Paure.

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«Queste vanno nello spogliatoio Serpeverde, Hermione

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«Queste vanno nello spogliatoio Serpeverde, Hermione. Vado io?» chiese Neville indicando le valigie che contenevano le pluffe ed i boccini. Hermione scosse la testa e afferrò le due valigette, recandosi poi verso lo spogliatoio dei Serpeverde con passo lento e stanco. Ormai era già un ora che camminava per tutto il campo di Quidditch, dopo aver trascorso due ore a riordinare i libri in biblioteca. Piton non si era trattenuto per assegnare quella punizione, più cose poteva obbligarli a fare più sembrava felice.

«Granger, sai che non si entra negli spogliatoi maschili?» chiese Draco, notando la chioma riccia della ragazza muoversi velocemente nel corridoio. «Sarei potuto essere nudo, avresti violato la mia privacy!» continuò fingendosi offeso. Indossava la sua divisa da Quidditch, aveva da poco finito un allenamento speciale, usato come scusa solo per poter volare senza ansia di finire poi in punizione.

«Non essere melodrammatico, Malfoy. Non dovresti nemmeno essere qui, ma ad Hogsmeade come tutti gli altri.» disse Hermione infilando le valigie negli armadietti, poi si voltò e cercò di uscire senza portare lo sguardo sul ragazzo alle sue spalle, ma come aveva immaginato, lui l'afferrò per il braccio e la fece voltare. «Malfoy?»

«Dovresti almeno guardarmi quando parlo, non pensavo tu fossi così maleducata.» commentò tenendo ben salde le dita sul polso della mora. Ancora una volta la stava toccando, senza alcun commento sul suo sangue, sulla sua famiglia o prenderla in giro come sempre. Perché non la disprezzava più?

«Sono in punizione, Malfoy. Non posso fermarmi a parlare.» disse cercando di allontanarsi dalla sua presa senza guardarlo. Draco assunse un'espressione stranita, non capiva perché non lo guardasse nemmeno, non ricordava di aver fatto qualcosa che avesse potuto offenderla.. poi ricordò della scena sulla torre d'astronomia, dei ricordi che aveva condiviso involontariamente con lei e la lasciò bruscamente, allontanandosi.

«Vattene.» sussurrò il ragazzo voltandole le spalle. Come uno stupido aveva creduto che dopo quei ricordi forse lei avrebbe capito cosa aveva dovuto sopportare in quegli anni, comprenderlo almeno in parte. Come un idiota, perché lei non voleva capire ed era esattamente come gli altri. Nessuno avrebbe avuto il coraggio di caricarsi di parte del suo dolore, di dargli un sostegno oppure una parola di conforto. Era solo, come sempre.

«Malfoy, io-»

«Ho detto vattene, Granger. Non hai sentito? Sei anche sorda oltre che stupida?» chiese ironico, indossando la sua maschera di freddezza, la sua unica amica. Hermione si sentì quasi cedere le gambe a quel tono di disprezzo, però riprese controllo di se e si avvicinò al ragazzo, affiancandolo per pochi secondi. Avrebbe voluto toccarlo, era strano ma sentiva il desiderio di confortarlo con una carezza, anche abbracciandolo forse.

«Ci vediamo questa notte in cucina.» lo informò prima di uscire dallo spogliatoio e raggiungere di nuovo Neville, cercando di indossare un sorriso per procedere senza intoppi o domande, ma Neville la guardò per pochissimi istanti prima di fare la domanda.

«Va tutto bene? Sembra tu abbia visto Voldemort in persona.» chiese ridendo, ma notò che Hermione non rispose così si girò di nuovo verso di lei. «Non è tornato, vero?»

«Certo che no, Neville. Non è successo nulla, continuiamo prima che faccia esplodere la testa di Piton.» rispose alzando gli occhi al cielo, mentre recuperava le scope. Neville annuì e seguì i consigli che Hermione gli forniva, finirono nel giro di due ore circa. Si recarono velocemente nello studio del Professor Piton per informarlo e poi si diressero verso la loro sala comune, che era ancora vuota. Hermione decise di farsi una lunga e bollente doccia, immaginando già la conversazione che avrebbe avuto con il biondo nelle cucine. Si stese sul letto, tirando sul suo corpo il lenzuolo, convinta che comunque verso l'una di notte i suoi incubi l'avrebbero risvegliata, oppure lo avrebbe fatto la fame. Infatti così fu, il suo solito incubo, in cui si immaginava di correre nella foresta seguita da Voldemort, la svegliò preciso come un orologio svizzero, si alzò dal suo letto contro voglia e recuperò il mantello dell'Invisibilità per raggiungere le cucine, come ormai da routine.

«Granger.» la salutò il ragazzo, che intanto era già prontamente seduto sul ripiano della cucina intento a mangiare qualcosa. Hermione si avvicinò lentamente, ancora scombussolata dal sonno, prendendo la sua tazza del the con dei gesti meccanici. «Se dobbiamo stare qui tutto il tempo senza che nemmeno mi guardi, io me ne vado.»

«Carenza d'attenzione?» domandò ironica, portando finalmente lo sguardo sul ragazzo. «Lo sai perché non ti guardo, l'avrai sicuramente capito a meno che tu non sia veramente stupido.»

«Sei spaventata dai miei ricordi, Granger? Eppure pensavo che il carattere fondamentale dei Grifondoro fosse il coraggio.» commentò alzandosi dal suo posto, avvicinandosi alla ragazza che iniziò ad indietreggiare. «Paura?»

«Assolutamente no!» rispose sicura, portando lo sguardo altrove. Era terrorizzata in realtà, il modo in cui i suoi ricordi erano chiari le faceva tremare le gambe, era come tornare in quel periodo e rivivere la scena dal punto di vista di Malfoy.

«E se io facessi così?» domandò con un leggero sorriso, portando lo sguardo fisso negli occhi della ragazza. In meno di un secondo Hermione fu paralizzata e travolta dai ricordi di Draco.

«Lo capisci che sono una razza inferiore? Sembri uno stupido con quell'espressione, se lo vedesse il Signore Oscuro?» commentò un signore vestito di nero, un mangiamorte. Draco annuì dandogli ragione, anche se non era esattamente ciò che pensava.

«Cosa avete preso dalla mia camera blindata?» domandò la voce sottile ed irritante di Bellatrix mentre teneva ferma Hermione sul pavimento. «Cosa?!»

«Non abbiamo preso niente. Per piacere.» disse la mora tra le lacrime ed il terrore. Si guardò velocemente intorno, sperando che qualcuno la salvasse ma trovò solo lo sguardo terrorizzato di Narcissa, che presto voltò il viso per guardare altro, lo sguardo di Lucius che la guardava, ma era perso nel vuoto, ed infine Draco. Era terrorizzato, gli tremavano le mani ma era costretto a guardare, affiancato da due mangiamorte che gli tenevano le mani dietro la schiena, per bloccarlo e fargli vedere cosa significasse essere loro. Ma mentre loro erano fieri di ciò che stava succedendo, lui era profondamente disgustato.

«'Per piacere, mi salvi'. Stupida Sanguesporco, non sei una strega. Non sarai mai una strega.» disse Bellatrix portando la bacchetta sul braccio di Hermione, iniziando a ridere mentre la ragazza urlava.

«Ti prego! No! Draco!» urlò ma nessuno la sentiva, tutti però la guardavano senza dire nulla.

«Smettila! Perché mi fai questo?» urlò la ragazza risvegliandosi dai ricordi, allontanando Malfoy da lei con le mani sul suo petto, spingendolo via con forza.

«Perché devi ammetterlo che hai paura di me, come tutti! Ti piaceva pensare che meritassi di morire, vero?» chiese avvicinandosi di nuovo, intrappolandola contro il bancone della cucina.

«Non meriti di morire. Non ho paura di te.» ammise portando le mani sul suo petto, di nuovo, per allontanarlo ma non ci riuscì. «Allontanati.» sussurrò stringendo le mani sul mantello del ragazzo, che intanto si era avvicinato fin troppo. I loro nasi ormai si sfioravano, gli sguardi erano collegati e le mani di Draco erano poggiare sui suoi fianchi. «Non ho paura di te.»

«Allora dimostramelo.» chiese in un sussurro. Hermione alzò le mani sul suo viso, avrebbe voluto cancellare tutto quel dolore con una sola carezza, se solo avesse potuto..

«Non posso, Draco.» sussurrò accarezzandogli lentamente la guancia, combattendo con se stessa con la voglia di sporgersi di poco in avanti per toccare le sue labbra. Il contatto durò poco perché Malfoy si allontanò di scatto e sparì dalla stanza, lasciando Hermione da sola.

Note:
Buonasera ragazze!
Come va?
Vi piace la storia? Vi interessa la piega che sta prendendo? Fatemi sapere! ❤️

The truth about monsters; Dramione.Where stories live. Discover now