#71 Audrey

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Sto sonnecchiando sul divano quando Jamie mi sveglia lanciandomi un cuscino, facendomi trasalire.
"Maledetto, vuoi farmi venire un infarto?!" chiedo, ancora assonnata.
"Come sei tragica!" mi lancia anche un altro cuscino, ma questa volta lo afferro prima che mi colpisca. "Che programmi hai per questo pomeriggio?" chiede accomodandosi sul divano accanto a me.

"Devo sostituire Thomas al centro, ha un principio di influenza." Lui solleva un sopracciglio. "Wow. Siamo già a questo scambio di favori? Devo dedurre che l'appuntamento sia andato nel migliore dei modi!" Incrocio le braccia.

"Fratellino, tu deduci troppe cose. Siamo stati bene, ma lui non vuole impegnarsi." Dico con aria distaccata. "E nemmeno io, sia chiaro." Aggiungo, dandomi un po' di arie.

"Wohooo! Siete due perfetti trombamici allora!" esclama entusiasta. Lo guardo malissimo, inclinando la testa di lato e socchiudendo gli occhi fino a farli diventare due fessure.

"Non credo proprio!" ribatto.
"Vuoi dirmi che dopo quel meraviglioso bacio non sei ancora passata alla fase successiva? Cosa aspetti? Hai visto che pezzo di manzo che è quel ragazzo? Se non fosse etero, e io non fossi fidanzato con Trevor lo avrei già fatto mio ripetutamente!" mi confessa quasi offeso.
"Oddio. Jamie, dopo questa immagine di te insieme a lui avrò dei seri problemi a passare alla fase successiva! Non possiamo passarci i fidanzati! Nemmeno col pensiero! Sono stata chiara?" gli dico fingendomi sconvolta. Lui scoppia a ridere.
"Tranquilla, tienitelo tu. Dicevo tanto per dire, per spronarti un po'!" mi spiega.

"Certo, per dire eh?" gli lancio un cuscino, che lui afferra immediatamente.

"Ritenta e sarai più fortunata Audrey!" non me lo faccio ripetere due volte, ma lui questa volta non se lo aspetta e lo colpisco in pieno. Scoppio a ridere e mi alzo dal divano, devo sbrigarmi se non voglio fare tardi. 

Quando arrivo al centro c'è solamente Patricia, che si trova nella stanza insieme ad un paio di ragazzini. Le spiego che oggi sostituirò Thomas dato che è influenzato e lei mi ringrazia per la mia disponibilità, poi mi dà qualche informazione utile per lo svolgimento del turno. Mi metto a lavorare ad un cartellone su cui segniamo le presenze dei ragazzini. Alcuni di loro mi circondano e osservano rapiti le mie mosse.

"Come fai a fare le linee così dritte senza righello?" mi chiede una bimba con gli occhiali dalle spesse lenti.

"È un incantesimo, ormai dovresti saperlo che sono magica!" le dico fingendomi molto sicura della cosa. Lei mi scruta scettica. "Scommettiamo che riesci anche tu con un piccolo incantesimo?" Le chiedo sfidandola. La prendo sulle mie ginocchia e pronuncio qualche parola senza senso, poi le prendo la manina e la guido delicatamente sul foglio, aiutandola a tracciare una linea piuttosto dritta sul foglio. Quando finisco le lascio la mano e osservo la linea con grande curiosità. Lei fa lo stesso. Uno sguardo pieno di stupore le illumina il visetto paffuto.

"Hai fatto una magia!" dice contenta. Io le sorrido, annuendo.

"Ma non è vero! Le hai tenuto tu la mano!" protesta uno dei bimbi più grandi, che non si rassegna al fatto che qualcuno creda nei miei super poteri. Un altro bimbo, che indossa una maglietta di Harry Potter e crede di vivere ad Hogwarts, si rivolta contro questo miscredente. "Sei solo un babbano! Non puoi capire la magia!" lo accusa con veemenza. L'altro sta per ribattere e prevedo una lite furibonda.

"Va bene, bambini. Non c'è bisogno di discutere. Chi vuole è libero di credere alla magia, chi non vuole è libero di non crederci! In questo posto i bambini possono credere a ciò che li rende più felici, siamo d'accordo?" Loro mi fissano ammutoliti, annuendo impercettibilmente.

"E ora tutti a leggere una bellissima storia!" alla mia proposta, tutti si lanciano contenti sui materassini ricoperti da grandi cuscini morbidi e variopinti.

Arrivo alla fine del turno sfinita ma comunque ricaricata di tanta energia positiva: quando sto con i bambini la fatica viene sempre ripagata in modo genuino e affettuoso, infatti anche questa sera tornerò a casa con una tonnellata di disegni. Li abbraccio e do a tutti un bacio, salutandoli, per poi tornare a casa.

Scusa ma ti chiamo BarbieWhere stories live. Discover now