Capitolo 66

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Clarissa

Le settimane si susseguono veloci. Giugno arriva in fretta e le lezioni finiscono. Il che è un problema perché mi resta un sacco di tempo libero. Ma ho deciso di frequentare i corsi estivi offerti dall'accademia per tenermi il più occupata possibile. Anche gestire delle faccende domestiche di cui prima si occupava mia madre è un'utile distrazione.

Ho deciso di cambiare i miei piani e di non andare a passare le vacanze in Kansas da mia madre. Ne è rimasta molto dispiaciuta, ma davvero non me la sento di tornare in una città in cui non ho più nessuno ad aspettarmi se non mia madre stessa. Così verrà lei a passare un paio di settimane qui con noi. So che io e mio padre le manchiamo molto e lui non vede l'ora di riabbracciarla. Spero che questa distanza sia servita a entrambi per riportare un po' di serenità tra loro.

Socchiudo gli occhi quando una leggera brezza smuove le foglie della quercia sotto la quale sono sdraiata, e i raggi bollenti del sole mi colpiscono in pieno viso accecandomi.

«Sei silenziosa, oggi. È tutto ok?» mi chiede Ryan, sdraiato accanto a me. Volto leggermente il capo e gli sorrido. «Sto solo pensando che sono fortunata ad averti incontrato. Se non ci fossi tu... davvero non saprei se riuscirei a stare così bene in questo posto. E sarebbe un bel problema perché non sono ancora pronta per tornare ad affrontare i drammi di un normale liceo» gli dico scherzando e alzando gli occhi al cielo.

Invece di ridere con me, lo vedo incupirsi e distogliere lo sguardo. È da una decina di giorni che si comporta in modo strano. Ho provato a indagare discretamente ma non ho scoperto il motivo di questo suo malumore. L'unica cosa che mi viene in mente è che si sia stancato di aspettare che io mi decida a voltare pagina e dargli una possibilità. Ma è davvero una cosa più forte di me. Non riesco proprio a lasciarmi alle spalle il passato.

Distolgo a mia volta lo sguardo e mi rannicchio su un fianco dandogli la schiena. Lui si avvicina subito a me abbracciandomi e accarezzandomi un braccio. Sospiro e mi lascio avvolgere dal senso di colpa. So che lo sto facendo soffrire, eppure non riesco a fare a meno di questi suoi gesti affettuosi, anche se sappiamo entrambi che diamo loro un significato ben diverso. Dovrei dissuaderlo dal starmi così vicino, così potrebbe trovare una ragazza giusta per lui che contraccambi i suoi sentimenti. Ma sono egoista. E ho bisogno di tutto ciò che mi può dare.

«Vieni da Ben, stasera?» mi chiede interrompendo il flusso dei miei pensieri. Scuoto piano la testa. «Mi vedo con Sara e gli altri al pub, da Joe's» gli rispondo.

Lo sento immediatamente irrigidirsi. Ancora non gli va giù il fatto che ogni tanto esca con i miei vecchi amici.

Ho ripreso a vedere Sara e i ragazzi. Anche se mio padre non lo sa; crede che esca sempre con Ryan e gli altri compagni dell'accademia. Ethan non si è più fatto vedere quindi mi sento sicura a uscire con loro e mi fa piacere ritrovare quella parte nascosta di me quando sto con loro. Quella libera e un po' ribelle.

Ma Ryan non è d'accordo. Sostiene che hanno una brutta influenza su di me e ha paura che ricominci a correre. Ciò nonostante non mi mette i bastoni tra le ruote. Si fida di me. E forse non dovrebbe.

Perché in effetti... ho ricominciato a correre.

Solo una volta ogni tanto. Quando sento il bisogno di ricaricare le batterie, quando sento di aver bisogno di quella scossa di adrenalina. Se Ryan o mio padre lo venissero a sapere mi ammazzerebbero. Ne sono certa.

«Non sono tranquillo quando esci con loro» borbotta Ryan offeso. Alzo gli occhi al cielo, anche se non può vedermi.

«Allora vieni con me, no?»

«Lo sai bene che non li sopporto. E il sentimento è reciproco» mi risponde brusco. Su questo non posso dargli certo torto.

Mi giro sull'altro fianco per guardarlo dritto in faccia. Gli appoggio una mano sulla guancia. «Li vedo solo una volta ogni tanto. La maggior parte del tempo lo passo con voi» gli rammento.

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