#35 Audrey

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Devo ammettere che da quando sono salita sulla sua automobile non ho fatto altro che guardarlo di sottecchi. Questa serata con Thomas è surreale: so che è solo un drink della pace, ma sembra quasi un appuntamento. Si sta mostrando galante e devo dire che anche se di solito lo commisero o lo rimprovero, mi sento bene al suo fianco. Ma non devo dimenticare Melanie e il bacio dato per scherzo. Mia madre compare improvvisamente nella mia testa sotto forma di fumetto. "Ricordati, Audrey! Il lupo perde il pelo ma non il vizio!" Caccio quell'immagine guastafeste dalla mia testa e seguo Thomas. Quando mi accorgo dove siamo è troppo tardi però, così entriamo nel grande locale, percorrendo il corridoio che porta al bancone e alla cassa, mentre io mi guardo intorno nervosa.

"Ehi, Audrey! Quello non è tuo fratello?" mi chiede allegro Thomas, alzando il braccio come per salutarlo. Io, per evitare il peggio, lo strattono trascinandolo in un angolo meno illuminato. "Scusa." Gli dico lasciandolo finalmente andare. "Non vedi? Mio fratello è molto impegnato. Ha molte cose da fare e da dire... E non voglio assolutamente disturbarlo, perché non mi sembrerebbe nemmeno educato, insomma..." Lui mi guarda con l'aria di chi ha sentito un forte odore di bugie. "Okay!" ammetto sottovoce, incrociando le braccia. "Non voglio che pensi che lo sto pedinando. Quello è Trevor, il suo... Beh forse è il suo ex ragazzo e stasera dovevano incontrarsi per chiarire! Non voglio che mi veda e pensi che lo sto spiando." Ora sembra avere le idee più chiare e il suo sguardo si fa comprensivo. "Vuoi che ce ne andiamo?" mi domanda con gentilezza. Dovrò segnarmelo sull'agenda: domenica sera Thomas McCarthy è stato gentile con me! Scuoto la testa per dissentire. "Rimaniamo. Però mettiamoci nei tavoli fuori, ti va?" chiedo implorandolo con lo sguardo. Non era mia intenzione pedinare Jamie, ma comunque meglio avere la situazione sotto controllo. Posso fare pace con Thomas e controllare mio fratello nella stessa serata.

I tavoli all'esterno del locale sono disposti ordinatamente di fronte alla vetrina. I clienti sembrano però apprezzare maggiormente l'interno del locale, indubbiamente più luminoso e confortevole. Una coppia dall'aria annoiata si alza quando ci vede arrivare, come se la nostra presenza gli avesse ricordato che lì non avevano più nulla da fare. Anche se siamo gli unici ad occupare lo spazio esterno, ci sediamo ad un tavolino appartato, dal quale riesco a vedere mio fratello, sporgendomi solo un pochino dalla sedia. Appoggio la pochette su un angolo del tavolo e osservo uno dei camerieri raggiungerci per prendere l'ordinazione, per poi ritornare in sala e consegnare la comanda al barman.

"Sai, non era mia intenzione vincere il primo premio e spodestarti." dico a mo' di scuse. Lo vedo deglutire e sforzarsi di non dare peso alla cosa. "Oh, non importa. È solo uno stupido gioco. Largo ai nuovi arrivati." Dice indicandomi con un gesto galante della mano. Lo ringrazio, pensando che è già la seconda volta in poco tempo. O io sto improvvisamente diventando una romanticona o lui sta diventando carino... Dovrò indagare. Mi scosto leggermente quando il cameriere ritorna con le nostre ordinazioni. Thomas alza il bicchiere verso di me e io ricambio il brindisi.

"Alla pace!" afferma, schiudendo le labbra in un sorriso che inspiegabilmente mi toglie il respiro.

Scusa ma ti chiamo BarbieWhere stories live. Discover now