Capitolo 52

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Clarissa

«Ci rinuncio. Non ci riesco. È una cosa impossibile per me!» esclamo mettendo il broncio e posando sul letto la chitarra di Liam.

Liam ride. Un suono allegro e spensierato. Un suono che amo e che mi mette sempre di buon umore.

È stato il mio primo vero amico, da quando ci siamo trasferiti nel Kansas. Il mio migliore amico.

«Sei davvero una frana, Williams!» replica lui ridendo, rinunciando infine a insegnarmi a suonare la chitarra.

Incrocio le braccia al petto e alzo il mento in segno di sfida. «O magari, sei tu ad essere un pessimo insegnante, Hayes...» ribatto offesa, inarcando un sopracciglio.

Lui allora mette su quel sorrisetto beffardo e gli occhi azzurri, trasparenti come il mare dei Caraibi, scintillano di divertimento. «Ah, sì?» chiede con un tono minaccioso nella voce. Poi si avventa su di me, facendoci cadere entrambi sul letto e facendomi il solletico fino a farmi venire le lacrime agli occhi.

Liam smette questa tortura e mi guarda intensamente negli occhi, in silenzio. Sembra voglia dirmi qualcosa di importante, ma che non ci riesca.

«Credo che non troverò mai più un amico come te. Per quanti stati girerò ancora, nessuno prenderà mai il tuo posto» gli confesso con sincerità, scompigliandogli i capelli castani con mano leggera.

I suoi occhi si velano di tristezza. «Ovunque tu andrai... ci rincontreremo. Sempre».

_____

Mi sveglio con gli occhi appannati dalle lacrime e mi guardo intorno nella stanza ancora immersa nel buio della notte, come se Liam potesse davvero essere qui con me. Gli strascichi del sogno, un ricordo lontano più che altro, lasciano spazio alla cruda realtà: sono sola.

Improvvisamente il mio telefono comincia a suonare. Non una suoneria qualunque. Ma proprio la suoneria assegnata al mio ex migliore amico.

Mentre le note di "Wherever you will go" dei The Calling rompono la quiete della notte, il mio cuore comincia a battere forte. Possibile? Possibile che dopo tutto questo tempo esista ancora questa sintonia tra di noi?

Mi affretto a recuperare il telefono dal cassetto del comodino dove lo avevo rinchiuso. Le mie dita tremano mentre il display mi mostra proprio il suo nome. Accetto la chiamata e mi porto il telefono all'orecchio. «Liam...» espiro fuori in un soffio.

Dall'altra parte non si sente volare una mosca, se non un leggero e corto respiro. «Liam?» riprovo. Nessuna risposta. Emetto un profondo respiro e, ignorando il fatto che il mio ex migliore amico mi odia, comincio a parlare: «Ho sognato la nostra ultima lezione con la chitarra, stanotte. Te la ricordi, Liam? Ti ricordi dei bei momenti passati insieme? O c'è solo spazio per il mio errore nel tuo cuore?» chiedo in un basso sussurro.

Liam non risponde ancora ma posso sentire il suo respiro accelerare.
Mi chiedo perché mi abbia chiamata, se davvero ha percepito che stavo pensando a lui.

Emetto un profondo sospiro, rassegnandomi al suo silenzio, e mi sdraio di nuovo sotto le coperte, poggiando la testa sul cuscino e premendo forte il telefono contro l'orecchio.

Restiamo in silenzio ad ascoltare il nostro reciproco respiro. Questo suono mi culla e mi rilassa, facendomi sprofondare in un sonno tranquillo e senza sogni che non mi concedevo da tantissimo tempo.

_____

Liam mi chiama tutte le notti. Restiamo al telefono fino ad addormentarci, senza dire mai una parola. Trovando conforto e pace l'uno nel respiro dell'altra. Sono due settimane che va avanti così, ormai.

Mai più con teWhere stories live. Discover now