Malfoy Manor.

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Appena Hermione arrivò davanti il cancello del Manor sentì un brivido lungo la schiena, così afferrò il braccio del ragazzo e lo strinse mentre lui apriva il cancello con un incantesimo

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Appena Hermione arrivò davanti il cancello del Manor sentì un brivido lungo la schiena, così afferrò il braccio del ragazzo e lo strinse mentre lui apriva il cancello con un incantesimo. Ricordava quando lei, Ron ed Harry erano stati portati in quella casa, quando le era stato fatto quel segno sul braccio che le avrebbe sempre ricordato cos'era, e Dobby..
Quando scattò la serratura del cancello subito due elfi si presentarono al cancello per prendere le valigie ed avevano due espressioni quasi sognanti quando videro Draco.

«Signor Malfoy, padrone.» disse il primo, baciandogli la mano con l'anello, ma fu subito spinto via dalla seconda - sicuramente femmina dato che aveva un fiocco rosa ben visibile -, che disse esattamente le stesse parole per poi afferrare la mano del ragazzo.

«Padrone, questa cosa dove va? Nelle segrete?» chiese l'elfo annusando Hermione, afferrando i suoi bagagli per poi smaterializzarsi e poi ricomparire dopo pochi secondi. «Venga con me Sanguesporco-» iniziò poi afferrando il mantello della mora. Hermione spalancò gli occhi, aveva riconosciuto che non era un purosangue come Malfoy da cosa? Il suo profumo?

«Fermo, elfo maledetto! Lei è con me e adesso portate le nostre valigie nella mia camera e accendete i camini.» disse freddo Malfoy, ponendosi davanti la ragazza allontanando i due elfi. Inizialmente rimasero confusi per qualche secondo, poi abbassarono lo sguardo ed iniziarono a chiedere scusa mentre indietreggiavano, per poi scomparire. «Mi dispiace per il benvenuto.» commentò poi, mentre Hermione era ben aggrappata al suo braccio, nascosta dietro la sua schiena. La sentì scuotere la testa, poi si voltò di poco ritrovando il suo viso poco distante da lui. «Granger?»

«Fa nulla.. andiamo?» chiese sospirando, così il ragazzo annuì ed iniziò a camminare lungo il viale. Il giardino all'entrata era ben curato, segno che gli elfi lo curavano attentamente ma Hermione afferrò comunque la bacchetta facendo crescere qualche fiore per dare del colore a quella villa imponente e scura, sembrava quasi assorbire la luce. Vi era un enorme fontana poco prima dell'entrata principale, anche se funzionava perfettamente aveva l'aria di essere rimasta lì e dimenticata da tutti.
Arrivarono fino all'enorme portone, anch'esso scuro, che Malfoy aprì di scatto con un altro incantesimo. La casa era esattamente come ricordava: scura, fredda, enorme. Anche se vari camini della casa erano già stati accesi dagli elfi così come le luci, la casa era ancora cupa e triste. I mobili sfarzosi erano ricoperti da teli bianchi, segno che nessuno andava lì da tempo, erano disposti proprio come ricordava, ricordava anche i lampadari imponenti che decoravano le stanze del salone ma soprattutto il numero eccessivo di quadri, che in quel momento non erano più presenti lasciando le mura spoglie.

«Questo è il salone.» indicò Draco, tirando via i lenzuoli che coprivano il tavolo, quello stesso tavolo che avevano utilizzato i mangiamorte per le riunioni dove sedeva anche Voldemort, dove aveva visto Nagini mangiare la sua professoressa di babbanologia dopo l'anatema. Ad eliminare i suoi pensieri fu di nuovo l'elfo che comparì veloce per eliminare tutti i lenzuoli presenti nell'enorme sala, scoprendo anche un altro camino, alcuni quadri e mobili. «Questa poi è la cucina.» continuò attraversando un breve corridoio, notando che l'elfo femmina era già con delle pentole in mano mentre si muoveva veloce. «Vieni, ti faccio vedere le camere.» continuò ancora, portando Hermione verso le scale. Sarebbe potuto passare un intero esercito e comunque ci sarebbe stato spazio. Poco più infondo, altre scale si nascondevano dietro un mobile, ma Hermione riuscì a riconoscerle: erano le scale che portavano ai sotterranei. Scacciò via i ricordi dalla sua mente e tornò a prestare attenzione al ragazzo che la guidava per quei corridoi con voce tranquilla.

«Per Merlino, quante camere avete?» domandò Hermione contando velocemente dieci porte davanti a se. Draco continuò a muoversi, facendola camminare accanto a se mentre teneva la mano sulla sua schiena.

«Abbiamo sette camere, quella infondo era quella dei miei genitori, ma vieni ti mostro la mia.» disse Draco procedendo verso una delle prime porte. La sua camera era come il resto della casa, era scura e le finestre erano ancora chiuse, ma nessun lenzuolo copriva i suoi mobili, anzi sembrava che erano stati usati sino a poco prima. Alcuni libri erano ancora aperti sulla scrivania ed era l'unica cosa fuori posto.

«Dormiremo insieme? Pensavo che tu mi avresti dato una camera..» propose Hermione, controllando il letto della camera: un matrimoniale, ovviamente. La finestra affacciava sul cortile interno, anch'esso curato con varie statue che lo decoravano. Sulla parete erano affisse piccole foto ricordo del ragazzo da piccolo, molte con la divisa Serpeverde e altri con la divisa di Quidditch. Poche, se non meno di venti, con i suoi genitori, la maggioranza con la madre. Forse ritraevano i compleanni? Nella camera era ovviamente presente un bagno privato e non le servì nemmeno controllarlo per immaginare la grandezza di quella stanza, come tutte del resto. L'attenzione però tornò sul letto, ricordandosi di come avevano dormito insieme nel bagno dei prefetti, lo avrebbero fatto anche in quelle settimane?

«Abbiamo dormito insieme ad Hogwarts, dove non potevamo neanche vederci durante quell'orario e a casa mia vuoi dormire da sola? Posso mostrarti una camera, se vuoi.» affermò ironico mentre apriva le tende della sua finestra, lasciando entrare il sole timido di dicembre. Anche in quella camera era presente il camino, che accese dopo pochi istanti. «Allora Granger?» continuò sperando non dicesse di si. Avrebbe rispettato la sua scelta, ma aveva già immaginato di poter dormire con lei e recuperare le ore di sonno perse..

«Dormirò qui, effettivamente hai ragione.» ammise in un sussurro imbarazzato mentre guardava i libri sulla sua scrivania. Draco sorride, poi prontamente le si avvicinò e portò di nuovo la mano sulla sua schiena per invitarla a seguirlo ancora, cosa che fece in silenzio. Si diressero verso l'altro lato del corridoio, poi il ragazzo finalmente aprì una porta rivelando un enorme biblioteca. Hermione spalancò gli occhi facendo veloci passi in avanti per ammirare meglio quella sala. «È più grande di quella di Hogwarts!» urlò contenta mentre guardava velocemente i vari corridoi della stanza. C'erano libri e titoli di ogni tipo, si andava dalle materie di Hogwarts alle magie oscure, agli alberi genealogici delle famiglie purosangue, alle storie del mondo magico, ad alcuni classici della letteratura latina, greca, inglese antica. Era un sogno per Hermione, avrebbe potuto trascorrere tutta la sua vita lì a leggere, per sempre. Quella stanza era come un altro mondo ed era stranamente più confortevole delle altre, decorata con colori caldi e dipinti accurati.

«Sapevo che ti sarebbe piaciuta.» ammise Draco sorridendo, quella volta sorrideva genuinamente perché la gioia negli occhi della ragazza lo metteva di buon umore, era così contenta che sarebbe potuta scoppiare a piangere. «Quelli erano i libri preferiti di mia madre.» aggiunse poi quando la vide avvicinarsi ad un corridoio. Hermione si alzò sulle punte toccando con la punta delle dita i libri che le si presentavano davanti, poi iniziò a scuotere la testa recuperando un libro con cura e riportò lo sguardo su Malfoy che era fermo sulla soglia della porta con le braccia incrociate al petto.

«È una prima edizione di orgoglio e pregiudizio, come fa ad essere qui? È un libro babbano.» domandò Hermione indicandogli la copertina, ma Malfoy alzò le spalle in risposta, con espressione ovvia.

«A mio padre piaceva comprare libri, soprattutto le prime edizioni, per mostrare la sua ricchezza. Non gli importava né cosa raccontassero né la provenienza, più alto era il prezzo più sembrava felice.» spiegò Malfoy poi mentre Hermione continuava il suo giro tra i corridoi. Recuperò vari libri, tornando poi da lui con la vista quasi compromessa dai pila di libri che aveva scelto. «Sei sempre la solita.» commentò poi, aiutandola con i libri.

The truth about monsters; Dramione.Where stories live. Discover now