#43 Audrey

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Devo fare appello a tutto il mio autocontrollo per non interrompere la scena pietosa che si sta svolgendo davanti al mio sguardo. Anche perché sono indecisa su chi uccidere per primo e con quali modalità. Certo, a lui riserverei il metodo più lungo e doloroso, giusto per non farmi mancare il sottile piacere della vendetta...

Distolgo lo sguardo sentendo un dolore acuto allo stomaco. Non gli darò la soddisfazione di vedermi soffrire. Saluto gli amici fingendomi allegra come al solito, sedendomi accanto a Gary, che questa mattina è ancora addormentato e se ne sta buono, con la testa appoggiata al banco e addosso gli occhiali da sole.

"Serataccia?" gli chiedo ridendo, mentre i ricordi della mia nottata mi passano davanti come un maledettissimo film da coma diabetico, provocandomi una stretta al cuore. "Puoi dirlo, tesoro!" mi risponde con la voce ancora impastata dal sonno, sistemandosi comodo sulla sedia. Io e Kimberly lo prendiamo in giro ridendo tra noi, ma quando quel farabutto di Thomas entra in aula io lo fisso come se volessi trafiggerlo con mille spade. Lui mi sorride come se niente fosse e si mette a fare il buffone con Jace. Ora lo ammazzo, penso in un moto d'ira. Ma poi mi calmo: non c'è bisogno che io sprechi energie per un coglione come Thomas McCarthy. Non ho bisogno di uno sfigato come lui nella mia vita.

Mi giro nuovamente verso Gary, che si lamenta con noi di avere un mal di testa pazzesco. Mi avvicino e gli sollevo gli occhiali da sole. Scoppio a ridere quando vedo che ha un aspetto terribile.

"Lo so, ma c'è poco da ridere! Ho preso una sbornia colossale!" ribatte fingendosi offeso. "Povero ragazzo...!" lo prendo in giro bonariamente, rimettendogli a posto gli occhiali da sole e dandogli una pacca affettuosa sulle spalle. Lui mugola qualcosa e poi si avvicina a me, accoccolandosi sulla mia spalla fino a quando il professore non entra in aula ed è costretto suo malgrado a togliersi gli occhiali e a stare composto. 

Seguo la lezione fissando alternativamente il quaderno e il viso rugoso del professore, non voglio concedermi di guardarmi intorno per non incontrare lo sguardo di Thomas, perché anche se non me ne frega assolutamente niente di lui, non voglio che pensi di avermi ferita. Mi riprometto di mettermi alle spalle quell'insignificante episodio e andare avanti come se non fosse successo nulla.

 Dopo la lezione decidiamo di andare tutti quanti a pranzo insieme in mensa. Ci muoviamo in gruppo, Paul e Gary ai lati, palestrati come due guardie del corpo, Melanie e Adele parlottano tra loro, mentre io e Kimberly commentiamo un volantino che lei ha appena recuperato.

"Un'altra festa?" chiedo scettica, mentre lei continua a leggere. "A quanto pare sì, ci dobbiamo proprio andare. Guarda un po' qui..." dice facendomi svolazzare il volantino davanti agli occhi. "...una festa in sostegno alla squadra di football che a breve disputerà il campionato! Hai afferrato il concetto?" mi chiede con un lampo di malizia negli occhi. Rido di gusto. "Verrò. Come potrei perdermi tutti quei bei maschioni in mostra come trofei?" Mi sferra una pacca sul sedere. "Ben detto, come potresti?" La fisso fingendomi sconvolta per il suo gesto, poi scoppiamo a ridere.

Non mi sarei nemmeno accorta della presenza di Thomas, se Jace non avesse cominciato a piagnucolare con il suo amichetto, pregandolo di venire alla festa. Alzo gli occhi al cielo, figuriamoci se quello si perde l'occasione di infilare la lingua nella bocca di qualche dozzina di esemplari femminili della specie umana!

Scusa ma ti chiamo Barbieحيث تعيش القصص. اكتشف الآن