#78 Thomas

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I baci di Audrey sono stati più benefici di una medicina e quando mi sveglio mi sento in forze e la febbre è sparita. Anche il raffreddore sembra darmi un po' di tregua. 

"Forse dovresti stare un altro giorno a riposo, così ti riprenderai del tutto." Allyson ha deciso di propinarmi i suoi consigli proprio questa mattina, dopo avermi tormentato per giorni, prima prendendomi velatamente in giro per il mio tono lamentoso, e poi cercando di annientarmi spalancando la finestra della mia stanza a tradimento, solo un attimo, per far cambiare l'aria, trasformandola in una ghiacciaia. E ora vorrebbe farmi credere che ho bisogno di altro riposo? Per tutti i santi, io e le donne abbiamo evidentemente un problema di comunicazione.
"No, non se ne parla. Sono stufo di rimanere a letto tra queste quattro mura e non ho alcuna intenzione di riposarmi ancora. "Oggi vado a lezione." Stabilisco con un tono che non ammette repliche. Lei solleva un sopracciglio, e per un attimo mi sembra di essere di fronte a Audrey. L'ha contagiata con la mania del sopracciglio alzato, ma perché mai non possono semplicemente credermi sulla parola? Esasperato bevo il mio succo d'arancia, aspettando una risposta che non arriva. "Beh, che c'è?" le chiedo allora, girandomi nuovamente verso di lei.
"Niente, pensavo solo che è strano vederti così desideroso di andare a lezione... Scommetto che c'è lo zampino di una certa ragazza dietro a questo entusiasmo..." accenna, tentando di convincermi che ne sa più di quanto io pensi. So benissimo dove vuole arrivare.

"Non farlo, Allyson, niente interrogatorio. Tra l'altro sono già in ritardo." Le faccio notare, prendendo lo zaino e portandolo alla spalla. Sto per andarmene quando Bart entra in cucina, camminando lentamente, ancora in pigiama.

"Torni a studiare?" mi chiede, avvicinandosi al tavolo. Annuisco, distogliendo subito lo sguardo. "Allora significa che stai meglio, ne sono contento, figliolo." Eccolo, mi mancava il mio appellativo preferito.

"Beh, sì." Sono quasi sul punto di voltarmi e andarmene, ma mi trattengo ancora un attimo. "E tu? Come stai?" chiedo a fatica. Un sorriso solca il suo viso stanco e pallido.

"Meglio. Molto meglio." Dice con uno strano guizzo negli occhi.
"Vuoi il tuo giornale?" domando ancora, prima di andare.

"Oh, no, lascia stare, ci penserò più tardi. Grazie lo stesso, Thomas. Non fare tardi, ora vai. Buona giornata."

"Buona giornata anche a voi" dico uscendo, ancora un po' imbarazzato, dalla cucina. Non è facile comportarmi come una persona normale, me ne accorgo dalla difficoltà che mi creano questi momenti. A volte vorrei essere capace di lasciarmi andare, ma sto cercando di cambiare, anche se non è facile.

Dopo la discussione che ho avuto con Audrey non so bene cosa aspettarmi. Non l'ho più sentita da quando ci siamo salutati ieri e spero tanto di sbagliarmi, ma se ho imparato a conoscerla almeno un po' immagino che oggi ci potranno essere delle tensioni con Melanie, e forse anche con Kimberly, anche se credo che dopo la breve telefonata di ieri la mia amica abbia le idee abbastanza chiare.

Sto camminando pensieroso, quando mi sento afferrare alle spalle e trascinare accanto al muro dell'edificio.

"Di' un po', Barbie, vuoi farmi venire un colpo?" La sua risata cristallina cancella il mio sguardo irritato.

"Scusa. Non volevo spaventarti." Dice facendo gli occhi da santarellina. Sospiro, non riesco a capire perché questa ragazza può fare ciò che vuole di me. Non sono capace di tenere il punto una mezza volta, completamente in balia dei suoi meravigliosi occhioni dolci: sa sempre come passarla liscia. Allunga la mano, indicando verso l'ingresso dell'edificio.
"Vedi anche tu quello che vedo io?" mi chiede, incapace di contenere la sua allegria.

"Sì, ci sono un migliaio di studenti che stanno per andare a lezione, è emozionante, lo so." Rispondo facendo lo spiritoso, cercando di capire cosa stia cercando di farmi notare.

"Sciocco! Guarda bene, vicino alla scalinata, sulla sinistra, accanto a quella siepe." Cerco di mettere a fuoco, seguendo le indicazioni della bionda psicopatica e mozzafiato che è al mio fianco.

"Uhm." Mormoro dubbioso, non capisco proprio di cosa stia parlando.

"Non ci posso credere, sei proprio tonto!" mi insulta, prendendomi la testa e orientandola nella direzione giusta.

"Senti, Barbie, io vedo solo due tipi che limonano duro..." A quel punto la sua faccia mi scruta come se fossi un emerito imbecille.

"Appunto..." insiste, aspettando che io faccia due più due.
"Oh, ah. Ehm..." Non sono più in grado di parlare a quanto pare, mentre faccio il collegamento più logico al mondo.

"Esatto! Sono Kimberly e Paul! Non li vedi? Stanno proprio facendo quella cosa lì... E lui... Oddio le ha appena toccato...!" La fisso spazientito.

"Non c'è bisogno della telecronaca, lo vedo da solo, ora." La zittisco. Che cavolo, sono i miei amici quelli, e stanno per fare un figlio davanti all'ingresso dell'università, non credo di aver bisogno di un resoconto dettagliato.

"Che c'è, non sarai mica imbarazzato?" mi chiede lei incrociando le braccia.

"Ma che imbarazzato..." brontolo, passandomi una mano sulla nuca, un gesto che fuga ogni dubbio sul mio imbarazzo.

"Oh sì, McCarthy, sei imbarazzato nel vedere due che si baciano! Ora mi dirai che non hai mai visto un film porno..." commenta lei, prendendomi in giro.

"Ma smettila! Certo che... Oh, Cristo santo, ma di cosa stiamo parlando?" Strabuzzo gli occhi, messo in crisi da questa conversazione. "Forse dovremmo andare, sta per cominciare la lezione." Aggiungo, cercando di cambiare discorso, mentre lei ride divertita alla mia reazione.

"Thomas McCarthy, sei una sorpresa continua. Non avrei mai pensato che fossi così pudico!" continua, avanzando e lasciandomi indietro. Mi affretto a raggiungerla, contrariato.
"Non sono affatto pudico!" mi lamento, aggrottando le sopracciglia. La sua risata arriva prima delle sue parole.
"Certo, certo." Conclude, allungando il passo. "Ciao ragazzi!" saluta i due piccioncini, ancora intenti a baciarsi, che si scollano l'uno dall'altro solo per fissarla sorpresi, mentre li supera come se nulla fosse. 

Io li fisso con aria contrita, come se dovessi scusarmi per il comportamento di Audrey, faccio loro un timido saluto con un cenno della mano e mi affretto ad entrare.

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Lo so, sono stata molto –molto - cattiva con voi. Sparita per tutto questo tempo, senza aggiornamenti o notizie,ma ho attraversato un periodo molto impegnativo e non avevo energie per dedicarmi anche a questo progetto, che tuttavia non ho alcuna intenzione di abbandonare, anche perché ormai volge al termine...ebbene sì, non manca molto all'atteso finale! Sono molto contenta di essere qui ad aggiornare la storia, donandovi un altro capitolo che spero sia di vostro gradimento! Grazie di cuore per la vostra pazienza e il vostro supporto!    

Scusa ma ti chiamo BarbieWhere stories live. Discover now