Capitolo 18

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Whatever you do, don't ever lose your faith

The devil's quick to love, lust and pain

Better to say yes to never know, oh, oh

Sell yourself to save your souls

Rescue me from the demons in my mind

Rescue me from the lovers in my life...

"Rescue me" - Thirty Seconds To Mars


Clarissa

Il sole comincia a levarsi piano nel cielo, scacciando gli ultimi strascichi della tempesta di stanotte. Le nubi grigie si allontanano, cedendo il passo a un nuovo luminoso giorno mentre gli uccellini si risvegliano cinguettando allegri. Le tende della camera di Ethan svolazzano mosse dalla leggera brezza che porta con sé il profumo della pioggia e del sole.

Ethan dorme profondamente, il suo petto si alza e abbassa regolarmente contro la mia schiena. Il braccio muscoloso è appoggiato sul mio fianco e mi tiene stretta. Vorrei poter fermare il tempo in questo esatto istante: perfetto. Non c'è altra definizione per descrivere questo momento.

Ma non posso fermare il tempo e devo fare ciò che è meglio per entrambi. Con un groppo in gola, mi districo il più delicatamente possibile dal suo abbraccio e dalle lenzuola che mi legano le gambe. Mi alzo piano dal letto e Ethan si volta a dormire a pancia in giù. Mi perdo nel studiare la sua schiena tonica, i capelli scompigliati, le sue labbra invitanti e quel piercing scintillante che mi provoca di continuo.

Chiudo gli occhi trattenendo le lacrime e mi affretto a recuperare i miei vestiti dal pavimento. Sopra la canottiera mi infilo anche una delle t-shirt di Ethan, dato che i miei indumenti sono ancora umidi. Mi sposto alla sua scrivania e strappo un foglio da uno dei suoi quaderni di scuola abbandonati in disordine lì sopra.

Rimango con la penna appoggiata sul foglio, senza la minima di idea di cosa scrivere. Cosa posso dirgli, in fondo? Come posso giustificare ciò che sto facendo senza che mi disprezzi? Esistono delle parole giuste? No, non esistono.

Mentre la mia diga cede e le lacrime mi offuscano la vista, la penna nella mia mano scorre tremante sul foglio scrivendovi il nostro epilogo. Almeno per ora.

Fisso con odio il foglio che mi ritrovo tra le mani, lo piego a metà e mi avvicino al bordo del letto. Ethan dorme ancora indisturbato ma una piccola increspatura si è formata tra le sue sopracciglia e le sue labbra sono tese in una linea severa. Sorrido amaramente tra me e me: nemmeno nel sonno riesce a non arrabbiarsi.

Appoggio il foglio sul materasso accanto a lui e, senza riuscire a trattenermi, poso un bacio leggero sul suo polso destro, sulla mia iniziale tatuata. Lui si muove un po' e subito mi scosto, allarmata dal pensiero che si svegli proprio mentre me ne sto andando. Ma non lo fa, continua a dormire profondamente e l'espressione cupa sul suo viso si rasserena.

Cerco di imprimermi ogni tratto di lui nella mente e poi indietreggio fino alla porta. La apro piano ed esco, socchiudendola alle mie spalle.

Trattengo un singhiozzo mentre passo davanti alla porta chiusa della camera di Sara e poi scendo silenziosamente le scale con le scarpe ancora strette in mano. Una volta fuori sul portico, mi siedo sul primo gradino e mi infilo le scarpe fradice con una smorfia.

L'aria fresca della tempesta sta già cedendo al caldo torrido tipico del deserto. Mi incammino a passo pesante sul vialetto, costeggiando i bellissimi fiori che la madre di Ethan è così brava a coltivare.

Mai più con teWhere stories live. Discover now