Capitolo 48

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Clarissa

È passato un mese da quando ho varcato la soglia di quest'istituto. Non ho mai messo piedi fuori di qui. Non ho contatti con il mondo esterno. Se non fosse per Ryan, Mallory e Olsen sarei già impazzita. Sono solo loro a tenermi ancorata a terra, impedendomi di precipitare in un pozzo buio e senza fondo.

Tuttavia comincio a cedere. Sono esausta e Ethan mi manca da morire. Comincio persino a dimenticare i lineamenti del suo volto, il suono della sua voce.

Forse per lui è lo stesso. O forse no, lui ha ancora a disposizione un cellulare in cui può vedere le nostre foto. Chissà se lo fa davvero o se mi ha già dimenticata.

Scuoto con forza la testa per scacciare quest'idea malsana dalla mia mente. Devo continuare a credere in lui.

Allontano il vassoio con il pranzo davanti a me, improvvisamente nauseata dal contenuto.

«Non mangi nulla neanche oggi?» mi chiede sottovoce Ryan con evidente disapprovazione. Cerca di non farsi sentire dagli altri ma con la coda dell'occhio li vedo osservarci con attenzione.

«Non mi va. Questa roba fa schifo» rispondo con una smorfia. Lui mi osserva con le sopracciglia aggrottate. «Questa roba... è pizza, Williams». Scrollo le spalle. «La pizza non può far schifo?» chiedo irritata.

Lui non risponde ma continua a osservarmi in modo strano. Ultimamente mi fa davvero saltare i nervi. Così mi alzo bruscamente, prendo il mio vassoio, svuoto il mio pranzo ancora intatto nel bidone e lascio la mensa come una furia.

_____

Il pomeriggio chiedo a Mallory di essere il mio compagno per il corpo a corpo. Lui accetta con piacere anche se confuso. Ryan invece è piuttosto arrabbiato perché lo evito.

A metà dell'esercitazione però, sono costretta a fermarmi perché sono senza fiato. Avviso l'istruttore che non mi sento molto bene e mi permette di restare in disparte semplicemente a osservare.

Appena veniamo congedati mi allontano in fretta dal campo esercitazioni diretta agli spogliatoi. Sono costretta a fermarmi prima di arrivarci a causa di uno dei miei ormai frequenti capogiri.

Sto sudando freddo e vengo colta da una sensazione di nausea che mi costringe a piegarmi su me stessa in preda ai conati di vomito. Per fortuna non ho nulla nello stomaco, altrimenti avrei dato un gran bel spettacolo nel mezzo del cortile.

Subito una mano calda si appoggia sulla mia schiena. «Vieni con me», la voce di Ryan mi giunge ovattata. Mi sorregge in vita e mi porta in un posto lontano da occhi indiscreti, facendomi sedere con la schiena appoggiata a un albero. Mi passo una mano sul viso asciugandomi un velo di sudore dalla fronte.

Ryan passeggia avanti e indietro di fronte a me e sembra piuttosto a disagio.

«Clary, scusa se te lo domando così brutalmente...» comincia lui, guardandosi intorno per poi riportare lo sguardo dritto nei miei occhi, «non sarai... incinta?».

Lo osservo in silenzio per qualche istante e poi... scoppio a ridere.

«Oh, mio Dio, Gibson! È questo che hai pensato finora?». Ormai ho le lacrime agli occhi ma lui continua a scrutarmi serio. Si aspetta davvero una risposta?

Smetto di ridere e lui riprende: «Ultimamente o sei arrabbiata o sei sull'orlo delle lacrime... questi sbalzi d'umore...». Mi alzo in piedi e lo interrompo subito.

«Sono arrabbiata per essere rinchiusa qui dentro, Ryan! E mi manca da morire il mio ragazzo! È più che normale che sia intrattabile!» mi giustifico io, cominciando a sentire una strana pressione al petto.

Mai più con teWhere stories live. Discover now