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Fuori dall'aula mi aspetta Kyle, con lo zaino in spalla e il sorriso stampato in volto.

«Ehi!» lo saluto, sorridendo a mia volta.

«Ciao nuova compagna di classe!» esclama lui senza nascondere la sua emozione. Gli occhi gli brillano dietro le lenti dei suoi occhiali ed una parte di me è inaspettatamente sollevata di aver incontrato un ragazzo simpatico come lui.

«Dov'è il tuo zaino?» mi domanda stranito.

Io lo guardo cadendo dalle nuvole: perché dovrei prendere il mio zaino se tra qualche attimo rientreremo in aula per la prossima lezione?

«È in classe» rispondo, come se fosse la cosa più ovvia e scontata di questo mondo.

«Beh, dovrai portarlo con te per la prossima lezione. Oppure hai deciso di prendere appunti sul banco?».

Kyle prende a ridere della sua battuta, ma io proprio non capisco di cosa stia parlando.

«Portarlo dove, scusa?» chiedo, cominciandomi a sentire un'idiota.

«In laboratorio. La prossima ora abbiamo arte» risponde semplicemente.

Io resto imbambolata a guardarlo, capendo definitivamente che questa scuola è decisamente differente da quella della mia vecchia città.

«Ma forse tu non lo sapevi...» comincia a dire Kyle, capendo di aver fatto una gaffe.

«Ma certo! Scusa, avrei dovuto ricordarmi che vieni da un'altra scuola. Comunque l'unica cosa che devi sapere è che qui il tempo trascorso nella stessa aula e con gli stessi compagni è davvero ridotto al minimo. Ma lo vedrai tu stessa e ci farai l'abitudine. Coraggio, prendi lo zaino che andiamo!» spiega, sorridendo per farmi sentire più a mio agio. Annuisco, ridacchiando di me mentre rientro in aula e recupero il mio zaino.

Quando esco di nuovo, però, il sorriso rilassato che era comparso per la prima volta in questa giornata sul mio viso, si affievolisce come un fiore appassito. Infatti Kyle non è più solo, ma sta parlando con la Bertini e la sua amica.

Mi avvicino controvoglia a loro e appena mi vedono, sei occhi si posano su di me tutti insieme.

«Tu devi essere Mara...» dice la Bertini, le braccia conserte sul petto e la borsa appesa ad una di queste.

Le sue labbra sottili sono tinte di rosso e il suo viso scarno è ben truccato. Agli occhi indossa solo del mascara. Troppo mascara, direi.

L'amica se ne sta zitta a studiarmi accanto a lei. Ha la stessa identica tinta labbra, ma i suoi occhi azzurri non sono messi in risalto da alcun mascara o tipo di trucco. Non ci scommetterei il mio libro preferito, ma il suo viso – a parte le labbra – sembra essere acqua e sapone.

Annuisco e abbozzo un sorriso spinto. La cosa più irritante è che continui a scrutarmi senza ritegno, come se io non fossi qui davanti a lei e non me ne stia accorgendo.

«Io sono Reb e lei è Emily» si presenta e poi fa lo stesso con l'amica, che mi saluta con un gesto della mano e un enorme sorriso.

«Kyle ci stava appunto dicendo che ti sei trasferita da poco in città...» prosegue Reb.

«Sono arrivata ieri pomeriggio» ribatto, cercando di intrattenere con loro una conversazione pacifica. Voglio essere in buoni rapporti con tutti e passare inosservata per il prossimo anno. Dopo la scenata di stamattina, ho bisogno di qualche punto a mio favore e posso solo accumularne alcuni mostrandomi gentile e aperta.

La prima volta ti travolgeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora