#18 Thomas

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Esco dall'aula senza nemmeno pensarci, non mi piace l'idea di non aver messo in chiaro le cose e di aver mostrato una reazione forse eccessiva, ma non riesco a tollerare questa rabbia improvvisa, che mi sembra di non saper gestire. Così, per non rischiare di prendere a male parole Melanie, ho preferito allontanarmi. Dopo aver percorso il lungo corridoio senza riuscire a sbollire il nervoso, alla fine entro nel bagno cercando un luogo più riservato. Non capisco nemmeno io cosa mi prenda ultimamente, sono estremamente insofferente e mi sembra di aver perso quel briciolo di equilibrio che mi pensavo di aver trovato. 

Do un pugno al muro per la frustrazione e un tonfo sordo riempie il silenzio. Melanie mi ha umiliato e me lo merito, dannazione. Sono stato uno stronzo con lei, non posso negarlo, ma consegnarmi la relazione davanti agli altri, dopo avermi pubblicamente detto che aveva di meglio da fare piuttosto che aiutarmi, è stato un vero colpo basso. Inoltre da quando è arrivata Audrey mi sembra che vada tutto storto, senza contare il fatto che sembra aver catturato l'attenzione di tutti fin dal primo momento. Ma non posso incolparla di questo, so benissimo che lei non ha fatto nulla di male, tranne ricattarmi, certo. Il punto è che quella biondina mi tiene testa e mi fa perdere quel briciolo di credibilità che ho agli occhi degli altri. Sembra che tutte le mie certezze stiano vacillando e la cosa mi rende furioso. Faccio un respiro profondo e cerco di darmi una calmata. Mi sono anche fatto male, dando quel pugno al muro, da perfetto imbecille. Faccio scorrere l'acqua fredda e tengo la mano lì sotto per un po' sperando di smorzare il dolore, poi mi sciacquo il viso. Prima di uscire mi guardo allo specchio cercando di capire se ho l'aspetto di uno squilibrato o mi sono ricomposto. Senza dubbio sembro uno squilibrato: ho i capelli disordinati e umidi, gli occhi arrossati e un'espressione che sembra quella di uno zombie. Rimango ancora un po' cercando di ritrovare una parvenza di tranquillità, poi, quando sento che posso affrontare quello che mi aspetta là fuori, mi guardo un ultima volta di sfuggita ed esco, intenzionato a rientrare in aula e riprendere la lezione. Ma appena sento chiudersi la porta alle mie spalle e guardo avanti, mi ritrovo faccia a faccia con Audrey. 

"Guarda chi si vede." Dice, un sorriso malizioso appena accennato sulle labbra rosate. "Che c'è?" le chiedo scontroso, fissando il blu dei suoi occhi senza abbassare lo sguardo. "Vedo che la pausa non ti ha disteso i nervi..." commenta sarcastica. "Dimmi cosa vuoi oppure lasciami in pace, Audrey. Ho altro a cui pensare." le intimo duramente. "Wow. Sai anche chiamare le persone con il loro nome, facciamo progressi." mi prende in giro. E io ne ho abbastanza di tutto quanto. In un impeto di rabbia la spingo facendola arretrare fino a toccare il muro freddo del corridoio, bloccandole le spalle con le mani. "So fare un sacco di cose, biondina. Non mettermi alla prova." Le mie parole suonano minacciose e mi accorgo di quanto i miei battiti siano accelerati. Lei sembra terrorizzata. Spalanca i suoi occhi blu su di me e inizia a balbettare "Senti, io... Non volevo... Non..." non riesce nemmeno a formulare una frase di senso compiuto. Sono proprio uno stronzo. "Scusa. Scusami." Le dico allontanandomi e lasciandole spazio. "No. Senti, scusami tu. Forse abbiamo iniziato con il piede sbagliato. Non sono così stronza come sembro... E sono pronta a scommettere che nemmeno tu lo sei. Ricominciamo da capo, che ne dici?" mi chiede offrendomi la mano in segno di pace. Io sospiro ritrovando la calma e le stringo la mano accennando un sorriso. "Affare fatto, Barb...ehm, volevo dire, Audrey."

Scusa ma ti chiamo BarbieWhere stories live. Discover now