#23 Audrey

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Sono ancora stupita dall'entusiasmo che ha colpito tutti nel vedere questa avvincente gara a base di birra, quando mi accorgo che Thomas incrocia il mio sguardo. Sembra che voglia dimostrare qualcosa, ma questo atteggiamento è così immaturo che non capisco proprio cosa pensa di ottenere. Ricambio il suo sguardo, eppure mi sento infastidita: ero sul punto di farmi offrire un drink da Gary e le cose potevano andare diversamente. Rimango a guardare la sfida senza prendere parte alla tifoseria, questa situazione è già abbastanza strana così. Guardo il telefono e vedo un messaggio di Jamie, che mi chiede di raggiungerlo fuori. Senza pensarci mi precipito nella sala principale e sgomitando mi faccio strada verso l'uscita. Grazie a Dio non c'è nessuno fuori, infatti scorgo subito mio fratello e mi affretto verso di lui. 

"Tutto ok?" gli chiedo trafelata. "Sì, sì...sto bene." Mi risponde mogio. "Anche se non sembra" lo contraddico. "Sul serio, sto bene. Ma non ne posso più. Ci ho provato ma non me la sento di restare. Puoi darmi le chiavi della macchina?" mi domanda, le mani nelle tasche dei jeans. "No. Vengo con te." Ribatto, ma lui scuote la testa deciso. "No, non esiste. Voglio che resti e ti diverti. E' la tua serata, goditela. Vorrei andare a casa, ti prego, non essere testarda. Puoi farti dare un passaggio dalle tue amiche?" mi chiede implorante. Sospiro profondamente mentre rifletto. "Sicuro? Posso venire anche ora, non succede nulla di entusiasmante qui." Lui mi guarda negli occhi, così chiari e simili ai miei. "No. Io vado, tu resti. Per favore, Audrey." A quel punto capisco che devo dargli la possibilità di scegliere e annuisco. "Va bene, vai. Ma quando arrivi a casa mandami un messaggio. Almeno non dovrò stare in ansia mentre me la spasso." Lui mi sorride grato. "Affare fatto, tu divertiti! E non farti dare un passaggio da un serial killer, solo gente fidata." Si raccomanda, prendendo le chiavi che gli sto porgendo e allontanandosi verso l'auto. Lo guardo allontanarsi e poi mi giro per tornare dentro, quando vedo Thomas uscire barcollando. 

"E ora... Vi saluto tutti... Io me ne vado! Alla prossima, ci vediamo gente!" Lo osservo allibita: sta parlando da solo? Aspetto, convinta che sia seguito da qualcuno del gruppo, ma dopo un po' lo vedo allontanarsi e dirigersi verso il vialetto. "Thomas, che fai?" gli chiedo, bloccandogli la strada. "Ehi, biondina! Che spettacolo! Ti sei persa un grandissimo spettacolo!" ribadisce, strascicando le parole. "Non ne dubito. Hai bevuto parecchio." Gli faccio notare. "Ma ho vinto. Ho vinto, cazzo! Dovevi vedere! Ho proprio vinto... Vinto!" ripete sconnesso. "Sì, ho capito che hai vinto. Ti daranno il premio 'furbo dell'anno'... Ora sei ubriaco, che intenzioni hai?" insisto, mentre lui mi supera e si allontana goffamente. 

Sospiro. E ora dovrei lasciarlo andare in queste condizioni? Che persona orribile sarei? Lo raggiungo e gli blocco nuovamente il passaggio. "Ehi, biondina, Audrey, Barbie o come accidenti ti chiami... Lasciami passare. Devo andare a casa." Dice a fatica, facendomi ridere. "Hai proprio bevuto troppo. Perché non aspetti un po' prima di andare? Facciamo due chiacchiere" gli propongo, cercando di trattenerlo. "Uh. Due chiacchiere, dici?" chiede incredulo. "Sì, Thomas McCarthy, due chiacchiere. Non hanno mai ammazzato nessuno, mentre dieci bicchieri di birra e una macchina sì. Che ne dici?" chiedo cercando di mascherare l'esasperazione.

Scusa ma ti chiamo BarbieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora