Capitolo 13

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Clarissa

Continuo a muovere nervosamente la gamba su e giù mentre io, Kate e i miei genitori finiamo di pranzare. Sto contando i minuti che mi separano dal rivedere Ethan.

Sono passate ben quarantaquattro ore dall'ultima volta che sono stata tra le sue braccia... e sono in crisi di astinenza!

«Ti vuoi dare una calmata?» mi intima mia madre con un'occhiataccia. Fermo la gamba e abbasso lo sguardo sul mio piatto ancora mezzo intatto. «So che non vedi l'ora di andare da Ethan ma c'è qui la tua amica. Ha fatto un lungo viaggio per stare con te» spiega seccata.

«Posso stare con Kate e con Ethan allo stesso tempo. Non mi pare un problema, no? E non crediate che non sappia perché Kate si trova qui» ribatto io acida.

Il loro piano è più che ovvio. Hanno contattato Kate e l'hanno trascinata qui per ricordarmi come ero prima e provare a farmi tornare ad essere quella ragazza. Ma non hanno ancora capito che io non voglio tornare ad essere quella di un tempo: timida, impacciata, insicura di sé... invisibile.

No. Mi piace quello che sono ora: forte, determinata, sicura sui miei passi.
Perché non lo capiscono? Perché non vedono che sono più felice ora di quanto lo sia mai stata in vita mia? Come fanno a non vedere che sono una persona migliore da quando sto con Ethan?

Io, mio padre e mia madre ci scambiamo delle occhiate truci in un silenzio imbarazzante. È Kate a rompere la fase di stallo schiarendosi la voce. «Ehm... direi che possiamo anche andare, Clary. Che ne dici?» chiede esitante. Annuisco e mi alzo in fretta.

Senza dire una parola, mi dirigo all'ingresso, prendo le chiavi dell'auto e corro fuori. Kate mi raggiunge poco dopo prendendo posto sul sedile accanto a me.

«Da quanto tempo la situazione è così tesa con i tuoi genitori?» chiede cercando di suonare indifferente, mentre si allaccia la cintura. Metto in moto ed esco velocemente dal vialetto di casa. Sbuffo seccata.

«Direi da quando ho cominciato a uscire con Sara e Ethan. Loro non capiscono. Nessuno capisce...» mormoro frustrata.

«Perché non provi a spiegarlo a me allora? Una volta parlavamo per ore e ore di tutto. Ultimamente invece siamo a malapena riuscite a scambiarci due frasi di fila. Non mi racconti più nulla. Resti sempre sul generico e sei sempre di corsa. Che ti succede, Clary?» chiede lei sottovoce.

Le sue parole mi fanno male al cuore e non riesco a guardarla negli occhi. So di essere stata un'amica pessima per lei negli ultimi tempi. Non ho idea di cosa accada nella sua vita e sono costretta a nasconderle quello che succede nella mia. Non posso certamente raccontarle delle corse e so che sentirmi parlare di Ethan le dà fastidio. Come i miei genitori, anche lei è convinta che lui non vada bene per me. Come tutti del resto...

Stringo la presa sul volante. «Io lo amo, Kate. E amo il modo in cui mi fa sentire. Sono felice. Perché non potete semplicemente essere contenti per me?» chiedo tenendo sempre il mio sguardo fisso sulla strada. Kate sospira pesantemente ma non risponde.

____

Arriviamo al garage e parcheggio accanto alla Camaro blu scuro di Ethan. «Ricordi ciò che ti ho detto ieri, vero? Riguardo a non nominare Jack» le dico guardandola dritta negli occhi.

Kate alza gli occhi al cielo. «Sì, sì, me lo ricordo! Il tizio ha la miccia corta, afferrato!» ribatte lei con un pizzico di acidità che mi irrita.

«Il tizio ha un nome. E quanto alla miccia... non è corta, non ce l'ha proprio. Quindi niente cazzate!» replico uscendo dall'auto.

Ethan

Mai più con teWhere stories live. Discover now