San Mungo.

10.4K 430 56
                                    

Draco camminò veloce nei corridoi del San Mungo, con il volto basso e le mani nelle tasche dei suoi pantaloni neri

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.

Draco camminò veloce nei corridoi del San Mungo, con il volto basso e le mani nelle tasche dei suoi pantaloni neri. Come ogni sabato, stava andando a trovare sua madre. Le pareti verdi dell'ospedale gli mettevano un estrema tristezza, sua madre non meritava di stare lì. Aprì la porta della sua camera, una camera privata con tutti i possibili confort, per quanto potesse. Narcissa era seduta come al suo solito su una poltrona posta davanti alla finestra, aveva un libro tra le sue mani e lo sfogliava distratta. I suoi vestiti erano sempre eleganti, i suoi capelli sempre ordinati eppure non era più la signora di un tempo.. aveva donato tutto ciò che aveva, aveva studiato piani per intere notti per proteggere suo figlio, ma non era servito a molto. La guerra aveva segnato tutti e l'idea di aver perso tutto era troppo pesante per lei, che si era abbandonata alla follia e al delirio.

«Madre?» disse in un sussurro per ricevere la sua attenzione, mentre posava il solito mazzo di fiori sul tavolo della camera.

«Draco, figliolo. Spero tu mi dia buone notizie almeno oggi.» iniziò alzandosi dal suo posto per raggiungere il figlio, lasciandogli un bacio sulla guancia, prima di portarlo con se sul divano della sua stanza. «Grazie mille per i fiori, ma adesso dimmi, raccontami. Tuo padre? È uscito, giusto? Ed il Signore Oscuro? Io non ho il marchio, non riesco a sentire se ci ha richiamati.»

«Madre, la guerra e finita, quante volte ve lo devo dire? Il Signore Oscuro è morto e-» Draco però si interruppe, quando notò che sua madre si stava preparando per interromperlo e recuperare la sua storia e le sue domande. «Come vi sentite, madre?»

«Benissimo, Draco. Anzi, voglio uscire. Devo vedere Piton, non posso permettere che tu uccida Silente, riuscirò a risolvere io, non preoccuparti.» rispose Narcissa, alzandosi di scatto dal suo posto iniziando a camminare e ricordare il suo piano per convincere Piton a stipulare il voto infrangibile. Draco la guardò, sospirando. Ormai era tutto inutile, ormai aveva perso anche sua madre e presto avrebbe perso anche il padre, che da lì a poche settimane sarebbe stato sottoposto alla morte. Si arrese, assecondando per l'intera giornata le idee della madre, riuscendo poi a cambiare discorso solo per poche ore. La salutò, stringendola forte a se, chiedendole di tornare in se che non ce l'avrebbe fatta senza di lei. «Draco, tu sei sempre stato molto più forte di tutti noi. La tua paura è la tua forza. Hai avuto il coraggio di fare scelte in momenti in cui non era possibile, ricordatelo sempre. Ed io sarò sempre accanto a te, sempre.» disse Narcissa, tenendo le braccia strette intorno alla vita del suo unico figlio. «E poi, presto uscirò!»

«Certo, madre. Verrò sabato prossimo.» la informò lasciandole un bacio sulla fronte, prima di uscire dalla stanza. Si diresse veloce nel bagno dell'ospedale ed iniziò a vomitare, come se volesse cacciare via tutta quella tristezza, quell'oppressione, quel dolore. Si sciacquò il viso, nascondendo le lacrime che ormai volevano scorrere veloci sul suo viso.

«Signor Malfoy?» una voce alle sue spalle lo fece saltare sul suo posto, girandosi subito verso la persona. «La dovrei informare sulle ultime novità di sua madre.» continuò il solito dottore che ormai incontrava ogni sabato da mesi. Annuì leggermente prima di iniziare a seguirlo nel suo studio. «Vuole qualcosa, un bicchiere d'acqua?»

«No, grazie. Cosa deve dirmi?»

«Sua madre ha delle visioni sempre più frequentemente. Le avevo già parlato di questa possibilità, ma la notizia che suo marito è in carcere e presto sarà sottoposto al bacio, l'ha sconvolta profondamente. Lei è sempre pronto per le possibilità che le ho esposto?»

«Se si può essere pronti per il suicidio della propria madre, certo. Sono pronto.»

«Lo so che è dura, ma sua madre mi  racconta sempre di quanto lei sia forte e deve esserlo per tutti, ancora una volta. Per fortuna sua madre non ha dimenticato gli anni trascorsi con lei, sa di lasciare un uomo finito e quindi andrà via con tranquillità, ma non possiamo eliminare la possibilità che, nel giorno della morte di suo padre, lei non faccia lo stesso. Sono mesi che la preparo a questo, mi dispiace davvero ma noi non possiamo fare altro..»

«Si, lo so. Spero solo non soffra, non so che altro fare.» ammise Draco, strofinando le mani contro i pantaloni. «C'è altro che posso fare?»

«No, signor Malfoy. Mi dispiace, dobbiamo solo attendere.» disse il medico difronte a lui, facendolo annuire. Draco poi si alzò dal suo posto e strinse la sua mano, prima di uscire dal suo ufficio ed andare via per tornare ad Hogwarts, dove si diresse veloce verso la torre d'astronomia, aveva bisogno di aria fresca, doveva schiarirsi le idee. Da lì la vista era meravigliosa, il cielo era scuro e si preparava un temporale che avrebbe scatenato sicuramente fulmini e tuoni durante tutta la notte. Poggiò i palmi della mani sulla ringhiera e continuò a pensare alla situazione in cui si trovava sua madre, chiedendosi se lui avesse fatto veramente tutto il possibile per poterla salvare. Una parte di lui sapeva perfettamente che lasciarla andare era la cosa migliore, la sua mente era fin troppo compromessa per poter tornare lucida, ma un'altra parte di lui non voleva perderla perché poi non gli sarebbe rimasto nulla, nemmeno una sola certezza. Cosa avrebbe fatto dopo? Non se lo era mai chiesto dato che prima tutta la sua vita era pianificata da un contratto, ora che era libero non sapeva cosa fare.

«Malfoy?» ancora una volta, una voce lo fece girare di scatto: Neville Paciock. «So di essere l'ultima persona che tu vuoi vedere in questo momento, ma penso di essere l'unico a capire cosa si prova.. ti ho visto in questi mesi al San Mungo.» informò Neville, raggiungendolo in brevi passi. Malfoy lo guardò attentamente, poi riportò lo sguardo sul panorama.

«Quindi saprai che mia madre è lì. Sarà un piacere dirlo ai giornali, ma te lo concedo. È un pagamento dei conti, alla fine.»

«Non dirò niente a nessuno, Malfoy.» ammise Neville, avvicinandosi lentamente alla balaustra per affiancare il ragazzo. «Cos'ha?»

«Non ricorda che la guerra è finita, è convinta che il Signore Oscuro sia vivo e non accetta che mio padre sia in carcere. Forse si suiciderà.» spiegò Malfoy, mentre era fermo a guardare il cielo. «Ha perso la ragione.»

«Meglio di me non può capirti nessuno, Malfoy. Almeno si ricorda di te?»

«Si, per fortuna si.» rispose semplicemente, per poi sospirare. «Cos'altro posso fare?»

«Non puoi fare niente altro che accettarlo. Credimi, non c'è nulla che possiamo fare. La mente gioca brutti scherzi e proprio quando sei convinto di poterla governare, ti frega. Accettarlo ti farà soffrire di meno, ricorda con lei i momenti belli e lasciala andare. Non ci sono altre soluzioni.» spiegò Neville, ricordando del dolore che aveva provato per i suoi genitori..

«Perché lo fai?» chiese Malfoy, dopo pochi minuti di silenzio.

«Ti ho visto quel giorno..» rispose, facendo voltare Draco confuso. «Al funerale di Fred. Ti ho visto, mentre te ne stavi lontano in disparte, con il tuo solito abito nero. Ma non eri lì per prenderci in giro, perché piangevi anche tu. E per me questo conta molto di più del resto. La guerra l'abbiamo passata tutti, anche tu che giocavi per l'avversario. Harry ha raccontato di quante volte hai avuto il coraggio di fare scelte che avrebbero potuto costarti la vita, quindi non importa più il passato. Importa il futuro, e noi non possiamo farci la guerra per sempre.»

«Non diventerai il mio migliore amico, Neville

«Non ruberei mai il posto a Zabini, ha molto più stile di me e ti sopporta in modo migliore. Ma mi hai chiamato per nome, è già un passo in avanti, Draco.» disse ironico, facendo ridere anche il biondo al suo fianco, trascorrendo poi il resto della serata a guardare le stelle davanti ai loro occhi, lasciando il passato alle loro spalle.

The truth about monsters; Dramione.Where stories live. Discover now