Capitolo 5

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Ethan

Quando arriviamo alla zona industriale abbandonata sono ormai un fascio di nervi ed eccitazione. Guardo dallo specchietto retrovisore Clarissa seguirmi a breve distanza e dietro di lei tutti gli altri. Rallento prima di oltrepassare la vecchia recinzione metallica sfasciata, poco più avanti è stato istituito una specie di posto di blocco per assicurarsi che le persone che entrano siano affidabili.

Ultimamente le imboscate della polizia si stanno facendo più frequenti e Condor ha il dubbio che ci sia una talpa. Così siamo tutti sotto stretto controllo e ogni persona nuova viene valutata scrupolosamente.

Mi fermo davanti alla transenna e subito un tizio delle dimensioni di un caterpillar si avvicina al mio finestrino aperto. «Ehi, Jones. Come butta? Ho scommesso un bel po' su di te, stasera. Vedi di non deludermi!», ridacchia il tipo appoggiandosi con un braccio al mio tettuccio.

«Lo faccio mai?» ribatto io con un sorriso furbo sulle labbra. Lui scoppia a ridere scuotendo la testa, poi però la sua attenzione viene attirata dalla macchina di Clarissa in coda dietro di me. Lo vedo osservarla sospettoso.

Nessuno di qui ha mai visto l'auto di Clarissa; è sempre venuta qui con me. Volevamo che il suo debutto fosse all'oscuro di tutti. Non le serve altra pressione addosso.

«La Mustang qui dietro è con me. Garantisco io. E Condor ne è a conoscenza» mi affretto a spiegare. Vedo la sua espressione farsi pensierosa ma poi si allontana e fa cenno a un altro tizio di spostare la transenna.

«Ok, andate pure». Dà una pacca sul tettuccio della mia auto, cosa che mi fa irritare, e ci fa cenno di procedere.


Clarissa

Procediamo a passo d'uomo tra tutte le auto sportive e tirate a lucido che affiancano gli stabili abbandonati. Il mio cuore comincia a battere forte a ritmo con la musica pulsante che proviene dai potenti subwoofer. Le luci dei fari e dei neon mi colpiscono gli occhi e riflettono giochi di luci e colori sulle pareti scrostate dal tempo dei fabbricati.

Appena la folla riconosce la macchina di Ethan le grida e i fischi aumentano a dismisura. Poi lo sguardo della gente si sposta su di me che lo seguo a breve distanza. Occhieggiano la mia auto con curiosità e ammirazione. Per fortuna i finestrini sono leggermente oscurati e mi schermano dagli sguardi più invadenti.

Il mio respiro comincia ad accelerare e l'agitazione sta per prendere il sopravvento. Cosa diavolo pensavo di fare? Non riesco nemmeno a sfilare tra questa gente, come faccio a correrci contro?

Finalmente arriviamo dove di solito parcheggiano Ethan e gli altri. Mi affianco alla sua auto e spengo il motore. Appena non percepisco più le familiari vibrazioni della mia macchina, mi sento ancora più vulnerabile. Faccio per aprire la porta e scendere, quando Ethan sale dal lato passeggero.

«Non uscire», mi intima lui. Lo guardo confusa, allora mi prende una mano portandosela alle labbra. «Credo sia meglio che nessuno veda che c'è la mia ragazza al volante, per ora. Inoltre è meglio se resti qui dentro e cerchi la concentrazione giusta. È la tua prima vera gara, so come ti senti. Hai bisogno di calmarti. In ogni caso, le gare dei principianti sono le prime, quindi non dovrai aspettare a lungo. Presto sarà finita e ti stringerò tra le mie braccia, questo è tutto ciò che conta. Indipendentemente da come andrà. Ok?», conclude con il suo sorriso più sexy.

Io annuisco e provo a sorridergli a mia volta, ma credo di avere una paralisi facciale. Ethan mi rivolge un sorriso comprensivo, poi mi afferra per i fianchi trascinandomi sopra di lui. «Tuttavia... conosco un modo efficace per farti rilassare» mormora a bassa voce, prendendo il mio labbro inferiore tra i suoi denti.

Mai più con teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora