si assicurava che non avesse acqua di mare all'interno della cassa toracica e Leo (con le mani accese) lo stava riscaldando. Annabeth fece un cenno al figlio di Efesto, che diede delle leggeri pacche amichevoli sulla schiena del ragazzo e poi le raggiunse.
Il calore di Leo fece smettere di tremare Piper, e l'aiuto a respirare meglio - grazie - mormoró, ancora scossa - se non fossero riusciti a trovarci... - si bloccó e inizió a divincolarsi - dov'è Jason? -
Hazel la tenne seduta - tranquilla, sta bene. Siete salvi -
Ma Piper continuava a dimenarsi irrequieta.
- sta calma - le disse Annabeth - agitarti non ti farà bene -
- ha ragione, Pipes - intervenne Leo, aumentando il calore sulle sue spalle - Jason sta bene e tu stai bene. È questo l'importante -
Era appena stata faccia a faccia con la morte ma stava bene. Incredibile ma vero.
- Piper... -
Servì una sola voce per distrarla da tutti i suoi pensieri - Jason -
Perfino con i capelli biondi spiaccicati sulla fronte, gli occhi azzurri rossi e gonfi e con la maglietta viola mezza di strizzo, Jason era bellissimo.
Sembrava essere messo meglio di lei ma aveva anche lui la faccia pallida come neve. Stava cercando di pulire le lenti degli occhiali con la maglietta viola, ma dato che entrambe le superfici erano bagnate, non arrivó da nessuna parte.
Jason non le disse niente, il suo sguardo valeva più di mille parole. Io sto bene, tu stai bene. Siamo salvi.
- okay... - mormoró la ragazza, lasciando finalmente che il calore di Leo la riscaldasse da dentro.
- ehm... ragazzi? - Frank guardava qualcosa di loro, che sembrò metterlo in agitazione - abbiamo compagnia -
In effetti c'erano degli spettatori.
I loro genitori avevano assistito a tutta la scena e non erano intervenuti? Piper non faticava a crederlo. Insomma, erano dei, quando mai si rendevano davvero utili? Afrodite sembrava sembrava sul punto di piangere ma ovviamente non poteva farlo davanti a Zeus.
Jason si strizzó la maglietta viola
- stiamo tutti bene, qui - gridó per farsi sentire da loro - grazie per l'aiuto - aggiunse poi, sottovoce.
Piper alzó un pollice, facendo segno di essere apposto (non che gliene importasse più di tanto).
- bene, eroi - esordì Zeus con la voce tremolante - perché avete un'altra battaglia che vi aspetta -

ᗴᖇOI ᗪᗴᒪᒪ'OᒪIᗰᑭO ᵒⁿᵉ ˢʰᵒᵗ Where stories live. Discover now