Selezioni di Quidditch.

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All'ennesima domanda del professor Piton, Hermione si annoiò pure di alzare la mano dato che in sei anni di scuola non l'aveva mai presa in considerazione. Guardò Neville buttare senza alcuna grazia gli ingredienti nel calderone e fece un passo indietro aspettandosi che esplodesse da un momento all'altro. Anche se la guerra aveva cambiato molto, di sicuro non aveva cambiato Piton che aveva sempre lo stesso sguardo freddo ed odio per i suoi alunni non Serpeverde. Ma Hermione ormai sapeva che quella era solo una maschera che indossava, sapeva anche che il professor Piton poteva provare emozioni, emozioni molto forti dato che si era prestato al doppio gioco per proteggere Harry Potter, solo per amore di Lily. L'amore, il sentimento più forte che l'uomo potesse mai conoscere.
Chi lo avrebbe mai detto?
Hermione alzò lo sguardo sul professore e trovò a guardarla con un espressione quasi assorto, poi tornò nella sua maschera ma con gli occhi accesi d'ira.

«Signorina Granger, non sa darmi una risposta alla mia domanda?» chiese avvicinandosi al banco della mora che non fece in tempo ad aprire bocca che fu interrotta di nuovo. «Dieci punti in meno a Grifondoro!» disse facendole chiudere i pugni sul tavolo. «Non è d'accordo signorina Granger? Allora facciamo venti!» continuò per poi darle le spalle. Hermione riportò lo sguardo sconvolta sui suoi compagni che intanto le intimavano di fare silenzio e di lasciar perdere, ma lei non riuscì a trattenere uno sbuffo. «Granger, punizione!» sbottò Piton facendola saltare dal suo posto. Lei? Punizione? «Paciock, cosa stai combinando? Punizione!» continuò facendo spostare l'attenzione di tutti verso il calderone del ragazzo che aveva iniziato a far cadere del liquido verde sul banco. Hermione sospirò frustata ed attese la fine della lezione per uscire nel cortile ed urlare, letteralmente.

«Hermione!» urlò Ginny pizzicando il braccio alla mora per farla finire. «Tu sei pazza!» continuò tirandola sulla prima panchina libera per farla sedere accanto a lei. «Certo che Piton è diventato ancora più stronzo dopo la guerra.»

«Sono convinta che mi stesse leggendo la mente.» ammise Hermione sistemando i libri al suo fianco. «Stavo pensando alla storia che ci ha raccontato Harry, quella di Piton e Lily e del fatto che lui evochi come patronus un cervo. Piton mi stava guardando ma era diverso, come se stesse vivendo il ricordo perché era rilassato. Poi quando ho iniziato a guardarlo si è, come dire, risvegliato.» spiegò la mora con la voce bassa, anche se nel giardino non c'era nessuno.

«Come ti è venuto in mente di pensare a quello durante una sua lezione?!» chiese Ginny sconvolta di quanto potesse essere così stupida. «Lo sai bene che Piton legge la mente di tutti! È dal primo anno che gira questa voce e tu cosa fai? Sei proprio stupida, adesso andrai in punizione con Neville, non voglio proprio immaginare cosa farai.» disse la rossa alzando le spalle come se si scrollasse di dosso quel peso. Hermione sospirò annoiata e afferrò il libro di pozioni per cercare di portarsi avanti e di non uscire con un Troll in quella materia, ma ormai sembrava segnata la sua strada.

«Tu hai le selezioni di Quidditch oggi pomeriggio, giusto?» chiese la mora cercando di cambiare discorso, di liberare la mente, di controllare le sue emozioni, disciplinare la sua mente..

«Mi ascolti?» interruppe Ginny chiudendole il libro che portava sulle ginocchia, facendola saltare sul suo posto. Era la seconda volta in un giorno ed era anche la seconda volta che qualcuno le leggeva la mente. Quell'anno stava iniziando davvero male. «Verrai a vedermi, vero? Senza confundus però, non sono Ron.»

«Certo che vengo, Ginny.» rispose sorridendo, aprendo di nuovo il libro sulle sue gambe ma fu richiuso da Ginny che si lamentò di non avere abbastanza attenzione e la trascinò con se. Ad aver visto tutta la scena fu proprio Draco, che era molto curioso di sapere come la Granger avesse fatto arrabbiare Piton così tanto.

«Draco, perché guardi il niente con un sorriso?» chiese Blaise cercando di trovare cosa guardava il suo amico. Si poggiò alla balaustra accanto a lui e rimasero in silenzio per un paio di minuti, poi Draco sorrise e si girò verso di lui.

«Lo sapevi che Piton ha avuto una sorta di relazione con la madre di Potter?» chiese avendo subito l'attenzione del suo amico, con gli occhi spalancati. «L'amore. Che sentimento ridicolo. Pensavo che almeno noi fossimo immuni a questa stronzata.»

«Lily Potter e Piton? No, onestamente non lo sapevo. Ma questa cosa non sconvolge me quando te. Che hai che non va con l'amore?» chiese ironico, riportando lo sguardo sul cortile della scuola. Era vuoto, proprio come piaceva a lui. Il silenzio li circondava ed il sole era oscurato da alcune nuvole, intanto il vento dell'imminente autunno avanzava trascinando via le prime foglie degli alberi.

«Sono solo un mucchio di stronzate, Blaise. Perché, tu pensi veramente di poterti dedicare completamente ad una donna?»

«Oppure un uomo, che ne sai?»

«Non sapevo della tua inclinazione. Comunque fa lo stesso, uomo o donna che sia.»

«Stavo scherzando Draco, sono più propenso per le donne, ma ad ogni modo.. il discorso è un altro. Che ha che non va l'amore?»

«Fidarsi di una persona, è quello che ha che non va. Come puoi fidarti di una persona dopo tutto ciò che hai visto? Le persone che avrebbero dovuto proteggermi mi hanno usato come moneta di scambio per ricevere il perdono dal Signore Oscuro.» spiegò il biondo tenendo lo sguardo fisso sul niente, sul vuoto che lo circondava e lo avvolgeva, lo avvolgeva possessivo, in una morsa mortale. Lo sentiva pensate quel vuoto, lo sentiva sulle spalle, attorno e dentro. Un peso impossibile da sopportare, che gli rendeva impossibile dormire, studiare, interessarsi a qualcosa. Era quella la vita che lo attendeva, un esistenza solitaria, estremamente solitaria.

«E non ti sposerai? Il tuo contratto con Astoria è stato rotto.»

«Grazie di ricordarmelo Blaise, ma non serve. L'ho rotto io quel contratto. Comunque, da quando vedi il matrimonio come amore e non come un contratto che dia un valore maggiore al tuo patrimonio? Ricordo che il primo a definirlo così sei stato proprio tu, mio caro Blaise.» disse Draco ricordando ancora bene quella conversazione che ebbe con il suo migliore amico quando Lucius lo informò di aver firmato un contratto con la famiglia Greengrass. Ancora una volta era stato utilizzato come merce di scambio, un oggetto, una pedina da muovere a suo piacere. I suoi ricordi però vennero interrotti da un illuminazione. «C'è una ragazza, Blaise?» chiese portando finalmente lo sguardo sul suo amico, che fissava il cortile interessato. Cercò di seguire il suo sguardo ed incontrò le sorelle Greengrass che intanto attraversavano il cortile con dei libri che fluttuavano dietro la loro schiena come elfo fedeli, i loro capelli si muovevano quasi in sincronia con il movimento delle loro gonne, facendo girare alcuni ragazzi presenti, ma non erano loro il soggetto d'interesse del suo amico perché lo sguardo era posto poco più in alto, verso il primo piano, vicino una finestra, dove sedevano Hermione Granger e Ginevra Weasley. «Blaise? Hai qualcosa da dirmi?»

«Niente che tu già non sappia.» rispose semplicemente, tenendo lo sguardo sulla rossa che sembrava interessata a raccontare qualcosa alla mora che la ascoltava con attenzione. Draco non chiese più niente perché comunque non sarebbe riuscito a capire. Blaise era considerato uno dei ragazzi più belli della scuola, non capiva come quello fosse potuto succede e non capiva nemmeno come pensava di avere una possono dato che la Weasley era la fidanzata di Potter, o almeno era quello che sapevano loro.

Note:
Ciao ragazzi! Come state?
Spero sempre bene.
Questo capitolo ancora capitolo di passaggio, serve per mettere le basi alla storia.
Non dimenticate di commentare!
Spero voi possiate divertirvi a leggerla quanto io mi sono divertita a scriverla. ❤️

The truth about monsters; Dramione.Where stories live. Discover now