Capitolo 68

3.4K 188 89
                                    

Clarissa

«Credi sia davvero possibile amare così tanto da fare questa fine?» mi chiede Ryan sussurrando al mio orecchio. Chiudo il libro di "Romeo e Giulietta" e lo getto sull'erba accanto a me. Reclino leggermente il capo all'indietro per riuscire a guardarlo in faccia. Lui allora mi posa un bacio leggero sulla guancia e stringe più forte la presa delle sue braccia intorno a me. Il verde brillante dell'erba e delle foglie della quercia sotto la cui ombra ci siamo riparati, fa risaltare i suoi occhi di un verde smeraldo intenso.

Gli sorrido dolcemente. «Io credo di sì. Ma credo anche che possa accadere solo una volta nella vita di una persona. Perché se arrivi a soffrire così tanto per amore, non sarai più in grado di concedere il tuo cuore a qualcuno in modo così coraggioso e spontaneo».

Il suo sguardo si adombra e subito devo distogliere il mio. Perché devo essere così stupida? Stiamo insieme da quattro settimane e il fantasma di Ethan continua a fare capolino di quando in quando, nonostante cerchi in tutti i modi di lasciarmelo alle spalle.

Ryan mi accarezza una guancia reclamando la mia attenzione. Sollevo di nuovo esitante lo sguardo su di lui. Mi sorride comprensivo e so che ha capito. Lo sa che non amerò mai nessuno come ho amato Ethan. Nemmeno lui. Ma lo accetta. E si accontenta di tutto ciò che sono in grado di dargli.

Abbassa il viso su di me e posa le labbra sulle mie per un bacio delicato. Quando ci allontaniamo fisso lo sguardo sul sole che tramonta. Un altro giorno sta per finire. Non posso fare a meno di rattristarmi un pochino al pensiero che siamo sempre più vicini al momento di dirci addio. Manca solo un mese e mezzo ormai. A fine agosto partirà con suo padre e mi lascerà sola.

«Non pensarci» mi dice accarezzandomi i capelli, come se mi avesse letto nel pensiero. Sospiro profondamente e mi alzo in piedi stiracchiandomi e dandogli le spalle in modo che non veda i miei occhi lucidi.

«Andiamo a fare una passeggiata. Ho bisogno di sgranchirmi» propongo cominciando ad allontanarmi da lui, sperando di recuperare un po' di controllo.

Lo sento alzarsi e seguirmi a breve distanza, dandomi il tempo di riprendermi. Per molti versi, Ryan mi ricorda molto Liam. Lui sapeva sempre cosa mi passava per la testa. Sapeva quando avevo bisogno di un abbraccio e quando invece avevo bisogno di spazio. Senza però permettermi mai di perdermi.

____

Arriviamo davanti al suo dormitorio, camminando mano nella mano in un silenzio tranquillo. Ryan si blocca improvvisamente e quando alzo gli occhi sul suo viso, vedo che i suoi sono puntati dritti davanti a sé. Ha la mascella contratta e stringe più forte la mia mano.

Seguo la direzione del suo sguardo e individuo subito suo padre in attesa davanti al portone d'ingresso. Ryan e io ci avviciniamo lentamente. «Salve, Colonnello Gibson» lo saluto educatamente.

Lui mi rivolge un sorriso gentile che non coinvolge però gli occhi. «Ciao, Clarissa. Ti spiace se ti rubo Ryan per qualche minuto?» mi chiede fissando il suo sguardo severo sul figlio, sempre più rigido. Faccio scorrere lo sguardo dall'uno all'altro. Nessuno dei due mi presta attenzione, così mi schiarisco la voce. «Ehm... certo che no. Ci stavamo comunque per salutare».

Sciolgo la mia mano dalla presa stritolante di Ryan che finalmente abbassa lo sguardo su di me con espressione indecifrabile. Si china per darmi un bacio sulla fronte. «Passo da te più tardi, ok?» mi dice con voce tesa.

Annuisco e faccio un cenno di saluto a suo padre, poi mi avvio sul sentiero acciottolato per tornare verso casa. Lancio ancora un'occhiata alle mie spalle a quei due che parlano piano, con un pessimo presentimento.

_____

Quando arrivo a casa la trovo silenziosa e vuota come succede spesso ultimamente. Il lavoro di mio padre sta diventando sempre più impegnativo e deve passare un sacco di tempo fuori tra riunioni con il personale dell'accademia o a convegni. L'assenza di mia madre invece di affievolirsi, col tempo, diventa sempre più pesante. È stata qui per due settimane per trascorrere le sue ferie con noi. Siamo stati benissimo e non mi ero accorta di quanto davvero mancasse sia a me che a mio padre. È partita una decina di giorni fa e ora la casa sembra più vuota che mai.

Mai più con teWhere stories live. Discover now