#65 Audrey

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Alzo gli occhi al cielo scuro, punteggiato da piccole stelle lontane.
"Certo. E magari questo discorsetto lo fai con tutte... Prima di portartele a letto." Sentenzio caustica. Lui sembra atterrito, ma solo per un secondo.

"Come ti pare" dice, con aria strafottente. Colpito e affondato: si comporta come se non mi avesse baciato per poi correre da una delle sue insipide spasimanti. Se pensa che caschi nella sua ragnatela da dongiovanni sbaglia di grosso, anche se non posso negare che questo posto sia magnifico. Mi stringo nella sua giacca, inspirando il sentore deciso del suo profumo. Magari era sincero? Mi domando, smentendomi subito dopo. Ho visto con i miei occhi come si comporta con le ragazze, non gli darò la soddisfazione di essere la sua prossima vittima facile.

Lo osservo camminare e la sua andatura, ora più tesa e rapida, mi svela il suo nervosismo. Ora fa pure il permaloso, perfetto. 

"Sul serio? Te la sei presa?" gli chiedo, strattonandolo per un braccio. Mi fissa, ma non riesco a capire cosa celano i suoi occhi.

"Ma fammi il piacere!" esclama, tentando malamente di celare il suo orgoglio ferito.

"Certo. Vorresti negare che è così che ti comporti ogni volta per conquistare la ragazza di turno?" chiedo alzando il tono della mia voce, che echeggia nello spazio aperto, portata presto via dalla forte brezza marina.

"Cosa c'entra adesso questo?" chiede alzando la voce a sua volta, alzando le braccia con enfasi. "Cosa c'entra? Io e te, una cena romantica, una passeggiata in riva all'oceano e tu che cerchi di farmi credere che sono l'unica a cui riservi queste attenzioni. Davvero Thomas credi che non c'entri?" sbotto. Pensa che sia una stupida, per caso?

Apre la bocca ma non ne esce alcun suono. Il vento gli scompiglia i capelli e invece di restare sul pezzo penso all'intenso desiderio di passare le mie dita in quei ciuffi spettinati e concludere la serata meglio di quanto non stia andando.

"E cosa dovrei dirti? Vuoi che ti dica che sei una come tutte le altre? Che penso che basti questa pagliacciata per portarti a letto?" chiede esasperato. Trattengo a stento un'espressione disgustata, soddisfatta da quella che ritengo una confessione in piena regola.

"Ecco. Così va meglio, almeno sembri più sincero!" lo accuso, allontanandomi a lunghi passi sulla sabbia fredda. Per lunghi secondi sono torturata dal pensiero di girarmi per vedere se mi sta seguendo, ma mi trattengo, barricata nel mio orgoglio. Sto per cedere quando mi afferra per un polso. 

"Cosa devo fare con te?" mi chiede con il fiato corto, accompagnato dallo sguardo più focoso che abbia mai visto in vita mia. Il cuore mi batte all'impazzata, mentre mi concentro sui suoi occhi ardenti e sulla sensazione intensa che mi provoca la sua mano, saldamente stretta intorno al mio polso.

"Dimostrami che non sono la stupida ragazza di turno" lo sfido, senza distogliere gli occhi dai suoi. Rimaniamo così, perdendoci l'uno negli occhi dell'altra, per alcuni istanti intensi. Poi lui lascia il mio polso e afferra con ardore la mia nuca, spingendosi sulle mie labbra con foga, in un bacio che per un attimo annulla tutte le distanze tra noi. Non posso evitare di cedere a quella prorompente forza, la sua lingua che si spinge nella mia bocca con urgenza, le sue mani che mi stringono a lui, infuocandomi la pelle.
Questo bacio ci trascina via, trasportati dal sottofondo delle onde che sciabordano, accarezzati dalla brezza salmastra, come due piccolissimi granelli di sabbia sopra una distesa di terra, che si fondono in una cosa sola. 

Scusa ma ti chiamo BarbieWo Geschichten leben. Entdecke jetzt