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Lunedì mi alzo ancora assonnata e stanca. La notte precedente non ho chiuso occhio e ogni volta che il sonno prendeva il sopravvento, lo faceva accompagnato da incubi confusi e senza senso che mi facevano svegliare di soprassalto e sudata. Alla fine ci ho rinunciato e mi sono messa a leggere, anche se le palpebre pesanti hanno reso molto ardua l'impresa di arrivare alla fine di ogni pagina.

Mi faccio una doccia fredda e cerco di coprire le occhiaie con del correttore scaduto da tempo. Indosso i primi leggings e la prima felpa pulita che trovo e scendo di sotto, legando i capelli ancora umidi in uno chignon.

«Buongiorno» bofonchio, sbadigliando, alla nonna. È più tardi del solito e mia madre sarà già uscita, ma credo che entrerò a scuola in seconda ora.

«Buongiorno car...»

La nonna mi guarda perplessa e leggermente sgomenta.

«Sembri stanca» si precipita ad aggiungere quando si rende conto di starmi fissando con la bocca aperta.

Annuisco, sbadigliando nuovamente. «Stanotte non ho dormito. Mi sento un cencio. Penso che entrerò alle nove.»

La nonna non ribatte e mi versa subito una tazza di caffè nero.

«Bevilo, dai.»

Faccio come mi ha detto e il caffè amaro mi provoca un brivido di disgusto lungo la schiena, ma lo ignoro, lasciandomi cadere sulla sedia, sospirando.

«E... c'è un motivo per cui non hai dormito?» prova a chiedere titubante, versandomi un'altra tazza di caffè. Poi mi avvicina un pacco di biscotti, invitandomi a mangiarli. Anche se non ho fame, ne prendo uno e lo spezzo in due.

«Dev'esserci un motivo?» chiedo, facendo poco caso al fatto di averle appena dato il via libera per attaccare bottone. Infatti, senza aspettare un altro istante, si siede davanti a me e incrocia le braccia al petto, osservandomi mentre inzuppo metà biscotto nel caffè e lo butto in bocca senza pensarci troppo. Il sapore amaro prevale sempre, ma il biscotto addolcisce leggermente il boccone.

«Beh, ovvio. Esistono vari motivi che ci portano a stare svegli la notte: qualcosa che dovremo fare il giorno dopo e che ci provoca ansia; un rimpianto o un rimorso; pensieri che non smettono di assillarci; idee o semplicemente troppa stanchezza per riuscire a dormire...»

«Un attimo. Uno dei motivi per cui non riusciamo a dormire è perché siamo troppo stanchi?» la interrompo, confusa.

«Certo! A me capita spesso di arrivare a letto talmente stanca che, appena poso la testa sul cuscino, gli occhi mi si spalancano e il sonno proprio non vuole decidersi ad arrivare. Succede, specie a noi che non abbiamo più vent'anni!»

Mi fa l'occhiolino e io ridacchio delle sue teorie strambe.

«E la tua lista dei motivi finisce qui? Non ce ne sono altri altrettanto... originali

La nonna ignora il mio doppio senso sornione e si spalla sullo schienale della sedia con l'aria di una che la sa lunga.

«Certo che c'è un altro motivo.»

Si avvicina, controllando che nessuno ci stia sentendo. Quando io non mi sporgo in avanti sul tavolo proprio come ha fatto lei, mi rivolge un'occhiataccia per dirmi di fare lo stesso. Lascio cadere l'altra metà del biscotto che stavo per inzuppare e sospiro, avvicinandomi a lei. I nostri volti si incontrano al centro del tavolo e lei sussurra, sorridendo maliziosamente: «L'amore. L'amore è un altro grande problema che ci leva il sonno».

Si allontana rapidamente e osserva la mia reazione con occhi attenti.

Io resto un attimo scioccata dalle sue parole che mi sembrano tanto un'insinuazione che altro. Mi spallo sulla sedia e mi concentro sulla mia colazione, riflettendoci su.

La prima volta ti travolgeWhere stories live. Discover now