#45 Audrey

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Non ho idea di come sono finita qui. Ho bevuto molto di più di quanto io sia abituata a fare e ora sono allegra e su di giri. Gary è stato molto carino, abbiamo chiacchierato parecchio, poi mi ha offerto da bere e ora siamo in giardino e mi sfiora con quello sguardo che ha da quando siamo arrivati. Mi scruta negli occhi, come se cercasse di rubare i miei pensieri più nascosti, così distolgo lo sguardo. Anche se ho bevuto c'è solo un pensiero che mi passa per la testa e l'unica cosa che so è che non ha minimamente a che fare con Gary, la qual cosa mi irrita più di quanto vorrei. Chiudo gli occhi e sospiro, buttando indietro la testa.

"Tutto bene, Audrey?" mi chiede Gary, accarezzandomi una spalla dolcemente. Annuisco sorridendogli. "Sei davvero bella questa sera" si complimenta lui, mentre sfiora delicatamente la scollatura del vestito striminzito che mi ha prestato Kimberly. Guardo questo ragazzo, la sua stazza imponente mi dà l'illusione che potrei sentirmi protetta, anche se non è esattamente quello che vorrei. Vorrei solo liberarmi dalla stretta che ho al cuore da quando Thomas mi ha baciata. Mi fa incazzare rimanere con la mente a quel bacio, come se non avessi mai baciato un ragazzo. Ma per favore, penso, stizzita. Gary si accorge di quanto sia tesa. 

"Tranquilla, rilassati..." mi sussurra all'orecchio, facendomi scostare leggermente dallo schienale della panchina e massaggiandomi le spalle con movimenti circolari delle mani, per poi passare ad accarezzarmi i fianchi, facendomi infine accoccolare con la schiena appoggiata al suo petto. Poco dopo mi sposto, accomodandomi sulle sue gambe. Ora sono in braccio a lui e siamo tremendamente vicini, l'alcol che ho in corpo mi fa girare la testa. Appoggio la mia fronte alla sua, mentre le sue mani continuano ad accarezzarmi le gambe e i fianchi. Senza alcun motivo rido, inclinando la testa all'indietro e sbilanciandomi. Sto per cadere ma lui mi afferra subito, chiudendomi tra le sue braccia forti. Mi perdo nel suo sguardo, che ora sembra attraversato da una scintilla di desiderio, e lo bacio. A quanto vedo lui non aspettava altro. Rimaniamo su quella panchina per lungo tempo, baciandoci con trasporto, avvinghiati l'uno all'altra. Poi lui mi prende il viso tra le mani, allontanandomi di poco. 

"Ci spostiamo da qui?" mi chiede con un sorriso invitante. "Perché no?" gli rispondo, dandogli un buffetto sul petto muscoloso. Mi prende per mano e attraversiamo la folla di persone che riempiono il salone, salendo le scale. Dato che ho bevuto parecchio, anche fare le scale mi sembra complicato. Rido come una matta quando mi carica in spalla, lasciandomi solo dopo aver raggiunto il secondo piano. Mi appoggio al muro per riprendere l'equilibrio e lui mi prende nuovamente per mano, mentre percorriamo il corridoio in cerca di un luogo appartato. "Ahi!" inciampo, ma Gary mi afferra saldamente e mi aiuta a sostenermi, mentre io rido come una matta e mi appoggio al muro con le spalle. Lui si china su di me, baciandomi, per poi infilare una mano sotto la gonna.

"Che cazzo fai Gary?" domanda qualcuno bruscamente. Non capisco bene cosa stia succedendo, ma giurerei di riconoscere quella voce. Mi volto e davanti a noi vedo Thomas, i pugni stretti lungo i fianchi e il viso segnato da un'espressione minacciosa.

Scusa ma ti chiamo BarbieWhere stories live. Discover now