Capitolo 67

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Clarissa

«Mi dispiace così tanto. Non te l'ho detto perché sto ancora provando a convincere mio padre a farmi restare, ma non vuole sentire ragioni. O con lui o con mia madre. Non vuole saperne di lasciarmi qui da solo» mormora Ryan sulla soglia della mia camera, quella stessa domenica pomeriggio.

Ignorando le mie preghiere, mio padre gli ha permesso di entrare in casa perché gli concedessi la possibilità di spiegarsi. Io mi limito a ignorarlo, standomene seduta sul davanzale della finestra con le gambe a penzoloni di fuori, godendomi il sole di metà giugno.

Gli lancio un'occhiata da sopra la spalla. «Avrei voluto saperlo da te. Lo sapevano tutti tranne me. Mi sono sentita un'idiota». Oltre che ferita a morte, vorrei aggiungere.

Lui annuisce a capo chino ed io torno a fissare fuori dalla finestra. La sua voce si fa più vicina, deve aver infine trovato il coraggio di entrare. «Ti prego. Non chiudermi fuori. Pensi che io non ci soffra? Odiavo questa scuola appena sono arrivato, proprio come te. Ma adesso odio il fatto di dovermene andare. E lo odio perché non sopporto l'idea di lasciare gli amici che ho conosciuto qui e soprattutto di lasciare te, quando so che hai bisogno di me al tuo fianco».

Gli occhi mi si riempiono di lacrime che non riesco più a trattenere. Abbasso il capo e le lascio cadere silenziosamente, il corpo scosso da piccoli singhiozzi.

Ryan compare alle mie spalle e mi abbraccia forte. Poi mi solleva prendendomi tra le braccia e ci fa sdraiare sul letto. Mi asciuga le lacrime con l'indice. «Mi stai uccidendo così, ragazzina» mi dice pieno di tristezza.

«Bene» borbotto io. Si lascia sfuggire un piccolo sorriso che ricambio a mia volta. Poi mi abbraccia più forte. «Se potessi restare lo farei. Solo per te».

Annuisco mentre nuove lacrime scendono sulle mie guance, accettando ancora una volta una situazione che non ho il potere di cambiare. Rassegnandomi a perdere l'ennesimo amico. L'ennesima figura fondamentale nella mia vita.

E proprio per ciò, quello che faccio, sconvolge Ryan tanto quanto me.

Mi avvicino al suo viso e premo le mie labbra sulle sue.

Lo sento irrigidirsi mentre ancora mi stringe tra le sue braccia. Le sue labbra sono morbide e calde. E immobili. Capisco che è sotto shock così gli prendo il viso tra le mani e muovo la mia bocca sulla sua piano, delicatamente, sentendo le mie stesse lacrime inumidire le labbra di entrambi.

Quando finalmente si riprende, mi stringe di più a sé e comincia a muoversi sulla mia bocca. Prima esitante, quasi avesse paura di spaventarmi, e poi più deciso. Passa la punta della lingua sul mio labbro superiore chiedendomi il permesso, che gli concedo dischiudendo le labbra per lui.

Un bacio dolcissimo, che non scorderò mai.

Ryan si scosta leggermente da me. Tiene gli occhi chiusi e ha il respiro corto. «Perché? Perché proprio ora?» mi chiede in un basso sussurro.

Deglutisco a fatica. «Perché credevo di avere più tempo». Più tempo per voltare pagina, più tempo per dimenticarlo. Più tempo per permettere a qualcun altro di entrare nel mio cuore. Ma ovviamente mi sbagliavo. Come sempre. Il tempo e il destino non sono mai stati a mio favore.

Ryan meritava una possibilità molto prima e non voglio negargliela ora. Non voglio negarla a nessuno dei due. Anche se so che questo ci farà soffrire molto di più al momento della sua partenza.

Com'è che si dice? Meglio vivere di rimorsi che di rimpianti... Già.

Ethan

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