26 (parte 2)

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«Credevo non saresti venuto alla fine. L'incontro è iniziato da dieci minuti ormai» sento dire a Kyle.

La risposta di Jordan arriva stanca e roca. «Ho avuto gli allenamenti: il coach mi ha fatto lavorare il doppio per recuperare quelli che ho saltato.»

BB e io restiamo in silenzio nel punto in cui ci troviamo. I nostri respiri si confondono tra loro, ma nessuno dei due sembra intenzionato a muoversi. So che li ha sentiti anche lui e forse è per questo che non osa fare niente. O magari non lo avrebbe fatto lo stesso.

Fatto cosa?

Odio la mia coscienza che mi costringe ad ammettere cose che nella mia mente risultano essere già troppo per me. Così la ignoro, mentre le voci provenienti dall'ingresso si avvicinano.

BB fa un passo indietro e finisce sotto un cono di luce che filtra attraverso una finestra sopra la stanza dalla quale siamo appena usciti. I suoi occhi sono fissi nei miei e mi dicono così tante cose che, alla fine, quando torna nell'ombra, non sono riuscita a comprendere nemmeno una delle sensazioni che ha provato.

Sto per dire qualcosa, non so precisamente cosa, ma il desiderio di rompere questo silenzio traboccante dei nostri battiti, dei nostri respiri e delle nostre sagome nell'ombra, le stesse che sappiamo fissano il vuoto con la mente in subbuglio, pensando a quello che è appena successo, e che di fatto non è successo, quando una suoneria a me familiare risuona più rumorosa di quanto avrei creduto nel deserto corridoio, facendomi sobbalzare.

BB mi guarda interrogativamente, mentre io non so di chi diavolo possa essere questo cellulare che squilla. Sento Kyle e Jordan domandarsi da che parte provenga e capisco subito che si sono accorti della nostra presenza.

Entro nel panico. Senza un motivo preciso. In fondo, non sto facendo nulla di male.

«Dovresti rispondere» dice alla fine il prof, e solo ora mi rendo conto di quanto io possa essere stupida. La suoneria è la mia!

Recupero il cellulare dalla tasca dei jeans con non poca fatica, borbottando insulti rivolti alla mia persona. Poi leggo sullo schermo il nome di Kyle.

«Eccoti finalmente! Sei sparita nel nulla, Mara. Potevi almeno avvertirmi.»

Mi volto di scatto. Kyle è in piedi davanti a me con il cellulare all'orecchio e Jordan mi sorride lievemente, al suo fianco.

«Scusa, io...» non finisco la frase, sentendomi morire dentro al pensiero di essere appena stata vista da Jordan "appartata" in un corridoio deserto e buio con il suo fratellastro. Che, tra parentesi, sembra odiare a tal punto da prenderlo a pugni.

Mi giro, accaldata. Le mie mani tremano rimettendo il cellulare in tasca.

Ma alla fine mi calmo. Lo faccio per il semplice fatto che non lo vedo. Lui non c'è. BB è sparito nel nulla!

Torno a guardare i miei amici, sperando che al buio non si vedano le mie guance paonazze per il panico appena provato.

Ma come ha fatto a sparire così?

«Allora? Vogliamo andare ad assistere all'incontro, l'unica cosa che per altro ci ha spinti a venire qui, oppure vogliamo trascorrere il resto della serata in questo spoglio e buio corridoio?» chiede, ironicamente scocciato, Kyle.

«No, no, andiamo» mi affretto a dire, incamminandomi per prima.

E mentre usciamo dal corridoio, mi guardo indietro per ben due volte, prima di capire definitivamente che BB è sparito per colpa mia.

                                    ***

Kyle ci guida fuori dal dormitorio, ma non gli faccio domande. Nella mia testa si susseguono gli eventi degli ultimi dieci minuti come scene di un film che dura due ore. Rivivo ogni istante, ogni sensazione come se il mio corpo non potesse farne a meno.

La prima volta ti travolgeOn viuen les histories. Descobreix ara