Capitolo 53

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Clarissa

«Indovina?» mi chiede Ryan spalancando la porta di camera mia, senza nemmeno preoccuparsi di bussare. «Ehi! Avrei potuto essere nuda!» gli rispondo lanciandogli contro il libro di storia su cui stavo cercando di studiare.

Lui lo afferra al volo e si butta sul letto. «Figurati! Sai che ti considero come una sorellina... senza offesa, si intende!» ridacchia lui.

«Nessuna offesa. Anzi, è bello avere un amico senza secondi fini qui dentro». Mi alzo dalla sedia della scrivania e mi sdraio accanto a lui a pancia in giù, puntellandomi sui gomiti. «Allora, cosa ti rende così felice?» gli chiedo, cercando di farmi coinvolgere dal suo stesso entusiasmo. È passata una settimana dalle telefonate di Ethan e Sara, e ancora ne sento gli strascichi.

Non mi hanno più cercata. Credo che abbiano recepito il messaggio e Ethan, a quest'ora, avrà certamente trovato un modo migliore di sprecare le sue energie. Il solo pensiero mi fa contrarre la bocca in una smorfia, riempiendomi di gelosia, rabbia e dolore. Tanto dolore.

Ryan mi passa una mano sul viso in una leggera carezza, riportandomi da lui. Gli rivolgo un sorriso incerto, rispondendo al suo sguardo carico di tristezza. «Sto bene. Davvero. Passerà presto» lo rassicuro, rispondendo alla sua domanda inespressa. Lui annuisce poco convinto.

«Comunque...» comincia, piegando le labbra in un sorriso sincero, «stasera usciamo!». Lo guardo senza capire. Non è una novità che lui e gli altri studenti escano dall'accademia durante il fine settimana. «Ok... e allora?» gli chiedo perplessa.

Lui alza gli occhi al cielo e mi scompiglia i capelli. «Noi usciamo! Io, Mallory, Olsen... e tu! Tuo padre mi ha dato il permesso di portarti fuori. A patto che non ti perda un secondo di vista. Cosa che non ho intenzione di fare» ridacchia lui.

Spalanco gli occhi. «Stai dicendo davvero? Non sono più in punizione?». Apre la bocca per rispondermi ma si blocca e si alza immediatamente dal letto mettendosi sull'attenti. Confusa, guardo sulla soglia e vedo mio padre indugiare sull'entrata.

«Sei ancora in punizione, a dire il vero. Ma ti stai comportando bene, i tuoi insegnanti sono soddisfatti. Ho pensato fosse il momento di allentare un po' le redini. Ma non puoi uscire da sola né allontanarti da questo ragazzo. Siamo intesi?» chiarisce mio padre con un'occhiata carica di sottintesi.

Mi alzo di scatto e mi metto dritta come Ryan e poi faccio un enorme sorriso a mio padre. «Sissignore!» esclamo facendogli il saluto militare. Lui si lascia scappare un piccolo sorriso e poi sposta lo sguardo su Ryan. «La affido a te. Abbine cura». Non era una richiesta ma un ordine. «Sissignore, lo farò» risponde Ryan con voce decisa e tono fiero.

_____

Due ore più tardi stiamo uscendo dall'accademia. «Accidenti, non mi sembra vero!» esclamo incredula, fissando oltre il parabrezza della jeep di Ryan la notte buia di fronte a noi. «Stasera festeggiamo la fine del tuo ergastolo» dice Ryan afferrandomi una mano dolcemente.

«Quando pensate di uscire allo scoperto voi due?» chiede Olsen infilando la testa tra i nostri due sedili anteriori. Mi volto a guardarlo perplessa.

Lui alza gli occhi al cielo e sbuffa sonoramente. «Eh dai! Siete sempre appiccicati. Se non siete abbracciati siete mano nella mano. Voglio dire... io ormai mi sono messo il cuore in pace» afferma portandosi una mano al petto, fingendosi addolorato, «ma se diceste a tutti che state insieme, anche gli altri smetterebbero di provarci con te, no?».

Scuoto la testa. «Nessuno ci prova con me, Olsen. A parte Mallory, ovviamente!» ribatto ridacchiando. «Io non mi arrendo! Prima o poi ti porterò via a Gibson» replica Mallory divertito, dai sedili posteriori. «Sì, certo. Contaci, Mallory!» sogghigna Ryan facendomi l'occhiolino.

Mai più con teOù les histoires vivent. Découvrez maintenant