Capitolo 65

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Clarissa

Quando arriva il fine settimana tiro un sospiro di sollievo. È stata una settimana davvero orribile. Ma oggi potrebbe anche essere peggio.

Oggi mia madre parte per il Kansas. Non credevo che dovesse andarsene così presto, ma da quello che ho capito era una cosa che bolliva da parecchio in pentola, solo che non aveva avuto il coraggio di prendere una decisione definitiva e soprattutto di parlarmene.

____

È tarda mattina quando mio padre carica le valige di mia madre nel bagagliaio. Osservo la scena con un nodo in gola. So che non la vedrò per molto tempo, fino alle vacanze estive almeno. È strano vedere qualcun altro partire, quando di solito sei tu quella che si lascia tutto alle spalle.

Mia madre mi abbraccia forte. «Chiamami per qualsiasi cosa. E se cambi idea, puoi venire da me quando vuoi. Ok?» mi dice con voce incrinata, trattenendo le lacrime. Annuisco e la abbraccio più forte.

Non vuole che la accompagni in aeroporto anch'io. Ha detto che sarebbe troppo triste e le farebbe cambiare idea. La capisco benissimo.

Sciogliamo l'abbraccio e ci guardiamo negli occhi. «Andrà tutto bene, mamma» la rassicuro leggendo ancora quella preoccupazione nelle sue iridi verdi. Prende un profondo respiro e si volta senza aggiungere altro. Raggiunge l'auto e sale. Mi saluta ancora una volta con la mano dal finestrino prima che mio padre parta.

È strano come la cosa giusta, nella maggior parte dei casi, sia anche quella più dolorosa.

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Mi sto scaldando delle lasagne al microonde per pranzo, quando sento bussare forte alla porta d'ingresso. Vado ad aprire perplessa. Davvero non ho idea di chi potrebbe essere. Mio padre non è ancora tornato dall'aeroporto. Forse è lui che ha dimenticato le chiavi.

Apro la porta e sbatto le palpebre sorpresa. Ryan mi squadra con occhi sgranati per qualche secondo e poi... mi abbraccia. Mi riprendo dallo shock e ricambio l'abbraccio. Anche se davvero non capisco cosa stia succedendo.

«Sei qui...» mormora con sollievo vicino al mio orecchio. Ridacchio, sentendo sciogliersi un po' della tensione tra noi. «Beh... non è che ci siano poi molti posti dove potrei andare, no?» gli dico scherzosamente.

Lui mi scosta da sé e mi guarda negli occhi. «Io... credevo che... Insomma, la guardia che conosco all'entrata dell'accademia, mi ha detto che ha visto i tuoi lasciare la scuola con la macchina carica di bagagli e che erano diretti all'aeroporto. Non sapeva se ci fossi anche tu a bordo. Ho pensato che... te ne fossi andata. Senza nemmeno salutarmi» borbotta a mezza voce.

Incrocio le braccia al petto, mentre sento un moto di rabbia crescermi dentro. «È mia madre che se ne va per lavoro. Voleva che andassi con lei. Ma io ho deciso di restare. Non che la cosa possa interessarti visto che non mi rivolgi parola da giorni!» esclamo alzando la voce.

Lui abbassa il capo e si passa una mano sul collo, in un gesto nervoso. «Sì, beh... ecco, sono stato uno stronzo. Lo so. Ma non so bene come comportarmi con te dopo quanto successo sabato sera. Sai, sono ancora arrabbiato da morire con te per quello che hai fatto e poi c'è... beh, la questione del bacio...».

Gli tiro un pugno sul braccio con quanta più forza possibile. «Ehi!» esclama lui, massaggiandosi il punto in cui l'ho colpito. «Quello che faccio con la mia auto non è una cosa che ti riguarda. Lo facevo da ben prima di conoscerti e sapevo quello che facevo. E comunque non succederà più. E per quanto riguarda il bacio...», non so come continuare così mi interrompo.

Ryan mi prende il viso tra le mani. «Mi dispiace. Non avrei dovuto farlo. Ero fuori di me e ho perso il controllo. Non che non avrei voluto farlo da tempo ormai... Ma so che non era il momento giusto e che tu non sei ancora pronta per andare avanti. So che pensi ancora a lui e non sei pronta a stare con qualcuno. Per questo non ti ho mai detto nulla di quello che provo per te. Da un po', ormai, ho smesso di vederti come una sorellina... ma ti giuro che non volevo che lo scoprissi così. Volevo aspettare il momento giusto. Ma tu... accidenti a te!» esclama alzando le mani al cielo in un gesto esasperato.

Mai più con teWhere stories live. Discover now