Capitolo 57

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Clarissa

Quando lasciamo l'accampamento è ormai ora di cena. Fuori è buio pesto. Ma più ci avviciniamo alla città di Elbert più le luci aumentano. Viaggiamo ancora sulla jeep di proprietà dell'accademia, sgangherata e completamente infangata, che abbiamo usato per la competizione, con il compito di riportarla sana e salva alla base.

«Cristo, sto morendo di fame! Fermiamoci a mangiare qualcosa» protesta Mallory dal sedile anteriore. «Ottima idea. Conosco un posto da queste parti dove fanno degli hamburger fenomenali!» propone Olsen dal posto di guida. Annuisco, acconsentendo entusiasta. Non mi sembra vero di poter uscire in libertà.

Inoltre siamo lontani da casa, quindi non c'è il rischio di incontrare qualcuno che conosco. È vero, però, che è proprio qui a Elbert che si svolgono alcune corse nel fine settimana... Non ho nemmeno il telefono con me per verificare i messaggi di Condor. Continua a scrivermi tutte le settimane per avvisarmi di dove si corre, nella speranza di rivedermi, prima o poi.

Non ho bloccato il suo numero come ho fatto con quello degli altri. Lui non ha mai cercato di contattarmi o di mettere una buona parola per Ethan. Qualcosa mi dice che sappia del suo tradimento e che penda dalla mia parte. Ricordo perfettamente la sua faccia quando gli ho chiesto di lui, quando è venuto a trovarmi mentre mi trovavo in cella. Lui già sapeva che Ethan aveva fatto una cazzata.

Scuoto la testa per cacciare via questi pensieri. Non voglio pensare a lui. Non stasera. Mai più, in realtà.

Un brivido mi scuote tutta e allungo le maniche della felpa che mi ha prestato Ryan sulle mani ghiacciate. Mi sta enorme ma almeno è calda. E ha il suo profumo che trovo particolarmente rilassante.

Gli lancio un'occhiata di sbieco e lo trovo intento a fissarmi, seduto accanto a me sui sedili posteriori. Non ha più detto una parola da quando abbiamo cominciato a radunare le nostre cose per lasciare l'accampamento.

«Sei arrabbiato con me?» gli chiedo sottovoce, sperando che la mia voce non arrivi alle orecchie di Olsen e Mallory impegnati in un'animata discussione su chi abbia fatto più punti durante la competizione.

Ryan mi fissa con la fronte aggrottata e poi scuote la testa, palesemente amareggiato. «È solo che continuo a pensare di non conoscerti per niente. Pensavo che te ne saresti andata appena ne avessi avuto l'occasione. Invece rimani. È davvero... incredibile».

Gli sorrido dolcemente e gli afferro la mano. «Resto finché resti tu, va bene?».

Qualcosa passa nei suoi occhi. Solo per un attimo. Troppo veloce perché io possa dargli un nome.

Poi mi mette una mano dietro la testa e mi avvicina a sé, posandomi un bacio sulla fronte. «Va bene, Williams» sussurra piano, lasciandomi poi andare. Torno a rilassarmi sul sedile, in pace come non succedeva da tempo.

_____

Olsen entra nel parcheggio di una tavola calda affollato di auto. Scendiamo e ci stiracchiamo tutti per il lungo viaggio. Lo sguardo mi cade sul mio riflesso nello specchietto dell'auto. Rabbrividisco notando i capelli scompigliati e le solite occhiaie scure dovute alle notti insonni. «Oddio... che aspetto di merda...» borbotto tra me e me cercando di dare una sistemata almeno ai capelli.

Ryan ridacchia e mi prende per mano, trascinandomi via. «Sei sempre bellissima, invece. Ricordati solo di sorridere e nessuno farà caso ai tuoi capelli in disordine. Fidati».

Sbuffo poco convinta e lo seguo imbronciata. Anche quando è chiaro che sono tutt'altro che bellissima, Ryan non riesce a fare a meno di cercare di farmi sentire meglio. È davvero un ottimo amico. Non so cosa farei senza di lui al momento.

Mai più con teWhere stories live. Discover now