15 (parte 2)

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Mi sveglio di soprassalto per via della suoneria del cellulare infilato nella tasca posteriore dei miei jeans. Lo estraggo con difficoltà, poiché è incastrato tra me e il materasso, e ancora con gli occhi chiusi dal sonno. Li socchiudo appena per leggere un numero sconosciuto sullo schermo. Rispondo senza pensarci.

«Sì?»

Dall'altra parte non proviene alcuna risposta. Dunque, un dubbio si affaccia alla mia mente e rileggo il numero per capire se effettivamente sia come credo. Riconosco le prime cifre del numero come le stesse dello scherzo telefonico di ieri e riporto subito il cellulare all'orecchio, iraconda.

«Ancora voi? Insomma, ho già detto che odio questo tipo di scherzi!»

Riattacco e getto il telefono sul materasso accanto a me. Provo a richiudere gli occhi per appisolarmi qualche altro minuto, ma ovviamente non ci riesco più.

Mi metto seduta in mezzo al letto e noto che sono ancora vestita come ieri. La testa mi scoppia e mi sento così stanca che mi sembra di non dormire da giorni. Dalla finestra entra un flebile chiarore crepuscolare, ma sono appena le sei e mezza. Mi alzo, ma perdo l'equilibrio e ricado sul letto.

Ricordo ben poco di ieri sera. Forse ho bevuto una birra di troppo e so perfettamente che non reggo l'alcol. Ma cosa diavolo mi è saltato in mente? Non so neanche come sia arrivata al letto. Mi sforzo, cercando nella mia mente qualche scena riguardante ieri.

BB mi ha accompagnata al Bar Zefir e ho bevuto delle birre. Quante, per l'esattezza? Tre o forse quattro? Mi sarò ubriacata alla seconda e avrò fatto la figura della ragazzina, ne sono certa.

Poi mi ha portata a casa. Sì, perché altrimenti non sarei proprio potuta tornarci da sola. E poi? Cos'è successo dopo?

Sbuffo, provando ad alzarmi di nuovo, seccata dal fatto che non ricordo tutto perfettamente. Non capisco come la gente possa prendersi una sbornia colossale e non sapere cosa abbia fatto in quasi dieci ore della propria vita come se nulla fosse. Voglio dire: è a dir poco irritante.

Mi faccio una doccia fredda, perché non ho la pazienza di aspettare che arrivi l'acqua calda. Quando ho finito, mi avvolgo un asciugamano attorno al seno che mi copre solo fino a metà coscia e osservo il mio riflesso nello specchio sopra al lavandino. I capelli bagnati sono annodati, perché non ho messo neanche il balsamo. Sotto gli occhi, due enormi occhiaie violacee mi ricordano la bevuta di ieri.

Mi finisco di preparare ignorando il mio aspetto e scendo di sotto, affamatissima. A parte bere oltre quello che il mio corpo possa reggere, ieri sera non ho mandato giù neanche un boccone. In realtà, lo capisco solo da quanto il mio stomaco stia brontolando in questo momento.

In cucina, però, trovo la nonna. Speravo di essere sola, ma quando lei si accorge della mia presenza e mi sorride amorevolmente, è già tardi per tornare in camera mia. Il mio problema è che non so cosa sia successo quando sono tornata a casa ieri sera. Lei c'era? Sa della mia sbornia? Ha incontrato BB?

BB...

Improvvisamente, due occhi azzurri come il mare, colmi di confusione, compaiono nella mia mente. Il ricordo di BB che mi guarda dispiaciuto mi manda nel panico. Che cosa ho fatto, perché mi guardasse così?

«Buongiorno, Mara. Vieni, dai. Ho preparato la colazione.»

La nonna non ha un aspetto più riposato del mio, mentre porta a tavola un'altra tovaglietta e un'altra tazza di ceramica. La riempie di latte e poi ci aggiunge un goccio di caffè, perché sa che non mi piace particolarmente.

Raggiungo il mio posto e mi siedo, cercando di capire dai suoi modi di fare quanto sappia di ieri. Si siede e prende a bere tranquillamente la sua tazza di caffè nero. Poi mi sorride e io ricambio, titubante.

La prima volta ti travolgeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora