#70 Thomas

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Sto per inviare il messaggio, quando Paul, seguito da Melanie, Adele e Gary, entra in aula. Cancello la bozza del messaggio e metto in tasca il telefono. Li salutiamo e iniziamo a chiacchierare del più e del meno, quando vedo Jace entrare in aula correndo, paonazzo in viso e con il fiato corto. 

"Ehi, che ti succede? Hai visto un fantasma?" gli chiedo facendo scoppiare tutti a ridere. Lui indica la porta, dalla quale nel giro di mezzo secondo entra il professore. Trattenendo le risate ci sediamo ai nostri posti, mentre Jace si siede cercando di non rimetterci i polmoni. "Vuoi dell'acqua?" gli chiedo, passandogli una bottiglietta.

"Grazie" sibila, ancora senza fiato. La lezione trascorre senza grandi colpi di scena, anche se non riesco a concentrarmi particolarmente.

Audrey, seduta nella fila davanti alla mia, parla fitto fitto con Kimberly e disegna fumetti buffi sul quaderno per poi mostrarglieli. Rimango ad osservarla per tutto il tempo, ripensando all'intesa che abbiamo, a quanto baciarla sia stato terribilmente meraviglioso. Lo rifarei anche ora, qui, davanti a tutti i nostri amici e ai colleghi di corso, di fronte al professore che ci guarderebbe incredulo per poi cacciarci dall'aula. Immagino la scena, in cui, per nulla turbato, esco trascinando Audrey con me, per portarla in qualsiasi posto un minimo appartato e farle tutto ciò che mi passa per la mente.

Abbasso lo sguardo e mi rendo conto che dovrei smettere immediatamente di fare pensieri del genere in mezzo a tutta questa gente. Provo a concentrarmi sulle parole del professore, ma non riesco se non per un paio di minuti. Ho un mal di testa feroce e la gola ancora brucia da questa mattina. Scocciato, inizio a guardare il cellulare e rassegnato al fatto che non riesco a fare lo studente modello inizio a scrivere un messaggio per Paul, che sembra molto concentrato sui suoi appunti. Lo vedo estrarre il telefono dalla tasca, tenendolo sotto il banco per non farsi beccare dal professore. Incerto, si volta verso di me con un sorriso incredulo stampato in viso. Gli faccio un cenno di conferma e lui torna a fissare il quaderno, facendo scivolare il telefono nuovamente nella tasca dei jeans. Sono soddisfatto, almeno ho concluso qualcosa questa mattina. Arrivo a stento alla fine della lezione, sono a pezzi. 

"Andiamo a pranzo insieme?" mi chiede Jace, infilando i libri di fretta nella sua borsa a tracolla, decorata con un'enorme stampa di Star Wars. Sono sul punto di chiedergli perché ho scelto un nerd come migliore amico, prendendolo nuovamente in giro, ma prima di parlare mi rendo conto che farei la solita parte dello stronzo. Jace è leale e sta sempre dalla mia parte. Ecco perché è il mio migliore amico.

"Mi spiace ma passo, credo che andrò a casa, non mi sento molto in forma." Ammetto, deglutendo a fatica. Audrey si avvicina a me.

"Che hai?" mi chiede premurosa.

"Mi sa che sono sul punto di beccarmi una stupida influenza!" protesto sbuffando.

"Hai preso freddo ieri notte probabilmente." Stabilisce in tono serio. Le manca solo uno stetoscopio per trasformarsi in una dottoressa sexy e l'idea mi alletta più di quanto dovrebbe. "Ci puoi scommettere Barbie, c'era vento e mi pare di ricordare che la mia giacca fosse sulle spalle di una biondina molto freddolosa..." scherzo.

"Mio eroe!" recita, portandosi le mani al cuore come un'attrice consumata.

"Sfotti pure... Io vado a casa ora." Ribatto scherzoso, per poi lasciarla con un sorriso, affrettandomi per raggiungere la mia auto. Mi sento terribilmente spossato, non vedo l'ora di mettermi a letto. Appena metto in moto sento la notifica di un messaggio sul telefono. Metto in folle e leggo, prima di partire.

«Non andare oggi al centro, ti sostituisco io. Tu riposati, cavaliere senza macchia e senza paura.» Sorrido come uno scemo, da solo nell'abitacolo dell'auto.

Digito e invio: «Grazie, principessa sul pisello!».

Scusa ma ti chiamo BarbieWhere stories live. Discover now