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Alle macchinette Kyle sta discutendo con il fratello. Appena è suonata la campanella, infatti, è corso fuori senza nemmeno aspettarmi e adesso capisco il perché.

Sono un po' restia ad avvicinarmi ai due – dati i precedenti miei e di Alex –, ma quando Kyle mi vede mi trovo costretta a farlo. In fondo al corridoio vedo BB entrare in aula professori e la mia guancia prende a bruciare. Ignoro questa strana sensazione e affianco Kyle. Alex mi guarda stranito, come se non capisse che cosa io ci faccia lì o se si ricordi effettivamente dove mi abbia già vista.

«Ciao, mmm... com'è che ti chiamavi?»

Mi scruta dalla testa ai piedi e tira su con il naso come se fosse fatto.

«Si chiama Mara» bofonchia al posto mio Kyle.

È una mia impressione o è arrabbiato?

«Bé, mister simpatia io devo andare adesso. Quindi se non devi dirmi altro...»

Kyle fa un gesto della mano come a dirgli "levati di torno" ed Alex quasi corre via, tirando su con il naso ancora una volta.

Quando siamo rimasti soli io cerco di capire che aria tiri per non fare una gaffe con una domanda inopportuna. Kyle sembra infastidito mentre infila cinquanta centesimi nella macchinetta e prende dal cassetto una bottiglia d'acqua.

«È una lunga storia, Mara. Magari quando mi sarò calmato te la racconterò» dice dopo aver bevuto un sorso d'acqua. Annuisco, sentendomi stranamente bene nel costatare che io e Kyle siamo arrivati ad un punto tale della nostra amicizia che capiamo quello che sta pensando l'altro senza dirci niente. Il mio amico è una splendida persona e mi sento fortunata ad averlo accanto.

Stiamo per dirigerci al piano di sopra quando ci raggiunge Emily. Mi sembra strano vederla da sola, senza Reb, ma non dico niente.

«Ehi, Mara» mi chiama da lontano.

«Non è aria oggi, Emily» borbotta Kyle.

«Non voglio parlare con te, Kyle. Voglio parlare con Mara» abbaia lei di rimando. Sembra più un barboncino, ma comunque abbaia per farsi sentire. Probabilmente lo avrà appreso dall'amica...

«Mara, Reb mi ha detto di invitarti alla sua festa questo pomeriggio. Ci sarà praticamente tutta la scuola e mi ha fatto giurare che ti avrei convinta a venire a tutti i costi» mi dice, gli occhi a cuore.

La guardo confusa e poi mi volto verso Kyle: perché non ha invitato anche lui?

«E Kyle? Perché non lo inviti?»

«Io sono già stato invitato. Non personalmente, ma so della festa» ribatte lui, sollevandosi la montatura degli occhiali sul naso e guardando altrove.

«È vero. Reb ha inoltrato l'invito a tutti i gruppi ed ogni studente sa della festa ed è invitato a parteciparvici ovviamente. Ma lei teneva molto che tu fossi invitata di persona» spiega Emily.

Tutta questa storia mi puzza parecchio.

Prima di tutto poteva anche disturbarsi la Bertini stessa ad invitarmi, ma quello che più non quadra è tutta questa gentilezza dimostratami. Chi sono io perché debba essere invitata "personalmente"? È vero: a parte il gruppo di classe dove scrivono solo per farsi inviare i compiti, io non faccio parte di nessun altro gruppo Whatsapp e comunque non sapevo niente di questa festa, ma ad ogni modo io conosco a stento Reb e la sua amica e invece loro mi stanno invitando come se fossi un'ospite importante. Perché? Cosa c'è sotto?

«Okay, vedrò che posso fare per venire» acconsento alla fine.

Non potrò mai scoprirlo se non ci vado, giusto?

La prima volta ti travolgeDonde viven las historias. Descúbrelo ahora