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Io e mia madre usciamo di casa poco dopo le cinque e mezza. Il sole sembra avere già voglia di tramontare ed è basso e rossastro nel cielo.

Saliamo in auto e la mamma mette in moto con non poca eccitazione. L'idea di questo pomeriggio da trascorrere insieme deve averle dato la carica giusta per affrontare la giornata con il piede giusto, mentre con me purtroppo ha funzionato solo all'inizio.

Stupido BB e stupida me che mi lascio coinvolgere di cose che mi riprometto ogni giorno di evitare. Perché non riesco a non ritrovarmi in situazioni così strane e così dannatamente fuori luogo?

Chiudo gli occhi, cercando per l'ennesima volta da stamattina di non pensarci. Giro la testa di lato, fissando la città correre veloce fuori dal finestrino.

Il centro non dista che soli cinque minuti in auto da casa nostra e infatti arriviamo in men che non si dica.

Quando sono tornata a casa ho provato a buttare giù qualche idea per la sceneggiatura per la festa di Halloween, ma ovviamente ho scarabocchiato qualcosina per poi cancellarla subito dopo. Sono al punto di partenza e non la vedo neppure. La partenza, dico.

Scendo dall'auto, rifacendomi lo chignon, mentre mia madre infila le chiavi in borsa.

«C'è un negozio che vorresti vedere per primo?» mi chiede, infilandosi un paio di occhiali da sole dalla montatura troppo piccola per il suo viso. E ad ogni modo, il sole sta per tramontare e non c'è bisogno degli occhiali.

Soffoco una risata e faccio spallucce, prima di rendermi conto che effettivamente c'è un luogo dove dovrei andare, prima che mi riduca all'ultimo come mio solito. Francamente, però, mi vergogno un po' a dirglielo.

«D'accordo, allora. Andremo prima da quella parte per...»

«Aspetta!» la interrompo e il suo indice, con il quale stava indicando entusiasta alcuni negozi alla sua sinistra, si ferma a mezz'aria per poi scendere lentamente lungo il suo fianco. Mi guarda interrogativamente, ma continua a sorridermi.

«Io dovrei... trovare un costume per la festa di Halloween» dico tutto d'un fiato, attendendo imbarazzata una sua reazione.

«La festa di Halloween?» ripete, interrogativamente. Il sorriso va a scemare sul suo viso, lasciando il posto ad uno sguardo perplesso. Probabilmente sta cercando di ricordare se io le abbia già parlato di questo argomento o meno.

«Sarà a fine ottobre ed è una festa a tema, perciò ognuno di noi dovrà indossare un costume» le spiego e tutto sembra così imbarazzante, cavolo. Insomma, perché dovrei travestirmi per una festa alla mia età? Non è da me.

«E tu ci andrai?»

«Ovvio che sì» ribatto, come se fosse la cosa più scontata al mondo. Ma lo è veramente?

«Scusa, non volevo offenderti. Il fatto è non credevo fossi il tipo. Ecco tutto» dice mia madre, dolcemente.

Ha ragione: non lo sono mai stata e non mi ero resa neanche conto che, in altri tempi, mai e poi mai avrei accettato di andare ad una festa a tema. Ma adesso sono cambiata e, anche se non posso sapere con certezza se in meglio o in peggio, lo devo a questa città.

«Beh, io e la mia classe stiamo partecipando all'organizzazione di questa festa e sarebbe un peccato non andarci» ammetto, trovando in questa una scusa più che valida per giustificarmi. Non che ne avessi il motivo per farlo: è mia madre.

«Capisco e ti aiuterò molto volentieri, Mara! Andiamo: conosco il negozio che fa per te.»

Sul suo viso riappare il sorriso e, prendendomi sotto braccio, proprio come fanno due migliori amiche, mi trascina verso un negozio che fa angolo con un bar piuttosto piccolo, ma apparentemente accogliente.

La prima volta ti travolgeWhere stories live. Discover now