Capitolo 31

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Ethan

Quando arrivo a casa, entro come una furia, deciso a gettarmi sotto la doccia per lavare via lo schifo di questa cazzo di notte di merda.

Ho bevuto talmente tanto che la testa sta per scoppiare. Mi avvio deciso verso le scale ma mi blocco appena vedo Josh e Sara abbracciati stretti sul divano. Lei ha la testa nascosta nel collo di lui ma la solleva di scatto appena mi sente entrare in salotto.

«Ehi... che succede?» chiedo a bassa voce, per non svegliare i miei. Gli occhi di Sara sono gonfi e rossi. Josh si sposta sul divano, rigido, per guardarmi negli occhi. Ha un'espressione strana dipinta in faccia. Ma vengo distratto dalla dura voce di Sara. «Dove cazzo sei stato?».

Resto un attimo interdetto dallo sguardo di fuoco che mi rivolge. E poi vengo invaso dal senso di colpa.

Come sempre, mi rifugio in quel che so fare meglio: mostrare indifferenza. «Non mi pare di dover rendere conto a te dei miei spostamenti». Poi sposto l'attenzione su Josh, sperando di trovare più comprensione. Ma non ne trovo un briciolo.

Lui scuote la testa senza dire nulla. Fa per aprire bocca, poi però guarda Sara e la richiude di scatto, contraendo forte la mascella. Si alza bruscamente e se ne va con aria contrariata, senza dire una sola parola. Esce di casa sbattendo la porta.

Sara si alza a sua volta dal divano e si incammina verso le scale, senza degnarmi più di uno sguardo.

Ma che cazzo...? Possibile che sappiano cosa ho fatto stanotte? E anche se fosse? Io e Clarissa non stiamo più insieme... quindi sono libero di fare ciò che voglio. Giusto? Beh... questo almeno è quello di cui sto cercando di convincermi.

______

Provo a chiamare Clarissa per tutta la mattina ma il suo telefono risulta sempre spento. Sto cominciando a preoccuparmi. Se non avrò sue notizie a breve, mi presenterò direttamente a casa sua.

Non mi interessa se suo padre mi accoglierà impugnando un fucile. Devo accertarmi che stia bene, dopo quel messaggio criptico.


Clarissa

Mi ostino a rimanere sotto il leggero lenzuolo, accoccolata in posizione fetale nel mio letto. Non so nemmeno che ora sia, ma dalla forte luce del sole che trapassa le leggere tende della finestra, penso sia ormai tarda mattina.

Mi sento ancora uno schifo, sia fisicamente che emotivamente. Gli avvenimenti della notte appena trascorsa mi bombardano da ogni angolo e non ho idea di come affrontare tutto ciò.

Allungo una mano sul comodino e afferro il mio telefono, decidendomi finalmente ad accenderlo. Subito cominciano ad arrivare notifiche di messaggi e chiamate.

Le scorro velocemente. Molte riguardano Jack e non mi spreco nemmeno di aprire i suoi messaggi. Altre sono chiamate perse di Sara e un suo messaggio: "Come ti senti? Possiamo vederci per parlare?".

Subito mi si secca la gola. Non ho idea di come riuscire a tenere tutti loro fuori da questa storia. Le rispondo brevemente: "Sto bene. Ma per oggi ho solo voglia di restarmene a letto". Scorro ancora le notifiche e il cuore comincia a battermi forte nel petto. Gli occhi pizzicano per la commozione e per l'ansia.

Ethan ha provato a chiamarmi. Un sacco di volte. E questo può voler dire solo una cosa: ha ascoltato il mio messaggio.

Stupida idiota fatta che non sono altro!

In quello stesso istante arriva un altro suo messaggio. Lo apro col cuore in gola: "Sto provando a chiamarti da ore. Ho ascoltato la segreteria. Voglio solo sapere se stai bene. Rispondi".

Mai più con teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora