Capitolo 10

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Clarissa

Il giorno successivo, al mio arrivo a scuola, mi accorgo subito di qualche sguardo in più del solito su di me, ma decido di sorvolare.

Mi avvicino a Ethan seduto sul cofano della sua auto. Lui mi prende subito tra le braccia e mi bacia con passione. Subito il mio corpo si risveglia, desiderando di più.

«E piantatela una buona volta!» esclama Patrick ridendo.

Io e Ethan ci stacchiamo e ci guardiamo sorridendo come due idioti, qualsiasi parola sarebbe superflua, i nostri sguardi raccontano di tutto ciò che agli altri è celato.

«Forza, entriamo» mormora infine Ethan, prendendomi la mano e trascinandomi con sé.

Mentre prendo i libri dal mio armadietto, mi accorgo dei sussurri che ci circondano. Mi guardo intorno e subito i ragazzi si affrettano a distogliere lo sguardo. Mi sembra di essere tornata indietro nel tempo.

«Che diavolo succede, adesso?» borbotto scrutando il corridoio.

«Che intendi dire?» chiede Ethan perplesso, appoggiato all'armadietto accanto al mio.

«Cos'hanno da bisbigliare alle mie spalle?» chiedo irritata.

Lui rivolge uno sguardo veloce intorno a sé con un ghigno soddisfatto sulle labbra, poi mi prende tra le braccia e si china per sussurrarmi all'orecchio: «Parlano di te. Di quello che hai fatto sabato sera. Penso siano un tantino intimoriti da te...».

Mi scosto per guardarlo dritto in faccia, allarmata. «Ma come fanno a saperlo? Se lo scopre mio padre...».

Ethan mi chiude la bocca con un bacio leggero per poi dirmi: «Lo sai che ci sono alcuni ragazzi della nostra scuola che vengono a vedere le corse. Le voci poi girano in fretta, ma nessuno al di fuori del giro verrà a sapere di te. E tutti quelli che tengono alla propria pelle sanno che non devono parlare di ciò che accade alla fabbrica o altrove» conclude con tono minaccioso.

Annuisco anche se la cosa non mi piace per nulla.

«Allora...» aggiunge poi, «Come ti senti ad essere diventata una cattiva ragazza?».

Rido tra me e me e lo attiro contro la mia bocca, sussurrandogli a fior di labbra: «Mi sento sexy...», gli dico in tono appositamente provocatorio.

«No. Non sei sexy... Sei maledettamente sexy, tanto da far male agli occhi» replica Ethan con la sua voce cupa, scuotendomi fin nelle ossa. La sua bocca piomba sulla mia, schiacciandomi contro gli armadietti.

«Jones! Williams! In punizione!» sbraita la voce del professor Trent a un passo da noi.

Merda.

_____

Il resto della settimana trascorre tranquillo e in un batter d'occhio arriva il sabato.

Parcheggio di fronte all'officina che Ethan e Josh mandano avanti sotto il nome del nonno di Josh. Entro nello stabile stranamente silenzioso.
Mi guardo intorno e mi acciglio quando non vedo nessuno impegnato a trafficare su qualche auto.

«Ehilà! C'è nessuno?» urlo senza davvero aspettarmi una risposta, addentrandomi tra le auto in attesa delle "modifiche speciali" che apportano i ragazzi.

«Ethan e Josh sono usciti a provare un paio di auto ma sono certo che torneranno tra poco». Cole spunta da sotto il cofano di un'auto facendomi sobbalzare.

«Accidenti a te, Cole! Vuoi farmi venire un infarto?» esclamo portandomi una mano al petto.

Lui mi rivolge un piccolo sorriso, che per lui equivale a uno sforzo titanico, e poi si rialza e afferra uno straccio per pulirsi le mani sporche di grasso. «Mi dispiace. Non volevo spaventarti» risponde lui tornando alla sua espressione seria... e un po' inquietante, ammettiamolo.

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