#36 Thomas

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Guardo Audrey afferrare il suo drink e appoggiare le labbra rosee al bordo del bicchiere, per poi bere a piccoli sorsi, facendomi immaginare cose a cui adesso non dovrei affatto pensare. Fortunatamente mi distoglie dai miei pensieri impuri facendomi qualche domanda di circostanza. Dopo qualche sorso mi sento più tranquillo e inizio a parlare a ruota libera, fino a quando non mi accorgo che Audrey si è allungata sulla sedia e sta guardando verso l'interno del locale.

"Capito?" le chiedo, cercando di farla ritornare sul pezzo. "Ah-ah." Risponde lei distrattamente, allungandosi ancora di più. Allora rimango in silenzio, deciso a scoprire quando si accorgerà che non sto più parlando. Dopo qualche tempo tossisco imbarazzato e contrariato allo stesso momento. Lei si ritrae sulla sedia e mi sorride, ancora distratta. "Sì, certo." Dice a vanvera. "Sì certo cosa?" sbotto innervosito. "Stai per cadere dalla sedia!" la rimprovero. "Per fortuna che non volevi spiarlo..." aggiungo, cercando di addolcire il tono. Lei abbassa lo sguardo, dispiaciuta. "Hai ragione, scusa. Sono un po' in apprensione." Dovrei arrabbiarmi, ma si vede che è preoccupata per il fratello e mi piace che abbia questo bel rapporto con lui. Audrey riesce a farmi stupire di me stesso, non mi era mai successo con le altre ragazze. Mi prende una mano scuotendola appena.

"Oddio, guarda, stanno per uscire!" mi comunica con urgenza. Provo a girarmi ma vedo solo gruppi di persone sedute ai tavoli, da quella posizione non è facile vedere ciò che vede lei. "Mi spiace, non riesco a vedere." Le spiego calmo. "Se non sono ubriaca si stanno tenendo per mano... Ah, no, non è vero. Ora Travis sta pagando alla cassa. Jamie è appena dietro di lui." Inizia a farmi la telecronaca di ogni loro spostamento e io la osservo con un sorriso appena accennato sulle labbra. È così buffa. "Oh no. Ora escono. Speriamo che non mi vedano! Coprimi!" La guardo allibito "E come dovrei fare a coprirti? Sono già davanti a te, se la smetti di agitarti come un pesce fuor d'acqua forse non si accorgeranno... Non credi?" le dico cercando di tranquillizzarla. "Giusto." Conviene con me, dandosi una calmata, almeno inizialmente. "Cazzo. Si sono fermati proprio davanti all'ingresso. Ma... Ma lui... Cosa sta...? Uuuhhh! Si baciano! Si baciano!" Mi piego sul tavolo avvicinandomi a lei. "Se non stai buona ti vedranno, è sicuro." Le sussurro cercando di farla ragionare.

Annuisce e poi la vedo spostare lo sguardo verso il marciapiede dalla parte opposta della strada. Ora sta scrutando con attenzione in quella direzione e noto i suoi occhi chiudersi in una fessura sempre più stretta, fino a quando in modo improvviso si alza dalla sedia afferrando la sua borsa e scattando come una molla si allontana e attraversa la strada come una furia. Io mi guardo intorno smarrito. Cosa le è successo ora? Mi domando senza trovare risposta. La seguo con lo sguardo, alzandomi a mia volta. La vedo raggiungere un gruppo di ragazzi, sembrano giocatori di football a giudicare dall'aspetto fisico. E sembrano piuttosto allegri, il che significa che forse hanno bevuto un po' troppo. La vedo andare dal più grosso, puntandogli un dito al petto. A quel punto capisco che devo intervenire. Lascio una banconota sul tavolo per il pagamento dei drink senza preoccuparmi che sia un taglio troppo cospicuo. Mi affretto ad attraversare la strada e la raggiungo proprio mentre sta aggredendo verbalmente il colosso palestrato.

"Tu! Brutto omofobo insignificante! Ti senti tanto figo eh? I muscoli peseranno anche, ma compensi benissimo con la totale assenza di cervello a quanto pare!" Che mi venisse un colpo. Ma perché vuole farsi ammazzare? Vedo gli amici dell'armadio a due ante ridacchiare mettendo in discussione la virilità del bellimbusto e inizio a preoccuparmi che lui possa ridurre Audrey in poltiglia. Mi avvicino e prendendola per un braccio cerco di trascinarla via.

"Scusatela" dico isterico "ha bevuto... Lei non è... Non sta bene! Per niente!" Sono pronto a dileguarmi trascinandomela dietro anche di peso se necessario, ma lei è intenzionata ad ottenere uno spargimento di sangue e continua ad inveire contro l'energumeno. I miei tentativi di farla ragionare finiscono in fondo al pozzo dei desideri mai realizzati e inizio a temere il peggio, quando per fortuna Jamie, accorgendosi di noi, ci raggiunge, seguito a ruota dal ragazzo, che se ho capito bene dovrebbe chiamarsi Trevor. "Che succede Audrey?" le domanda allarmato. Solo a quel punto lei rinsavisce e preoccupata si volge verso il fratello. "Jamie. Vattene da qui. E' pericoloso. Vai via ok? Allontanati!" Proprio mentre si distrae il tizio si avvicina a lei e la spintona, facendola piombare addosso a Jamie, che fortunatamente riesce a non farla cadere. A quel punto sono io a non vederci più dalla rabbia. "Lasciala stare amico, è meglio che tu te ne vada ora!" gli ringhio contro, mettendomi tra lui e Audrey. "Lo avete sentito?" chiede con aria da spaccone agli amici, che si danno gomitate d'intesa e ridacchiano. "Non mi piace dovermi ripetere, amico, ma credo che le cose siano andate troppo oltre. Quindi ora ce ne andiamo ognuno per la propria strada, intesi?" propongo tirando fuori il maschio alfa che è in me. "Certo..." acconsente lui, facendomi tirare un sospiro di sollievo. Ed è proprio in quel preciso istante che mi colpisce con un pugno violentissimo sul viso.

Scusa ma ti chiamo BarbieWhere stories live. Discover now