#6 Thomas

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Avvisto Melanie, già seduta al suo banco, che chiacchiera con Paul e Adele. Se la ridono un sacco, ma quando arrivo io Melanie arrossisce guardandomi, per poi distogliere subito lo sguardo. Butto lo zaino a terra e mi siedo accanto a loro, cogliendo solo parte dell'animata conversazione. "...e alla fine l'ho trascinato fino alla macchina e l'ho riaccompagnato a casa!" Adele si rivolge agli altri come se stesse raccontando una barzelletta. Scommetto che stanno parlando di quello sfigato di Jace. "Certo che potevi riaccompagnarlo!" Adele mi rimprovera. 

"Buongiorno anche a voi" ribatto stizzito. "Dai, non mi dire che sei già di cattivo umore, sono solo le nove." Non rispondo e la guardo come se stessi aspettando che ci arrivi da sola. "Come vuoi." Ribatte lei con acidità. "Ma intanto chi ha aiutato Jace nel mezzo della notte? Per fortuna ero al campus con Karen. Siamo state in giro fino a tardi e mi ha invitato al dormitorio da lei per fare due chiacchiere." Guardo il telefono distratto, non mi interessa cosa ha fatto con quella sciroccata di Karen. 

Mi distolgo dalla conversazione, rivolgendo l'attenzione a questioni ben più urgenti. "Melanie, stavo pensando...ti andrebbe di darmi una mano con la ricerca di antropologia?" chiedo con aria innocente. Lei estrae un libro di testo dallo zaino senza rispondermi, scuotendo la chioma ossigenata con sdegno. Appoggia con decisione il tomo sul banco, mentre sembra cercare la voce dentro di sé. "Spiacente McCarthy, se per dare una mano intendi scrivere un intero elaborato e dovertelo riassumere a voce perché non hai nemmeno avuto il tempo di leggerlo, puoi scordartelo. Ho già le mie cose da fare, sai?" E che cazzo. Ci rimango secco quando dice così: ero convinto che avrebbe ceduto molto più facilmente, ma evidentemente mi sbagliavo. Paul e Adele se la ridono vedendo come ho incassato il colpo. "Peccato" dico noncurante, ritornando al cellulare e facendo scorrere le immagini su Instagram senza prestare alcuna attenzione a ciò che vedo. 

Quando dopo qualche tempo alzo lo sguardo, vedo Jace arrivare in compagnia di Kimberly e Gary. "Guardate un po' chi è arrivato..." dico prendendo in giro Jace. Ha due occhiaie impressionanti ed è pallido come un cadavere. "Fanculo Thomas." Gli altri ridacchiano. "Sì, sto bene, grazie!" rispondo dandogli un pugno amichevole sul braccio. 

"Scusate, è qui la lezione di antropologia?" una voce trafelata si fa spazio tra le risate. Mi volto e vedo una biondina dall'aria smarrita. Jace, Paul e Gary sembrano imbambolati: gli basta vedere una ragazza per diventare dei perfetti scemi. "Sì, Barbie, sei nel posto giusto" rispondo io con aria canzonatoria. "Sì, beh grazie. Comunque non mi chiamo Barbie!" Puntualizza. In men che non si dica va a sedersi dalla parte opposta dell'aula, prendendo le distanze da noi. "Ehi, scusalo, è un coglione!" le dice Kimberly a voce alta, mentre lei mi guarda ancora male. "Sì, me ne sono accorta!" Ribatte, aprendo un quaderno sul banco. L'aula è ormai piena di studenti quando nella confusione generale fa il suo ingresso il professore con passo deciso, riportando subito il silenzio.

Scusa ma ti chiamo BarbieWhere stories live. Discover now