13 (parte 2)

635 82 54
                                    

«Cosa voleva dirmi, prof?»

BB mi guarda per un attimo come si fa con i bambini. Mi sento un po' in imbarazzo e indietreggio di un metro.

Lui si mette a braccia conserte e sbuffa, stropicciandosi gli occhi con pollice e indice della mano sinistra.

«Va bene, io vado» dico alla fine, spazientita.

Cosa crede di fare? Farmi impazzire non lo aiuterà di certo a parlare con me, perché l'imbarazzo che provo in questo momento mi mangerà viva.

«No! Aspetti» mi blocca prendendomi per un braccio ed io non so il perché, ma fisso la sua mano attorno al mio braccio spaventata. Lui se ne accorge quasi subito e mi lascia andare, facendo un passo indietro.

«Volevo solo avvertirla di stare attenta» sputa il rospo, facendomi cadere dalle nuvole.

«Che cosa vorrebbe dire, scusi?»

Incrocio le braccia al petto, attendendo la sua riposta. Egli sembra infastidito da questa domanda, perché prende a camminare avanti e indietro e sbuffa per ben due volte.

«Si sente bene, prof? Perché non sembra che...»

«Cavolo, Mara! Devo sempre spiegarle tutto io!» sbotta tutto a un tratto, fermandosi. Mi rivolge uno sguardo di rimprovero e disperazione e io non posso fare altro che reagire male.

«Mi scusi se lei borbotta cose senza senso e mi fa domande che non la riguardano? E poi ha anche il coraggio di sgridarmi, perché io non capisco? Pff! Crede che essendo il mio professore ha il diritto di trattarmi come se fossi una stupida? Sappia che...»

«Per la miseria, Mara! Chiudi la bocca per un istante!» mi interrompe bruscamente lui, tappandomi la bocca con una mano.

Io resto basita a fissarlo mentre, dopo qualche attimo di silenzio, leva la sua mano dal mio viso e la lascia cadere lungo il fianco con un sospiro. Si gratta la testa e respira profondamente, scongiurandomi con gli occhi di avere un po' di pazienza.

Da quando ha cominciato a darmi del "tu"? E poi, che cosa stupida, insomma. Era anche ora che la smettesse di rivolgersi a me come se fossi anche io un'insegnante.

«Stavo dicendo che... che dovrebbe stare attenta alle persone che frequenta, ecco tutto» borbotta, guardando altrove.

Scoppio a ridere. Senza un motivo preciso. In realtà, ho solo voglia di farlo. BB mi guarda male e poi sbuffa, spazientito.

Noto che è tornato a darmi del "lei".

«Perché sta ridendo adesso? Trova così divertente quello che dico?» domanda, con tono piatto.

«Prof, le sto dicendo che non capisco dove voglia arrivare» gli rispondo francamente. Lui sbuffa, scocciato. Cosa ci posso fare io, se oggi parla con le capacità verbali di un ubriaco sul ciglio di una strada la notte?

«Inoltre io, al momento, non frequento proprio nessuno» proseguo, decisa a finirla qui con questa scenetta. Non so cosa intenda dire, ma mi sembra che abbia le idee poco chiare sul da farsi e io voglio solo fare il suo corso e andarmene a casa. Oggi è stata una giornata molto lunga e pesante e non vedo l'ora che finisca.

Ripenso a Stefano e quello che riaffiora in me è solo tanta rabbia. Forse non dovrei sentirmi così, ma non mi importa.

BB mi guarda come se non mi credesse e poi alza le mani in segno di resa, voltandosi dall'altra parte.

«D'accordo» borbotta.

«Cosa?» sbotto io, incredula da quel suo tono accondiscendente.

«Come?» chiede di rimando, facendo finta di non capire.

La prima volta ti travolgeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora