Capitolo 14

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Clarissa

Rincorro Kate fuori dall'officina mentre si allontana a piedi. È quasi giunta alla strada quando la raggiungo e la strattono per un braccio. «Si può sapere cosa accidenti ti è preso? Ti avevo pregata di non dire nulla di Jack! E poi perché te la sei presa così con Ethan, eh?» le grido contro con il respiro affannoso.

I suoi occhi mi squadrano pieni di rabbia. «Dio mio, Clary! Ma ti rendi conto che quei ragazzi non fanno per te? E vogliamo parlare di Ethan? Ho sempre evitato di dirti quello che pensavo della tua storia con lui... ma hanno ragione i tuoi, Clary: ti stai perdendo. Io non ti riconosco più! E mi si spezza il cuore» mi risponde lei gridando a sua volta, la voce incrinata dalle lacrime trattenute.

Scuoto la testa con vigore. «Non è vero, Kate. Non mi sono affatto persa. Ho solo trovato la vera me!» ribatto con decisione. I suoi occhi si riempiono di lacrime mentre mi squadra di nuovo da testa a piedi indicandomi con un gesto della mano.

«Ma guardati, accidenti! Quando ti ho vista, appena arrivata qui, ho fatto fatica a riconoscerti. Il modo in cui ti vesti, in cui ti trucchi... i tuoi capelli sono rosa, per Dio! E l'atteggiamento rabbioso che hai nei confronti dei tuoi genitori con cui sei sempre andata d'amore e d'accordo. Hai dimenticato i tuoi vecchi amici. Hai dimenticato me! Liam è stato il più intelligente di tutti noi: lui ha capito subito che non valeva la pena di combattere per te. Ti ha lasciata andare appena sei partita. Ed è quello che avremmo dovuto fare tutti noi, soprattutto io».

Il suo tono è carico di tristezza e sofferenza, ma dentro di me comincia a montare ugualmente la rabbia. «Mi stai dicendo che sei gelosa? È questo il vero problema? Ti senti messa in ombra dalle mie nuove amicizie. Ma non posso farci niente, Kate! Tu sei a migliaia di chilometri da qui! Cosa avrei dovuto fare? Rinchiudermi di nuovo nel mio guscio e lasciarmi cadere in depressione? Se vuoi saperlo era la mia intenzione iniziale, ma poi ho incontrato qualcuno che mi ha mostrato cosa significa vivere davvero» le ringhio contro.

Lei scuote la testa. «Avevi Jack, avevi le cheerleaders... eri nel giro giusto, in quello di persone come te. Perché hai dovuto mandare al diavolo tutto per Ethan?» mi chiede affranta.

«Perché lo amo! È così difficile da capire?» ribatto esasperata.

«Quello non è amore, Clary! Vi ho visto insieme proprio adesso, con i miei stessi occhi: la vostra è un'ossessione! Non riuscite a stare lontano l'una dall'altro, i vostri corpi sembrano cercarsi continuamente, e il modo in cui ti guarda e ti tocca...», scuote la testa e poi continua «...è come se fossi una sua proprietà. Non è amore questo, Clary».

Incrocio le braccia al petto e la guardo in cagnesco. «È evidente che non sei mai stata innamorata, altrimenti non parleresti così» le rispondo dura.

«Forse è così. Ma ciò non toglie che non riconosco più la mia migliore amica. E ciò che è diventata... non mi piace per niente. Ed è già da un po' ormai che la penso così» mormora in tono sommesso.

«E allora cosa diavolo ci fai qui?» le chiedo io.

Le sue parole e la sua espressione delusa mi stanno spezzando il cuore ma scatenano anche un senso di rabbia e frustrazione.

«Come già sai, sono stati i tuoi genitori a pregarmi di venire qui. Io all'inizio non volevo. Perché avevo paura di vedere con i miei stessi occhi quanto fossi cambiata. Dentro di me volevo conservare il ricordo della mia migliore amica e sapevo che invece, venendo qui, ti avrei definitivamente persa... E così è stato».

Le sue parole mi colpiscono come un pugno in piena faccia e le lacrime che le rigano le guance sono stilettate al mio cuore singhiozzante. Chiudo gli occhi e prendo un respiro profondo prima di parlare. «Non chiedermi di scegliere tra te e lui, ti prego» la supplico con voce implorante.

Mai più con teWhere stories live. Discover now